La Teosofia e la via Osiridea


La parola teosofia deriva dal greco θεός, dio, e σοφία, sapienza; è una dottrina che è quasi una stratificazione diverse dottrine mistiche e filosofiche che interagiscono tra di loro.
Il teosofo è lo studioso sempre in cerca della verità, che mira a raggiungere attraverso la Fede, elementi filosofici orientali e occidentali, ed esoterici.
In stretto contatto con Dio, il teosofo crede nella metempsicosi, ovvero il passaggio da un corpo a un altro, e parte dal principio che tutte le religioni derivino da un’unica verità divina.
L’antica Scuola Osiridea di Napoli, di dottrina teosofica, risale al 67 d.C. con l’arrivo nella città partenopea degli Egizi di Alessandria, che si stabilirono per concessione dell’imperatore romano Nerone nel quartiere di San Lorenzo e Vicaria, tra via Nilo e via Tribunali, piazzetta Nido o Nilo, via Anticaglia, ora via San Giuseppe dei Rufi.
Portarono con sé l’antica tradizione egizia nata all’ombra delle piramidi e della Sfinge  dell’iniziazione che veniva praticata sotto la 18esima dinastia faraonica su una regina e su 112 tra faraoni e principi reali all’interno delle piramidi, con una strana sospensione della vita fisica.
In una Napoli culla della scuola di Della Porta, di Tommaso Campanella, Giordano Bruno e del marchese Santinelli, nel 1750 si concretizzò il pensiero dello scienziato Raimondo de Sangro principe di Sansevero, insieme con il suo amico svizzero il barone Tschudy e poi anche con il figlio Vincenzo e con il suo amico e maestro Altotas, il nobile Luigi d’Aquino di Caramanico, morto nel 1783, fratello del principe Francesco, morto in circostanze misteriose nel 1795 a Palermo.
A questo gruppo anni dopo si aggiunse l’avvocato e conte Giustiniano Lebano, nato a Napoli nel 1832.
Intanto la nobildonna e studiosa madame Blavatski, russa, in giro per Nordamerica, Europa e India, nel 1875 fondò la Società Teosofica Internazionale, dove si facevano studi comparati di storia e di filosofia delle religioni e filosofie occidentali e orientali, diffondendo poi la società in vari paesi europei.
Rientrando in Europa da un viaggio in India nell’aprile del 1885, la Blavatski si fermò in Italia, attratta dal mito di Giuseppe Garibaldi; ne visitò quindi la tomba, e poi venne a Napoli per aver accesso ai suoi misteri tradizionali.
Si recò in visita agli scavi di Pompei, di Ercolano, di Stabia, di Miseno e di Pozzuoli, non tralasciando nulla di ciò che era antico in Napoli, abbracciando nella sua ricerca anche il Vesuvio.
In questo percorso l’accompagnavano i cofondatori della Società Teosofica, il colonnello americano Olcott e il medico bavarese Franz Hartmann; andarono così alla scoperta dei favolosi e leggendari maestri della Rosacroce, mitica società fondata intorno al 1618 in Germania e diffusa anche a Parigi dal 1624 e gradualmente in Gran Bretagna e in Olanda ed nel 1600 in Italia.
I tre teosofi presero alloggio per tre mesi in aprile del 1885 all’hotel Napoli di Torre del Greco e incontrarono più volte nella villa di Trecase l’avvocato Lebano e sua moglie Virginia Bocchini, nipote del giudice Domenico, per accedere all’antico sapere Osirideo napoletano dei misteri cari al principe di Sansevero, allo stesso Lebano e in seguito al giovane Kremmerz da Portici, morto a Nizza nel 1930.
La Blavatski, acquisita la conoscenza e forte di questo sapere, regolò sezioni nazionali teosofiche negli Stati Uniti nel 1886 e in Gran Bretagna nel 1888; l’anno seguente in Francia e nel 1895 in Svezia.
Cosi pure Franz Hartmann in Germania nel 1895 – fondando nello stesso anno anche nella regione della Baviera l’ordine dei Rosacroce d’Oro -, nel 1891 in India e nel 1897 in Olanda.
In Italia la Società Teosofica fu attiva dal 1891prima in alcune regioni e poi in senso nazionale nel 1902.
Morta la Blavatsky, venne eletta presidentessa teosofica mondiale l’inglese Annie Besant;  seguace delle dottrine rosicruciane e teosofiche.
Nel 1906 venne a Napoli, e come i fondatori della Società, andò a farsi iniziare dall’avvocato Giustiniano Lebano, rimasto vedovo nel 1904.
Fu proprio la Besant a osservare che il motto araldico dei Lebano, Salvus fuit (Fu salvo), era stato cambiato dall’avvocato nel motto personale Saltus fuit et in arcadia ego (Fu trasformato da …)
Dopo la morte di Giustiniano, a Trecase il 23 novembre 1910, nel 1912 la Besant fondò un tempio dei Rosacroce in teosofia ad Adydar, India.
Mori nel 1933 e per sua volontà venne cremata; anche il suo famoso amico il vescovo anglicano  inglese Leadbeter, mori nel 1934 con gli stessi paramenti iniziatici.
Un loro diretto discepolo indiano, lo scrittore Ianradasa nel 1945 venne in visita in Gran Bretagna e in Italia; volle visitare Villa Lebano e cercò l’albergo di Torre del Greco in cui aveva soggiornato la Blavatsky nel 1885 con l’intenzione di apporvi una targa commemorativa teosofica; purtroppo l’hotel era rimasto distrutto da un bombardamento aereo nel 1943.
Si sa che Ianradasa studiò sui testi di Lebano e del Kremmerz; in seguito presidente mondiale della Società Teosofica; morì in India nel 1953.
La Società Teosofica è sviluppata in tutto il mondo; in Italia gode dal 1980 del riconoscimento di Ente Morale Filantropico-Culturale, concesso dal Governo Italiano con Decreto n. 821 del Presidente della Repubblica, all’epoca Sandro Pertini.
A Napoli nel 1973 è nato il primo centro con il gruppo Humanitas; nel 1975 un secondo con il gruppo Partenopeo.
Infine nel 1994 è sorto il terzo centro con il gruppo Cenacolo Phoenix, che studia le tematiche teosofiche e dal 1995 anche le tematiche di studi comparati filosofici Osiridei di Napoli, come  gruppo di ordine teosofico internazionale di servizio, già Centro Studi Rosacruciano di Napoli Cenacolo Phoenix nel 1983.
Negli ultimi anni si sono tenuti molti congressi teosofici organizzati da Cenacolo Phoenix con seminari sulla via iniziatica napoletana cara a Lebano, tra cui quello di Seiano nel 1998 e di Capri nel 2011, all’ombra del motto di Giustiniano Lebano Saltus fuit.

Michele Di Iorio