Templari e Templarismo oggi

images1Il conte Gian Gastone Ventura da Venezia, ammiraglio della Marina Militare italiana, di antica famiglia comitale e patrizia di Parma, poi veneziana dal 1859, gran Maestro dei Templari e dell’Ordine di Memphis Misraim, dell‘Ordine Martinista, morto il 28 luglio 1981, scrittore, studioso di araldica nobiliare e cavalleresca, storico e direttore del giornale Il Gazzettino di Venezia e collaboratore di vari giornali italiani e francesi, autore di numerosi libri e saggi sull’Ermetismo iniziatico occidentale, viene anche ricordato per un prezioso volume pubblicato dalle Edizioni Atanor di Roma sui Templari e sul Templarismo.
Ventura fu ammiratore del poeta Gabriele D’Annunzio da Pescara e del professor Adolfo Banti da Ancona, a sua volta un illustre ricercatore della storia dei templari italiani nel 1923; l’ammiraglio si mise alla ricerca di elementi che potessero suffragare le vicende dei Templari dopo l’arresto di massa avvenuto in Francia nell’ottobre 1307 e le conseguenti catture di Cipro e in Italia nel marzo del 1308. S’interessò anche al loro infausto processo giudiziario in Francia – avvenuto tra il 1307 e 1312 – studiando la bolla pontificia di scioglimento del loro ordine nel 1312 e la morte dei sommi capi templari, tra cui il Gran Maestro de Molay (Parigi, 1314).
Voleva dimostrare che l’Ordine Templare sopravvisse legittimamente e fu oggetto di fasti di Neotemplari, una sorta di Templarismo moderno
La scrittrice Bianca Capone tra 1977 e 1983 approfondì poi la ricerca delle antiche sedi più nascoste dei templari in Italia; così pure tanti illustri scrittori, tra cui Fulvio Bramato. Gli storici partivano dalla notizia certa che 50 templari erano fuggiti da Parigi con tre carri trainati da buoi trasportando gli archivi e il tesoro dell’Ordine – un mese e non un giorno prima dell’arresto, in settembre 1307 – su ordini precisi di Jacques de Molay.
Nella fuga tre tesorieri con due carri si fecero volutamente arrestare lungo il percorso per il porto di La Rochelle; così anche un quarto templare con il terzo carro, ma vuoto, un giorno dopo a Poissin.
La flotta di 18 navi templari da guerra e 7 da carico aveva preso subito il largo dal porto di La Rochelle prima dell’arrivo delle truppe di Filippo il Bello; sbarcarono all’approdo del castello di Gisors in Normandia 18 cassoni con gran parte del tesoro dell’Ordine; poi un gruppo di cavalieri rientrò in Francia, mentre metà della flotta veleggiò verso la Scozia e la seconda meta si fermò nel porto templare di Tomar in Portogallo.
Da qui nel mese di gennaio 1308 partì una sola nave da guerra templare alla volta di Genova, sbarcando al sicuro Giacomo de Montecucco, Gran Precettore templare d’Italia, ben accolto dai Savoia che l’ospitarono fino alla morte nella pieve di Alessandria in Piemonte. Fino al 1312 i Templari furono protetti dai Savoia e non furono né arrestati né perseguitati nelle loro persone o proprietà, poiché i sovrani erano amici del Tempio e molte famiglie nobili piemontesi avevano parenti tra i Templari.
La nave templare ripartì da Genova per il sud Italia, evitando Cipro e Sicilia; sbarcò a Barletta otto cavalieri templari fuggiaschi che recavano con sé documenti dell’Ordine scritti in latino. Quattro cavalieri si lasciarono arrestare dalla polizia vicereale angioina in Puglia e gli altri fuggirono travestiti da monaci benedettini nel convento di Torremaggiore e da lì per Ariano Irpino e Bovino risalirono tranquillamente con il loro archivio per Avellino, Avella, Tufino, Nola, fermandosi a San Vitaliano, dove nascosero le loro armi in campagna. Insieme con i templari fuggiti dal castello di Cicciano cavalcarono sempre di notte verso Casalnuovo di Napoli, accampandosi nel castello di campagna dei marchesi Caracciolo di San Sebastiano al Vesuvio nel marzo 1308.
