Villa delle Ginestre: dopo il restauro anche museo e teatro

 

TORRE DEL GRECO – Grazie all’impegno della Fondazione Ente Ville Vesuviane, e all’indispensabile sostegno di ARCUS s.p.a., Villa delle Ginestre torna a nuova vita con un modernissimo allestimento museale, dove il visitatore viene accompagnato in un’esperienza coinvolgente e multimediale.
Dopo poco meno di un anno di lavori, lo scorso 29 giugno 2012, è stata riaperta la dimora storica dove visse Giacomo Leopardi negli ultimi mesi di vita.
In occasione del 215esimo anniversario dalla nascita di Giacomo Leopardi, nel giorno del genetliaco del poeta, il 29 giugno, la Fondazione Ente Ville Vesuviane in collaborazione con l’Assessorato agli Eventi del Comune di Torre del Greco, l’Associazione Culturale NarteA, Villa Signorini, “Vini, Ville e Sapori” e Makers Eventi, presenta “Una Giornata Particolare”: una serie di appuntamenti teatrali, musicali ed enogastronomici, in programma dalle  10 alle ore 21.30 di sabato 29.
Nel pomeriggio, l’Associazione Culturale NarteA metterà in scena negli ambienti interni ed esterni della villa la visita teatralizzata “Il Fiore del deserto”, con attori in abiti d’epoca che attraverso il racconto delle figure che conobbero il poeta, non senza effetti comici e trovate divertenti, ricorderanno il Leopardi del periodo napoletano, ovvero l’uomo e il poeta con i suoi pensieri e i suoi sentimenti .
La  “Giornata” a Villa della Ginestre si concluderà alle ore 21.30 nel teatro di verzura con il concerto “L’Italia in Musica e Poesia, Canzoni d’Autore da Napoli a Bologna e … dintorni”.
Il maestro Espedito De Marino, chitarrista per lungo tempo al fianco di Roberto Murolo, e il suo Aglaia Quartet, suonerà i classici della tradizione partenopea e della canzone italiana, con un omaggio a Lucio Dalla, tra cui ’Na voce, na chitarra e ‘o poco e luna,  Luna Caprese,  Don Raffae’, Caruso,  Tammurriata nera, “Cu’ mme’”, L’anno che verrà, Occhi di ragazza, Piazza Grande, ’O marenariello,  Napule è.
Il grande poeta recanatese tra il 1836 ed il 1837 trascorse tra Napoli e Torre del Greco un periodo di serenità, ma anche di sofferenza a causa della malattia che non gli dava tregua e che lo avrebbe portato alla morte.
Proprio nella villa vesuviana alle pendici del Vesuvio, che appartenne alla famiglia Ferrigni,
compose le grandi liriche “Il Tramonto della Luna” e “La Ginestra”.
Nell’antica dimora tornata a nuova vita viene anche gelosamente conservata la stanza da letto ccon i mobili originali e alcune suppellettili appartenute a Leopardi.
Il giardino di verzura ospita invece il nuovo spazio teatrale all’aperto da 400 posti.
La serata d’inaugurazione dello spazio teatrale è in programma venerdì 31 agosto alle 21 con il concerto della cantante e compositrice Nair.
Leopardi e Villa Delle Ginestre
Il poeta Giacomo Leopardi, infermo e bisognoso di aria salubre, si trasferì alla villa con il suo amico Antonio Ranieri, cognato del proprietario, nell’aprile del 1836 per sfuggire la minaccia dell’epidemia di colera che era scoppiato a Napoli e vi dimorò, con una breve interruzione napoletana, fino al marzo 1837.
Passeggiava in questi luoghi e osservando la natura circostante sovrastata dal minaccioso vulcano e rimasta brulla e scarna, con gli arsi costoni di lava delle eruzioni fino all’ultima del 1806, ma aperta su un ampio prospetto di campagna e di marina con lo spettacolo del Vesuvio fumante e con un vasto manto di dorate e odorose ginestre.
Giacomo Leopardi infatti scrisse al padre: «Il giovamento che mi ha prodotto questo clima è appena sensibile: anche dopo che sono passato a godere la miglior aria di Napoli abitando in un’altura a vista di tutto il golfo di Portici e del Vesuvio, del quale contemplo ogni giorno il fumo e ogni notte la lava ardente …»
La villa apparteneva in origine al canonico monsignor Giuseppe Simioli  e passò poi a sua sorella Margherita che aveva sposato Diego Ferrigni.
Per testamento andò al figlio Giuseppe, valente avvocato e letterato napoletano vice presidente del Senato dell’allora costituito Regno d’Italia che, nel 1826 sposò Enrichetta Ranieri, sorella di Antonio.
La villa passò poi in eredità nel 1864 ad Argia Ferrigni, figlia di Giuseppe, nel 1902 a suo figlio Americo De Gennaro e per eredità ancora ai Duchi Carafa D’Andria pervenendo, nel 1924, ai conti De Gavardo dai quali lo Stato l’acquistò nel 1962.
(Foto: Ufficio stampa)