Da Portici borbonica a Vienna imperiale

palazzo mascabruno cortileNel 1689 a Portici fu costruito il palazzo da caccia o casino della nobile famiglia della Quadra; nel 1699 ospitò i reverendi padri alcantarini di Spagna dell’Ordine dei frati minori scalzi di San Francesco, chiamati dal cardinale arcivescovo Cantelmo di Napoli, nell’attesa che venissero ultimati i lavori ordinati dal prelato alle spalle della chiesa di San Pasquale, su un terreno di tre moggi donati all’ordine francescano spagnolo da donna Anna, figlia del nobile Giovan Camillo Schioppa, perchè costruissero un convento.
Successivamente il Palazzo con il suo ameno giardino venne acquistato e dal marchese Mascabruno e destinato a residenza da caccia.
Nel 1734, arrivato il nuovo re Carlo III di Borbone iniziò lo sviluppo edilizio che caratterizzò Napoli e dintorni; venne abbellita la Reggia di Napoli, nel 1737 si costruì il Teatro di San Carlo e nel 1739 cominciarono i lavori del Palazzo reale di Capodimonte.
Durante un viaggio alla Real fagianeria dell’isolotto di Vivara di Procida, il re e la sua giovane sposa, la regina Maria Amalia di Sassonia, vennero colti da una burrasca, e prudentemente sbarcarono sulla costa porticese; i sovrani rimasero colpiti dalla bellezza dei luoghi e decisero di costruire proprio qui la Reggia estiva.
Nel 1738 il re fece trasformare in militare il porto naturale del Granatello di portici e fece edificare un forte, ormai scomparso, a difesa della Città, inglobando una torre costiera, i cui lavori furono diretti dal colonnello spagnolo del Genio Barrios; nel 1740 fu abbellita e restaurata la chiesa di San Ciro ed allargata e pavimentata l’omonima piazza.
Il progetto della realizzazione del Palazzo Reale di Portici fu affidato all’architetto romano Antonio Canevari; i lavori vennero eseguiti dai soldati del Genio Militare e i forzati delle galere napoletane, sotto il comando del Generale di Brigata del Genio, lo spagnolo Medrano.
La costruzione della residenza estiva dei Borbone man mano incorporò nel complesso della Reggia preesistenti casini da caccia privati espropriati per ordine del re, compreso il Palazzo Mascabruno e il suo giardino.
I lavori furono eseguiti dall’architetto Tommaso Saluzzi a partire dal 1743; sospesi tutti per la guerra contro gli Austriaci, ripresero nel 1745. Il giardino venne inglobato nel parco della reggia e Palazzo Mascabruno fu trasformato in quartiere del corpo delle guardie reali, il reggimento di cavalleria di linea Dragoni Borbone, costituito nel 1731 a Parma con militari spagnoli, poi venuto a Napoli nel 1734 e ricostituito con militari del Regno nel 1742, con proprio regolamento dal 23 novembre 1743. Alle scuderie venne annesso un galoppatoio coperto; la piazza d’armi del dirimpettaio Palazzo Valle venne adibita alle manovre di esercitazione della cavalleria reale e di linea che non superava nel 1744 era composto da circa 6mila unità tra dragoni, lancieri, ussari della guardia reale, unitamente ai reggimenti Re e Regina costituiti nel 1735 e al reggimento Rossiglione di stanza a Secondigliano.
Intanto dai primi di dicembre 1738 gli scavi archeologici di Ercolano, iniziati nel 1718 dal principe d’Ebeouf, vennero ripresi con la direzione dell’ingegnere del Genio, lo spagnolo Rocque Joaquin de Alcubierre. Si arrivò a scoprire il teatro di Ercolano e altre vestigia.
Intanto la Reggia continuava ad essere abbellita sia nell’arredamento – da ricordare il salottino della regina Maria Amalia di preziosa porcellana di Capodimonte, e sistemando il teatrino di corte, che divenne Cappella reale.