I templari di Capua e di Maddaloni fuggirono a cavallo nel vicino vallone di Roccamonfina sfuggendo all’arresto … images2
Otto templari italiani furono processati e torturati a Messina, uno a Cipro e altri 8 a Barletta; non ne furono trovati altri in tutto il Sud né nello Stato pontificio. Alcuni vennero giudicati a Piacenza e uno solo fu ucciso in un’imboscata nell’emiliano.
Altri 500 templari processati in Germania furono addirittura liberati e si rifugiarono nelle file dell’Ordine Crociato tedesco dei Teutonici; altri 500 in Scozia entrarono nell’esercito di re Bruce combattendo contro gli inglesi.
2000 templari in Portogallo non furono perseguitati per ordine del re; la loro fotta venne incorporata in quella reale. Nel 1318 fu creato il famoso Ordine Templare portoghese di San Cristobal o di Cristo, riconosciuto dal nuovo papa di Roma, costituito da ex templari scampati alla persecuzione; portavano le stesse divise, croci e regole originarie. Per questo motivo l’Ordine cavalleresco di San Cristobal è l’unico ordine genuino che ha rispettato in modo continuativo la tradizione templare fini ai nostri giorni.
In Spagna i Templari locali furono incorporati in gran parte nel nuovo Ordine Reale cavalleresco di Montesa, riconosciuto dal papa nel 1318 e altri nobili templari spagnoli si rifugiarono in stato laico secolare negli ordini cavallereschi spagnoli di San Giacomo, di Calatrava e del Toson d’Oro.
Così tra il 1308 e 1309 si misero in salvo tra Portogallo, Spagna, Scozia e Germania ben 5mila templari su 18 mila esistenti al momento del mandato d’arresto del 1307; mille invece vennero catturati, di cui solo 13 divennero spie contro l’Ordine e 77 vennero rilasciati perché sotto minaccia di tortura ammisero ogni cosa.
Nel 1314, 500 superstiti dei 1000 arrestati in Francia furono rilasciati e scelsero di entrare in ordini monastici sia in Francia che in altri Paesi d’Europa; altri 127 furono ospitati nelle file francesi dell’Ordine del Santo Sepolcro, di retaggio pontificio, senza avere alcun problema.
I rimanenti rimasero per qualche anno alla macchia, ospitati da conventi, castelli, fattorie di amici dell’Ordine Templare; come già detto, in Piemonte mille cavalieri rimasero indisturbati nelle loro proprietà fino al 1312, per poi confluire nell’Ordine dei Cavalieri di Malta o tra le fila laiche dei dignitari della corte Savoia.
Dei circa 13mila templari alla macchia, si sa dunque che nel 1311 2mila passarono in quello di Malta, e mille tra i Cavalieri Teutonici.
Inoltre da dati certi riportati in diversi documenti ex pontifici e dei vari ordini cavallereschi, si è appreso che nel 1312 ex templari ricevettero proprietà: 40 templari italiani di Cicciano, Casalnuovo e Napoli, nascosti nel castello Caracciolo, furono accolti nel 1310 nel nuovo ordine monastico di Sant’Antonio abate e altri 9 vennero imbarcati su un mercantile francese per Marsiglia. Questo ultimi raggiunsero segretamente il Precettore templare Marc de Larménius e lo scortarono travestiti da chierici e monaci benedettini nelle fogne e nelle catacombe di Parigi ove in pieno inverno 2010 si nascondevano ancora 2mila cavalieri alla macchia.
Larménius riunì i templari dispersi e riprese l’Ordine, soccorrendo in carcere i fratelli arrestati e torturati, infiltrando i suoi uomini nelle prigioni, a Corte reale e tra i giudici regi, creando una rete templare clandestina molto efficiente.
