Pensieri e considerazioni

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Considerato e confermato che l’era industriale per l’Italia è finita, cosa ci resta da fare?
Credo che l’unica nostra attuale possibilità, visto che qui non si può più fare impresa o fondare nuove fabbriche, tanto il fisco se le mangerebbe con il beneplacito consenso di tutti gli amministratori politico-economici, forse, e dico forse, ci resta il turismo.
Sarebbe il caso di rafforzare i Ministeri del Turismo e dei  Beni Culturali Ambientali.
Dare a questi Ministeri un portafoglio per investimenti ingenti, per rinfrancare quanto ci resta del nostro patrimonio, pubblico e privato, e proporre la nostra penisola sotto una nuova veste fatta di infrastrutture – parchi, alberghi, musei, ristoranti, teatri ecc. e quant’altro – al fine di riprendere il flusso turistico europeo e mondiale che ci ha sempre distinto nel mondo per le bellezze dei nostri siti, oltre che per la  ricchezza delle opere d’arte e per la  nostra storia più che millenaria.
Se non riusciamo neppure ad organizzare questo, dovremo completamente soccombere al dominio straniero, che ci ha già messo il giogo nei secoli passati, e ringraziare la sorta di mala-politica che ci ha governati negli ultimi trent’anni.
Noi italiani siamo talmente ingenui da credere di essere esenti da catastrofi di carattere morale ed economico, fondando la nostra sicurezza sulla capacità di saperci arrangiare individualmente nei momenti difficili.
Non siamo capaci di pensare e capire che l’unione fa la forza (vedi l’unificazione delle due Germanie), mentre la singolarità non è un privilegio ma una grande stupidaggine.
Il “faccio tutto io” di qualcuno che ci ha portati politicamente a tutto questo, ce lo dimostra in pieno!.
Così la penso io.

Gilberto Frigo, l’uomo del Nord