"Settimana della Cultura", gran finale con Lina Wertmüller

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SAN GIORGIO A CREMANO – Lina Wertmüller (foto) sarà la protagonista della giornata conclusiva della Settimana della Cultura della Città di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, organizzata dalla Pro Loco con il patrocinio dell’amministrazione comunale.
L’appuntamento è per sabato 27 aprile, alle 17, nella Biblioteca Comunale di Cultura Vesuviana di Villa Bruno, in via Cavalli di Bronzo 20, dove la regista e sceneggiatrice  romana presenterà il suo ultimo libro “Tutto a posto e niente in ordine. Vita di una regista di buonumore”, da cui l’attrice Nicoletta Dalla Corte leggerà alcuni brani.
Dopo Roma, Bologna e Napoli l’autobiografia edita da Mondadori arriva a San Giorgio a Cremano, dove l’eclettica autrice torna ad oltre venti anni di distanza da ‘Io speriamo che me la cavo’, film tratto dal best-seller di Marcello D’Orta, interpretato da Paolo Villaggio e girato, nel 1992, in una delle dimore storiche della cittadina, Villa Pignatelli di Montecalvo. «Il suo recupero – dichiara l’assessore alla Valorizzazione delle Ville Vesuviane, Giorgio Zinno – sta a cuore sia alla città, vista anche la recente costituzione di un comitato cittadino che preme per la realizzazione dei necessari interventi di riqualificazione, sia all’amministrazione che sta investendo molte energie sul suo rilancio».
Tra aneddoti, riflessioni e racconti il libro ripercorre la carriera cinquantennale della “regina del grottesco” che ha attraversato la storia del cinema italiano ed internazionale con straordinaria ironia e  vitalità, citando episodi vissuti al fianco di Giulietta Masina, di Marcello Mastroianni, Pier Paolo Pasolini e Alberto Moravia di cui narra la tormentata storia d’amore con Elsa Morante. Ed ancora, ricordi di Roberto Rossellini, Sophia Loren, diretta anche di recente nella fiction ‘Francesca e Nunziata’ (2001) e ne film ‘Peperoni ripieni e pesci in faccia’ (2004) e di alcuni dei suoi più intimi amici come il regista Francesco Rosi e lo scrittore e sceneggiatore Raffaele La Capria.
In pagine ricche di humor e piene di energia, Lina Wertmüller racconta le sue mille avventure professionali e umane e la fitta e gioiosa trama di incontri e amicizie (da Fellini a Zeffirelli, da Flora Mastroianni a Suso Cecchi D’Amico). Illuminati dai colori vermigli e mediterranei della sua Roma accarezzata da ponentini e scirocchi, scorrono i fotogrammi di una vita intera trascorsa insieme al marito Enrico Job, lo studente di Praga (“l’uomo più importante che mi sia capitato di incontrare”), scenografo e costumista, a fianco del quale ha condiviso davvero tutto, a cominciare dall’amatissima figlia Zulima, detta Maucì.  Partendo dal lontano 1827 – quando, in una sera d’inverno un suo nobile antenato svizzero, il barone Johann Heinrich Werdmüller von Elgg Esapanol von Brauchich, si innamorò di una danseuse d’étoile e per lei sfidò a duello e uccise il suo amante, un principe di sangue tedesco di cui viene taciuto il nome –  l’autobiografia percorre gli anni dell’infanzia e la scoperta della vocazione per lo spettacolo fino gli incontri con i maggiori attori e registi del Novecento. Spiritosa e profonda, conquista il lettore come un film avvincente e pieno di colpi di scena, anche perché Lina Wertmüller, da bambina esagitata e rompiscatole a donna caparbia, creativa e straordinariamente vitale, dimostra di aver sempre cercato di camminare dal “sunny side of the street”, dal lato assolato della strada «e onestamente – sostiene –  mi è andata bene».
(Fonte foto: web)

Assia Filosa