Agricoltura e alimentazione, una terra sterile

Dio denaro, tu che tutto puoi, tu che tutto trasformi e rendi lecito in tuo nome.
La  politica s’inchina e porge il di dietro alla potente classe economica delle multinazionali,  che  indirettamente comandano  il mondo, dettando leggi a proprio favore e facendo di ogni erba un fascio.
Macinando prodotti della terra, come cereali, legumi, semi, piante di lino e canapa, mais geneticamente modificato, farine di animali, li trasforma in nutrimento per caprini, bovini, ovini, suini, equini, pollame e conigli.
Spighe ed erbe atte  a fare olio idraulico o bio-diesel, più scarti della lavorazione industriali vegetali, e di tutto un po’ che la natura produce, vanno ad alimentare il bestiame per la produzione biologicamente alterata di latte e suoi derivati, e di carne piena zeppa di acqua, di ormoni, di antibiotici.
La terra  è cosi colpita nella sua biologicità, alterata  dalla biochimica con l’uso di fertilizzanti ad alta gradazione di nitrati, concimi chimici, derivati dal petrolio, oltre allo spargimento sui campi delle deiezioni degli stessi animali, ricchissime di nitrati a causa dell’alimentazione a cui sono sottoposti, sotto forma di liquami fetenti, (non più il buon classico letame).
In  parecchi casi nel mondo la terra è diventata sterile, non più utilizzabile a fini agricoli. In  molti casi addirittura è divenuta deserto non recuperabile, con danni biologici ed umani per le popolazioni che la abitavano. Il tutto per alimentare un mercato drogato, che deve rendere  sempre di più ai pochi fortunati umani, che tali si credono, e non riflettono sul fatto che anche  il loro corpo è formato da ciò che mangiano.
Come il maiale anche l’uomo assimila quanto  ingerisce.
Tutto si trasforma nel nostro organismo, lasciandoci poi le conseguenze a volte buone,  spesso dolorose, per  quanto mangiato con voluttà: cibo piacevole  e di buon gusto al palato, ma quanto genuino?
Il latte che troviamo negli scaffali dei supermercati, poco più che acqua  bianca, proviene  da mucche alimentate industrialmente con mangimi e derivati di supporto, sono la causa sempre più frequente di allergie ed intolleranze  alimentari nella popolazione, sopratutto nella fascia più giovane ed indifesa, che più necessita di alimentarsi con  un buon prodotto di base ed indispensabile come il latte.
Per non parlare poi di tumori e malattie varie, causati dall’assunzione di carni di animali malati, allevati con la biochimica o addirittura fatti pascolare su terreni altissimamente inquinati, come ci dimostrano oggi le notizie provenienti dal sud Italia.
L’orrore più grande sta nel fatto che la porcata  è stata nascosta. I verbali, sui luoghi più inquinati dalla mafia nazionale, stilati ancora vent’anni fa dagli inquirenti solerti ed onesti, sono stati tenuti segreti,  con il beneplacito alla secretazione, dai soliti politici che ancora adesso sono al Governo.
È naturale che se l’animale viene allevato con sostanze scadenti,   per farlo crescere in fretta ed aumentarne la produttività,  allo scopo di realizzare denaro, potere e vana gloria, il latte e i derivati e la sua carne vadano  a scapito del prossimo  consumatore facilmente gabbabile e tardo di comprendonio.
Allo scopo  di coprire le multinazionali, si dedicano con fervore i rappresentanti parlamentari, tanto europei quanto nazionali, tutti orchestrati o diretti da pochi  maestri di musica economico-sociale, assoldati dagli stessi che producono alimentazione per animali e per uomini, nonché di medicine atte a  sopperire ai danni che ne derivano.
Non pensano  né i politici, né i soci delle varie multinazionali, quanto fanno soffrire, soprattutto i bambini,  a causa del loro potere e della loro avidità del dio denaro, loro padrone assoluto.
Da una parte produciamo di più e a bassi costi, dall’altra bruciamo tutto con i danni alla salute pubblica, sempre più colpita da allergie ed intolleranze alimentari, da tumori, malattie varie, senza accorgerci che così facendo siamo finiti ….negli escrementi puzzolenti delle stalle moderne.
SFALCIATURA DELL’ERBA – Una coltura appropriata del terreno agricolo sarebbe auspicabile per consentire la sopravvivenza sia dell’agricoltura, sia delle specie faunistica che vive in simbiosi con questa.
L’agricoltura moderna utilizza macchinari e concimi chimici che risultano deleteri alla fauna e alla flora  che vive nei prati, destinati allo sfalcio del fieno per l’alimentazione animale, sopratutto invernale.
Sarebbe opportuno che i prati fossero concimati in forma bio-dinamica e sfalciati ad una altezza di 15 centimetri, almeno per il primo taglio, onde consentire agli animali selvatici un minimo di sopravvivenza.
Con il secondo o terzo sfalcio si può abbassare la linea di taglio, lasciando sempre un minimo di erba, utile poi alla deambulazione autunnale degli animali della fattoria che, nutrendosi di erba tenera e sostanziosa, produrranno latte e carni migliori e di ottima qualità, oltre a concimare in modo naturale  il terreno di pascolo.
Per non parlare poi dei danni biologici provocati dall’utilizzo di concimi chimici e organici modificati per la concimazione dei prati, come oggi avviene.
Danni che si ripercuotono su tutto il ciclo naturale della vita e della terra,  dal verme alla fauna, alla flora,  infine all’uomo compreso.
I  coltivatori diretti, a loro insaputa, sono i primi ad essere interessati e colpiti nella salute e nel portafoglio.
In realtà tutto è stato studiato e voluto per arricchire solo le società  multinazionali,  sfruttatrici del mondo e primi adoratori del dio denaro!
Così la penso, la vedo e la scrivo

Gilberto Frigo

L’uomo del nord