Sgomberata la Reggia dalla collezione dei mobili Farnese di Parma portata a Napoli da Carlo III, che fu trasferita alla pinacoteca del secondo piano di quella di Capodimonte, i reperti rinvenuti ad Ercolano furono sistemati nel Museo archeologico sito in quel tempo nella residenza porticese; il compito di catalogarli fu incarico del famoso accademico dottor Romano Baiardi. Lo studioso sistemò i famosi papiri ercolanensi con l’aiuto del geniale principe Raimondo de Sangro, colonnello di Fanteria di linea e gentiluomo di corte del re Carlo III.
Intanto, i lavori di adattamento e di trasformazione dell’antico Palazzo Mascabruno furono completati dall’architetto Saluzzi nel 1754.
Entrando nella prima camerata con volta ad arcate a sesto, lunga 100 metri, con lesene sulle pareti terminanti in capitelli corinzi, si accedeva agli alloggi dei cavalleggeri e poi ad un cortile, dove si trovavano le scuderie. La facciata in rosso di palazzo Mascabruno fu corredata da quattro ingressi, cui corrispondevano altrettanti cortili; le finestre avevano timpani al piano nobile, notevoli erano le scale interne che portavano ai piani superiori. La truppa di cavalleria si allenava nel famoso galoppatoio, che si trovava sul fondo del secondo cortile.
Partiti Carlo e Maria Amalia per la Spagna, il giovane re Ferdinando IV faceva esercitare il suo reggimento preferito, i Liparotti del Re, a Portici, accasermato a Palazzo Mascabruno. Il reggimento dei Liparotti, formato nel 1759, era al comando del maggiore don Vincenzo de Sangro, figlio di Raimondo, poi promosso tenente colonnello nel 1775.
Nel 1768 re Ferdinando IV sposò Maria Carolina d’Asburgo; nel febbraio 1769 vennero a Napoli i fratelli della regina, i regali cognati Giuseppe, imperatore d’Austria, e  Leopoldo, granduca Lorena di Toscana. Visitarono Caserta e Capodimonte; quando furono Portici a Palazzo si recarono con la corte alla chiesa di San Ciro e agli scavi di Ercolano.
L’imperatore Giuseppe s’innamorò della Reggia estiva porticese, tanto che al suo ritorno a Napoli nel 1788, ordinò un disegno del Bosco Reale e anche del Parco di Capodimonte e di Caserta, dove si potevano ammirare anche alberi tropicali.
Rimase colpito anche dal Real Serraglio di Portici, un vero e proprio zoo dove c’erano zebre, pantere, leoni, leopardi, scimmie e un elefante africano donato nel 1741 dall’ambasciatore turco a Napoli.
Giuseppe d’Asburgo fece ricopiare dai suoi architetti anche la pianta del meraviglioso galoppatoio coperto di Palazzo Mascabruno, facendolo poi realizzare a Vienna nel 1789 all’interno del Palazzo imperiale di Schönbrun, inagurato all’arrivo dei reali Borbone in visita in Austria.
Il castello di Schönbrun, fu costruito nel 1744 dall’architetto Nikolaus Pacassi in stile rococò, poi trasformato nel 1819 in quello attuale; il suo parco era stato realizzato nel 1695 da Jean Nicolas Jadot allievo di Le Notre, maestro giardiniere del re di Francia a Versailles, e poi da Adrian von Steckoven.
Nel 1861 Palazzo Mascabruno divenne sede della caserma della Cavalleria italiana e la Reggia fu destinata alla Scuola superiore di Agricoltura e in seguito a Facoltà di Agraria dell‘Università degli Studi di Napoli “Federico II”.
Nel 1978 Palazzo Mascabruno fu dato al Comune di Portici che voleva adibirlo a sede  scolastica, ma dopo il terremoto del 1980 fu occupato abusivamente con la conseguenza di gravi danni all’interno dell’edificio. Intanto, La Facoltà di Agraria vi elesse la propria Aula magna e ne adibì alcuni locali a laboratori
Su istanza della Soprintendenza, della Provincia di Napoli e del Comune di Portici nel 2010 palazzo Mascabruno è stato finalmente sgomberato.Attualmente sono in corso lavori per il recupero totale dell’antico edificio ed in particolare del meraviglioso galoppatoio coperto.

Michele Di Iorio