Stabat Mater di Boccherini

DCIM100MEDIATORRE DEL GRECO – Grande attesa dei fedeli per il  concerto di Pasqua nel cuore religioso della Città, la Basilica Pontificia di Santa Croce.
In una piacevole serata di primavera, Domenica delle Palme 13 Aprile alle 20 il pubblico potrà ascoltare le note dello Stabat Mater di Luigi Boccherini.
La straordinaria melodia gregoriana, abrogata dal Concilio di Trento e reintrodotta nella liturgia da Papa Benedetto XIII nel 1727, sarà diretta dal Maestro Leopoldo Fontanarosa, illustre violinista di Torre del Greco.
Concertista, filologo, musicologo e critico musicale, il trentaduenne corallino è stato già protagonista di un’intensa carriera.
Appena dodicenne esordì con la Sonata op. 121 di Schumann in duetto con il pianista Ugo Mahieux. Dopo aver partecipato a vari concerti in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, a 16 anni entrò a far parte dell’orchestra barocca  da camera Orfeo ricoprendo l’incarico di primo violino in formazioni orchestrali come  I solisti partenopei del Teatro San Carlo di Napoli e l’Orchestra del Festival Internazionale di Musica Sacra fino a far parte dell’Orchestra sinfonica di Caserta, con la quale ha eseguito in prima assoluta l’oratorio dedicato a San Paolo, scritto da monsignor Marco Frisina.
Nel 1997 allestì l’opera sacra Il Pianto della Madonna, di cui compose le musiche di scena su testo di Jacopone da Todi.
Dal 2005 si esibisce a fianco della pianista Laura Accardo, con la quale cura l’esecuzione integrale delle Sonate di Mozart.
Rivolgendo particolare attenzione al repertorio di Johann Sebastian Bach, Fontanarosa non trascura però quello moderno-contemporaneo, collaborando con il pianista e compositore Riccardo Barone.
Libero docente afferente alla scuola violinista paganiana, tiene un Master presso la Biblioteca Universitaria di Genova per conto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. La passione del Maestro verso il recupero di opere del ‘700 Napoletano, attraverso la sua associazione Euterpe, ha portato alla luce i codici di quattro autorevoli manoscritti, gelosamente custoditi nella Basilica di Santa Croce.
A 2 giorni dall’emozionante evento, lo Speaker ha intervistato il Maestro Leopoldo Fontanarosa, disponibile come sempre.
Chi le ha trasmesso la passione per il violino quando era ancora in tenera età?
Diciamo mio padre, ma solo indirettamente. Non mi ha mai detto che da grande avrei dovuto fare il concertista, ma appassionato di musica classica qual’era, una sera mi portò ad ascoltare Salvatore Accardo al Teatro San Carlo.
Ricordo che la cosa mi piacque molto, restai incantato dalla musica. Forse mio padre notò qualcosa di particolare nei mie occhi tant’è che il giorno dopo mi fece trovare un violino a casa.
Quanto ha inciso e in che modo sulla sua vita da adolescente dover conciliare gli studi classici del liceo con gli impegni musicali?
Sicuramente tanto, ma in modo positivo. È chiaro che per studiare greco, latino e musica non avessi molto tempo per uscire con gli amici, ma non mi costava più di tanto, in termini di sacrifici. D’altronde, io ho sempre avuto un carattere pacato, perciò ad ogni modo mi bastava stare con un amico, e quello era il mio violino. Non mi tradiva mai.
Appena maggiorenne è diventato direttore dell’associazione musicale Euterpe, nonché fondatore stesso dell’omonima orchestra da camera. Come è nata quest’idea? È attinente al Grande Giubileo del 2000?
Forse non è stato un caso che Euterpe, ispirata alla Musa della Musica, sia nata proprio nel 2000. Il clima era favorevole, in quanto c’erano grandi progetti nell’aria per i giovani volenterosi.
Avendo acquisito la maturità classica, mi avevano sempre affascinato vari autori e in particolare quelli illuministi napoletani; scoprii che molte opere erano andate perdute e fu mio desiderio impegnarmi nella loro ricerca: da 14 anni la mia associazione si occupa proprio di questo.
Inoltre organizzo personalmente delle conferenze-concerto per coinvolgere in modo concreto anche il pubblico che non ha studiato il mondo classico; introduco prima brevemente il pensiero dell’autore, poi suono, poi interrompo ancora. Non mi piace che la gente ascolti le opere senza capirle e cerco di incuriosirli il più possibile.
Si ritiene soddisfatto dei risultati ottenuti dall’associazione Euterpe?
I tre progetti già attivati, Mecenate, Niccolò Zingarelli e Adotta un manoscritto hanno raggiunto risultati molto buoni. Abbiamo ritrovato anche degli spartiti inediti di Nicola Forenza.
Ma è una “guerra di trincea”, se devo essere sincero. C’è bisogno di educare alla musica. Le Istituzioni purtroppo non ci aiutano a trovare fondi per valorizzare il prezioso patrimonio musicale campano.
Il crac finanziario della Deiulemar ha fatto finire in fumo tutti i risparmi degli investitori. Da poco, per fortuna  la Banca di Credito Popolare ha fornito un piccolo credito, ma i commercianti torresi che potrebbero investire, con un proprio tornaconto, sembrano proprio non essere attratti dai nostri progetti.
Come crede sia possibile siano andate perse partiture inedite del ‘700 napoletano?
Di certo molte sono state rubate per essere rivendute. In quell’epoca erano frequenti furti di questo tipo, ma è ormai noto a tutti che altre sono state fatte sparire o comunque non valorizzate per la volontà di cancellare la memoria di una splendida capitale barocca come Napoli.
Maestro, si è laureato in Lettere Moderne a indirizzo musicologico a Genova. C’entra Paganini?
Ebbene si. Ero andato lì per tentare di entrare a far parte della prestigiosa scuola di violino, ma non ci credevo. Invece fui preso subito dopo l’audizione.
Cosa l’ha spinta a lasciare Genova, dove ha ottenuto tanto successo, per tornare a Napoli?
Mi fa piacere che lei me l’abbia chiesto. Ci tengo infatti a sottolineare che non mi mancavano le proposte lavorative, ma ho scelto di stare accanto a mia madre, resa invalida da un ictus. Ho anteposto coraggiosamente la famiglia alla carriera.
Cosa consiglia ai suoi giovani concittadini che vorrebbero intraprendere una carriera come la sua?
Questa è la domanda che mi pone più in difficoltà. Innanzitutto consiglio di studiare tantissimo la musica, a prescindere. Suonare uno strumento che sia il violino piuttosto che l’organo o il piano, è scientificamente provato che sviluppa  l’area sinistra del cervello. Rende dunque più intelligenti.
Mi duole però,  suggerire  ai giovani aspiranti concertisti di lasciare l’Italia, a meno che non migliori la situazione governativa. Nel nostro Paese stanno chiudendo quasi tutti i prestigiosi teatri, non ultimo quello del Maggio Musicale Fiorentino.
Giovani o meno, la Domenica delle Palme il Maestro Leopoldo Fontanarosa sarà lieto di accogliere tutti nella splendida basilica pontificia in stile neoclassico di Santa Croce con una lezione-concerto: lo Stabat Mater di Luigi Boccherini.

Nina Panariello