La crisi italiana, come risolverla?

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Giorno dopo giorno giornali, radio, tv, c’infliggono la solita minestra riscaldata.
Oltre alle deprimenti notizie di femminicidi, omicidi, disastri ambientali, sport e calcio, tanto calcio che sembra non vi sia alcun altro sport praticato in Italia, ci parlano insistentemente di crisi aumentando sempre più il malessere di quasi tutti gli Italiani.
Quasi … perché una parte di noi non sa che cosa sia la crisi.
Sei milioni di cittadini fanno parte della categoria dei privilegiati. Tra questi un numero esiguo, solo duecentocinquantamila, sembra siano i per ricchi: povera gente che guadagna solo da un milione a trenta milioni l’anno, naturalmente d’inflazionati euro.
Di contro, 54milioni di Poveri, sempre Italiani, figli di un dio minore.
Ancora poi 3 milioni e più d’immigrati, con o senza permesso di soggiorno, ancora più poveri, anzi derelitti.
I media ci propinano notizie studiate a tavolino. L’Italia non cresce, la disoccupazione galoppa.
Le ditte chiudono per fallimento, le più fortunate espatriano, delocalizzando la produzione in paesi fiscalmente più vivibili.
Perché continuate a propinarci sempre la solita minestra ogni mezz’ora per tutto il giorno?
I paesi limitrofi quali Svizzera, Austria, Slovenia e poi Polonia, Cekia, Slovacchia, e altri.. accolgono a braccia aperte i nostri imprenditori.
I nostri migliori cervelli, poi, se ne vanno in Germania, in Cina, in America, dove trovano chi gli accoglie più che volentieri, dove i soldi per la ricerca, per l’innovazione non mancano.
Paesi dove un politico sconfitto, o definitivamente processato, si ritira a vita privata. Paesi in cui la farraginosa burocrazia che impera in questa povera Italia non esiste.
In quei Paesi un permesso per costruire un capannone produttivo, si ha in dieci giorni; il terreno lo acquisti a prezzi agevolati, gli aiuti finanziari se hai idee valide o una quota di capitale del 20 % ti sono concessi in dieci giorni, a tassi equi con un buon 20 % a fondo perduto; se assumi personale sei esente da tasse e gabelle per cinque anni. Paesi che attraggono gli imprenditori, non che li fanno fallire perché lo Stato non paga i propri debiti, come di consueto succede da noi in Italia … E così via dicendo.
Queste sono notizie, non l’agguato di camorra, che ci rende ridicoli e pericolosi agli occhi di chi da fuori confine ci osserva. E di noi dice: «Italiani merda».
In Italia molti orientali, asiatici, acquistano in contanti, con pacchi di soldi (altro che i mille euro canonici imposti dai governanti) tutte le possibili attività produttive, senza poi pagare un centesimo di tasse, cambiando l’intestatario della licenza ogni diciotto mesi, così sfuggono ad ogni controllo. Lo sanno tutti ma va bene così!
In Italia tutti i governi e i loro accoliti negli ultimi vent’anni hanno remato contro ogni soluzione di buon senso, aumentando ed istigando l’inflazione per esportare di più, aumentando di concerto smisuratamente il debito pubblico nazionale.
Così facendo sono aumentati i super ricchi e di contro i super poveri, facendo sparire quel ceto medio che ha sempre assicurato, almeno dal dopoguerra in poi, il benessere della Nazione.
I nostri politici che cosa fanno oggi? In pratica nulla.
60 miliardi e più di surplus del debito in quattro mesi, il 3% permesso in un anno dall’UE. Ora si devono trovare i soldi per l’Imu, poi quelli per scongiurare l’aumento dell’iva. Uno stato spendaccione che non riesce risparmiare neanche un miliardo su più d’ottocento di spesa. Ci si chiede: com’è gestito?
Una famiglia in difficoltà, come a milioni lo dimostrano le famiglie italiane, riduce le spese, elimina gli agi, gli extra, vende le auto che costano di più, cancella viaggi e vacanze, tira la cinghia, anche sulla spesa quotidiana.
In Italia no.
Lo Stato ed i suoi amministratori, dipendenti, managers, ecc, continuano a scialare, a spendere e spandere, tanto i soldi sono di tutti. Così si va indietro! Non si progredisce!