Quando nel 1314 a Parigi de Molay venne mandato al rogo, nove dei suoi uomini tra cui una donna celata da un saio monacale, avevano raccolto il sigillo, la corazza e la spada del Gran Maestro portandoli in salvo nelle catacombe … images
L’Ordine dei Cavalieri Templari non fu mai veramente distrutto … Perfino Nostradamus nelle sue centurie diede istruzioni cifrate ai templari francesi nascosti alla Corte dei Valois e poi dei Borbone di Francia, dove i Cavalieri fecero parte del famoso partito nobiliare della Fronda che si opponeva al clero e alla Corte e che tanto diede da fare a Richelieu e a Mazzarino …
Il loro archivio segreto dal 1307 si trovava parte nel castello di Gisors e parte a Rennes le Chateu; vi rimase fino al 1943 …
L’Orde du Temple dopo la morte del Gran Maestro Jean Marc de Larmeniùs continuò ad operare in Francia, risvegliando ufficialmente sebbene segretamente l’Ordine templare i in pieno ‘600 e poi nel congresso templare del 1708.
Tra il 1740 al 1786 l’Ordre raggruppò i cavalieri di tutta Europa attorno alla stretta osservanza templare; in Italia Gran Maestro fu il principe Diego Naselli d’Aragona.
La Gran Maestra dell’Ordine Templare italiano ebbe sede a Venezia fino al 1867, quando vi fu il famoso congresso veneziano con venti delegati provenienti da tutto il Paese.
Nell’800 prese vita un Ordine confederato con autonomie locali nel mondo, come nel 1840 quello svedese, nel 1846 quello inglese con i knigth templars, nel 1857 quello tedesco.
La Gran Maestra confederale mondiale templare nel 1873 fu data al principe di Galles; nel 1935 passò ai templari del Portogallo; tra il 1942 e 1960 uno dei Gran reggenti fu Antonio Campello Pinto de Souza Fontes, cui nel 1960 successe il figlio don Ferdinando.
Va ricordata anche la Gran Maestranza in Brasile; tra 1956 e 1960 la Gran reggenza fu affidata al principe Gastone Inellas Paleologo.
I templari francesi presero novello vigore sotto Bonaparte nel 1808; continuarono clandestini e alla morte del Gran Maestro Raimond Fabrè Palabrat nel 1838, il Gran Maestro fu il conte Jules de Moreton de Chabrillan; dal 1841 il reggente Jean Marie Raul; nel 1866 Angel Gabriel Maxim Vernois; nel1892 scrittore ermetico Josephin Peladan; nel 1970 il generele franco-polacco Antoine Daniel Zdrojewskij.
I Templari svizzeri furono diretti dal 1973 da Alfred Zappelli; dal 1987 i cavalieri svizzeri e francesi vennero diretti congiuntamente dal Gran Priore elvetico Joseph Clerc, sebbene coesistessero ramificazioni francesi autonome.
In Italia dopo la morte di Gian Gastone Ventura, avvenuta nel 1981, a Venezia l’attività templare continuò ma in modo frammentario e non unito con Olivari, a Bologna con Caracciolo e a Catania con Gaspare Cannizzo.
Nella Patria del fondatore templare mondiale Ugo dei marchesi Pagano di Bracigliano, patrizi di Nocera e di Salerno, nel 1979 si formarono vari gruppi neotemplari, come quello di Rocco Zingaro di Roma che a San Felice al Circeo fondò la piccola Casa Editrice Templari che dal 1983 rimase attiva fino al 1990, o il gruppo templare di stampo cattolico di Torino di Ferruccio Castoldi. Inoltre, proprio in questa città fiorì il 16 settembre 1983 la LARTI (Libera Associazione Ricercatori Templari Italiani) di Bianca Capone.
I Templari italiani si diffusero poi ulteriormente in Sicilia; nel 2002 infatti si tenne il grande congresso di Messina con la partecipazione della storica templare Barbara Frale.
Templari

Michele Di Iorio