Energia

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energia alternativaInnanzitutto io sono nessuno, ma lo Stato sono io. Perché questo? Dobbiamo imparare!

Noi tutti formiamo lo Stato. Non sono solo quelli che lo rappresentano con la nostra delega, ovvero i nostri politici, ma ognuno di noi.

Ciascuno ha la propria responsabilità soggettiva ed oggettiva di cittadino. Non dobbiamo più nasconderci dietro l’ego, dietro ad un dito, estraniandoci dai nostri doveri e diritti di cittadini, e nemmeno rinunciare alla libera scelta dei nostri rappresentanti, facendoci prendere per i fondelli da una classe politica nominata da un cavaliere, da un comico e da un politcal addict.

Per sopravvivere dobbiamo arrivare all’indipendenza energetica, dobbiamo produrre energia a basso costo. L’attuale energia che consumiamo, con l’aggiunta di tasse e gabelle accessorie imposteci dalla dissennatezza di politicanti in cerca di denaro facile per far quadrare  conti e  sperperi ha già strangolato fabbriche e Italiani.
Il gas importato dalla Russia e da altri Paesi esteri, a prezzi politicamente accordati e approvvigionato a nostre spese, ci sta costando molto caro.
Ci  sono state accollate tasse e gabelle da tutte le componenti politico-amministrative che, al solito, hanno trovato nei cittadini terreno fertile da sfruttare, bisognosi consumatori.
Attualmente acquistiamo una quota d’energia elettrica dai paesi limitrofi: Francia , Slovenia dove la stessa viene prodotta con centrali nucleari, potenziali bombe atomiche che in parte sono di proprietà compartecipata di Enel, azienda di Stato, quindi per assurdo di tutti noi.
Noi per scelta politico-sociale sul nostro territorio le centrali non le vogliamo.
Sono troppo pericolose  …  ma nel campo del vicino stanno bene. Però che bravi che siamo!
Dai vicini acquistiamo Gigawatt, in pratica il massimo quantificabile, poi attraverso gli elettrodotti la importiamo. Nelle centrali è convertita, quindi distribuita alla rete, con voltaggi molto inferiori, ed entra nelle nostre case a 220 Volt.
Che accade in tutto questo tragitto? L’energia cavalcando gli elettrodotti in buona parte si disperde; poi, alla fine del percorso ne arriva circa il 70% dell’iniziale partita dalla centrale.
Fin qui poco ce ne importa, pazienza. Pensandoci bene però, perché fare tutto questo con tanti rischi, tanti sprechi e a tali costi se nello stesso tempo paghiamo anche i bonus europei per la produzione d’energia verde, prodotta con le centrali atomiche?
Chi c’impone queste scelte, più che altre politiche e di fantaeconomia? I nostri politici! Non si sa se per loro convenienza, se per sottostare a direttive politico amministrative Europee, o per favorire chi.
Il tutto è basato sullo sfruttamento dell’ignoranza del singolo e della collettività, sull’accumulo di poteri dei vari signori, che con l’autorità da noi concessa o – come oggi risulta – defraudata, ci governano portandoci a fondo.
Perché sprecare energia e non incentivarne invece la produzione con fotovoltaico, eolico, o apposite caldaie a gas che producono calore ed energia direttamente nelle nostre case e nelle nostre fabbriche, senza sprechi, senza campi elettrici.
Purtroppo il perché suona chiaro. Così si annullerebbe il potere di imporre tasse e gabelle al popolo.
Sui  tetti di copertura di fabbriche, capannoni, edifici grandi e piccoli si potrebbero installare pannelli fotovoltaici, i quali potrebbero produrre energia sufficiente a garantire il consumo nazionale.
Nel mare potrebbero essere sistemate le pale eoliche, già ben collaudate e viste da noi tutti nei vari servizi in tv, o usare altri sistemi innovativi per sfruttare il moto ondoso e quindi produrre energia pulita.
Perciò, perché dobbiamo essere schiavi del gas fornito dalla Russia e da altri Paesi?
Forse per arricchire chi sigla i contratti di fornitura, intascandosi la tangente depositata in qualche paradiso fiscale sotto “nome anonimo”?
O per dare una mano a comprare a prezzi quadruplicati banche da fallimento, per poi rivenderle allo stesso venditore a prezzo stracciato, in sostanza per valore zero. Il tutto per coprire interessi o errori di gestione.
Utilizzando poi gruppi di batterie adeguate, si può immagazzinare l’energia prodotta direttamente nelle case, nelle fabbriche, dove serve, per i periodi di stasi fotovoltaico, ed eventualmente si può coadiuvarne la produzione, sempre negli stessi periodi, con motori a gas-metano per alimentare le batterie di recupero.
Tutto ha un costo, ma senz’altro avrebbe un impatto minore sul sistema vita e ambiente e alla lunga il costo sarebbe ridotto, se non a zero a poco più, senza sprechi superflui.
Certo noi italiani ci lasciamo trasportare dalle sirene delle catastrofi, dei calcolatori a chiacchiere, che ci dicono che non conviene, costa meno l’energia se erogata dall’Ente preposto o prodotta dai nostri vicini,  commercializzata da innumerevoli ditte sotto l’egida falsa del risparmio, come giornalmente ci propongono per ingannarci.
Per ammortizzare un impianto ci vogliono 10 anni; in realtà oggi ne occorrono cinque, se non ci s’imbatte nel solito truffatore che ci vende l’impianto a più del doppio del vero costo.
Lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici un domani, ci dicono poi, costerà sempre di più. Come fossero prodotti extraterrestri!
Ho visitato di recente una fabbrica d’assembramento di pannelli fotovoltaici. Cosa ho visto poi di tanto catastrofico in questa produzione? In sostanza nulla.
Vetro, alluminio e blister in silicio di colore blu, messo insieme a mo’ di finestra, con collegamenti in rame: il tutto riciclabile senza enormi sforzi e quasi all’infinito.
Il vero problema sono dunque le tasse che le varie entità parastatali non potrebbero più ricavare dalle accise sulla corrente elettrica e sul gas.Oggi con la nuova legge di stabilità ci tassano già l’indivisibile. Dobbiamo tener conto che hanno trovato il sistema per farci pagare pure la tassa sull’aria che respiriamo?
Io chiederò uno sconto poiché avendo avuto di recente un’embolia polmonare, oggi ho l’ossigenazione ridotta del 30%. Potrei provare, giusto?
Niente catastrofismo da bar. Più conoscenza, meno retorica, più incentivi dello Stato per abbattere le spese nazionali e di conseguenza le tasse, che ci strozzano e amareggiano l’esistenza.
Non disperdere l’energia ed eliminare la produzione di quella  porca  potrà riservare un futuro migliore, anche a noi poveri Italiani.
Così la penso io.

Gilberto Frigo, l’uomo del nord