Oggi lo squilibrio fra pochi ricchi e tanti poveri è impressionante. Il 10% d’italiani possiede più del 50 % del valore nominale dei beni nazionali. Banche e assicurazioni poi posseggono un altro 25 %.  Cosa rimane al popolo di 54 milioni di individui, più 3,5mln di extra comunitari?  Solo il 25 % da spartire, con quanto poi di proprietà dello Stato!
Quando i politici vogliono far quadrare i conti s’inventano nuove tasse, che ricadono sempre sulla massa, mai sugli  iper ricchi o sulle banche, o assicurazioni.  no questi sono gli intoccabili!
Vorrei tanto una spiegazione.
Non parliamo poi dei privilegi e paghe di politici di tutte le istituzioni. Sono tutti indispensabili e assolutamente necessari, anche  ottantenni, e dopo una vita passata ad intrallazzare per amici e parenti. Vergogna all’italiana!
Passiamo alla soluzione, a cosa si potrebbe, si può, si deve fare!
Per la soluzione economica, si ipotizza la presente.
Premessa.
Oggi il debito pubblico supera i 2.200 mld. Lo Stato, quindi noi, paghiamo circa 100 mld. l’anno di interessi, il 5,3% del pil . In realtà più di quanto, al netto, è l’utile nazionale.
Il debito in queste condizioni è impagabile.
Di certo non si può pensare di aumentare ancora tasse e gabelle.  Abbiamo oltrepassato da tempo il limite, anche se in realtà  continuano ad aumentare.
Di contro c’è l’evasione fiscale si dice che superi i 100mld, ma questa in condizioni così disperate aiuta la sopravvivenza di tutti.  Se in realtà  non ci fosse avremmo cinque milioni di ulteriori poveri.
Buona volontà, sangue freddo e soprattutto buon senso.
Prima la buona volontà. È ora che si pensi al benessere di tutti, non solo di uno o di pochi.
Poi il buon senso. Ridurre deputati e senatori, consiglieri regionali, provinciali, managers ammanicati alla burocrazia, snellimento vero delle pratiche, diminuzione di costi e servizi, soprattutto diminuzione del prelievo fiscale.
Sia agglomerato tutto in unica tassa, semplice e definita che tutti  i possessori di reddito  avranno l’obbligo di pagare, con pene certe e definitive per chi non contribuisce.
Così facendo il governo della nave Italia riprenderà la rotta e la fiducia dei cittadini e del consesso internazionale.
Con molta determinatezza si devono ridurre a cifre ragionevoli le pensioni d’oro e d’argento, quindi parificare i diritti e i doveri di tutti i cittadini che hanno raggiunto l’età pensionabile, dando a tutti la possibilità di vivere dignitosamente, eliminando gli squilibri attuali, utilizzando quanto si verrà a risparmiare per abbassare il debito pubblico.
Ritornando alla possibile soluzione,ai 250.000 iper ricchi.
Con un po’ di umiltà si va a chiedere a questi signori di aiutare lo Stato ad abbassare il debito.
Un milione ciascuno, e chi più può meglio è. Perché a loro? Sono ricchi, sono Italiani, quanto gli rimane in cassa aumenterà automaticamente di valore.
Se il debito pubblico viene abbassato di 300- 400- miliardi, immediatamente il valore d’acquisto della moneta interna aumenta.
Di contro vediamo che ogni miliardo di debito causa un indebolimento della stessa, pertanto per logica succederà il contrario di quanto quotidianamente viviamo.
Anche il resto dei ricchi, calcolati in 6 milioni sono chiamati a contribuire, affinché sia ridotto il debito.  Senza poi parlare dei 54 milioni d’italiani, meno fortunati, che in base alla loro disponibilità saranno chiamati a contribuire. Iniziato il moto discendente, sarà più facile per lo Stato continuare sull’onda di miglioramento. Almeno lo auguro.
Tutto il popolo italiano verrà a beneficiarne. L’aumento di potere d’acquisto della moneta lascerà nelle tasche di ognuno qualcosa di più.
La domanda interna di conseguenza aumenterà, si avranno meno tasse e migliore distribuzione della ricchezza, meno sperpero statale. Staremo meglio tutti.
Basta aver il buon senso di iniziare!
 
Così la penso io.

Gilberto Frigo, l’uomo del Nord