Da simbolo criminale a simbolo di legalità

DCIM100MEDIAPORTICI – L’associazione Collegamento Campano contro le camorre per la legalità e la nonviolenza “G. Franciosi” ONLUS, ha avuto ha avuto in concessione una delle dependance di Villa Fernandes, bene confiscato alla camorra.
All’inaugurazione, prevista per martedì 25 febbraio alle ore, saranno presenti il sindaco Nicola Marrone, il sindaco di Ercolano Enzo Strazzullo, il presidente Leandro Limoccia nonché delegazioni regionali di Collegamento Campano contro le camorre, i familiari di Gennaro Franciosi e i familiari vittime di camorra come Emilio Diana, Simonetta Lamberti, Antonio Diana, Paolo Castaldi, il testimone di giustizia Augusto Di Meo, il Consorzio S.O.L.E. , Antonio D’Amore responsabile provinciale di Libera, le forze dell’ordine e  i sindacati che aderiscono alla stessa associazione concessionaria del bene confiscato.
Villa Fernandes oltre ad essere la sede territoriale e regionale del Collegamento Campano contro le camorre, è anche la sede del Presidio di Libera di Portici. Il Presidio di Libera è significativamente intitolato alla vittime innocenti di camorra Claudio Taglialatela e Teresa Buonocore, i cui familiari saranno presenti all’evento.
L’elegante dimora di via Diaz,  risalente ai primi anni del ‘900, venne confiscata al clan Rea nel ’98; dal 2011è stata affidata  alla Curia arcivescovile di Napoli, nella persona  a don Antonio Vitiello, fondatore dell’Associazione La Tenda, finalizzata al recupero di giovani tossicodipendenti.
Purtroppo l’iniziativa fino non è mai partita, per cui il Comune di Portici ha deciso di affidarne una parte all’associazione  Collegamento Campano per sostenere lo sviluppo partecipato al governo del territorio restituendola alla Città come simbolo della lotta all’illegalità, alla corruzione, alla violenza e alla mafiosità, con attenzione alla  devianza, disagio, degrado ed emarginazione sociali, in particolare del mondo giovanile e soprattutto minorile.
Collegamento Campano contro le camorre per la legalità e la nonviolenza ha in fatti sottolineato: «Siamo convinti che il benessere di una comunità non è una responsabilità esclusiva dell’amministrazione, investe a pieno titolo la società civile organizzata: i Partiti, le Istituzioni, sono parte importante, fondamentale, ma l’altra parte del governo del territorio, sono le cittadine e i cittadini, i migranti, la società civile che si organizza, per contribuire, tutti insieme, alle risposte sociali.
Il bene confiscato è vuoto, bisogna arredarlo completamente. Inoltre sono a nostro carico le bollette luce e acqua.
Dopo 12 anni, sicuramente, non sarà questo a scoraggiarci. Perciò, chiediamo ad ognuno di noi di adoperarci per individuare sostegni e sottoscrizioni per l’arredamento del bene».