Villa Mascolo, uno splendore restituito alla Città

PORTICI – Tra le dimore vesuviane del tratto che va da Croce del Lagno alla Reggia di via Università in località San Cristoforo si incontra Villa Mascolo di via Scalea.
Si sa poco di Villa Mascolo; costruita nel Settecento, sorge in una zona dove all’epoca solitamente sui muri si raffiguravano icone del Santo per proteggersi dalla peste, di cui Cristoforo era protettore
Non è possibile ricostruire la storia originaria di questo edificio perché sorse nel periodo in cui Carlo III di Borbone, per facilitare nei dintorni di Palazzo Reale insediamenti di nobili della corte, favorì quella che oggi si potrebbe definire edilizia residenziale nel tratto del Miglio d’Oro.
Infatti con un editto del 1717 consentì di costruire senza licenza della Regia Camera e sancì il privilegio dell’esenzione fiscale; tale esenzione fu in vigore fino al 1877.
Vi erano dunque vari motivi per cui di alcune ville vesuviane non è stato possibile risalire ai committenti e agli architetti originari: mancanza di fonti iconografiche ma soprattutto perché non ve n’è traccia nel Sommarione, ovvero il registro dei numeri di mappa con l’indicazione del proprietario, della qualità colturale, della classe di produttività, della contrada e della superficie del mappale.
Il Sommarione era una sorta di catasto, che venne invece istituito nel 1809 nell’ambito della riforma legislativa voluta da Murat.
Le notizie su Villa Mascolo sono databili dal 1833, quando un atto notarile rende noto che i proprietari dell’epoca erano i fratelli Mascolo; non esistono altri atti di proprietà documentati precedenti a quell’anno.
Gli ultimi proprietari privati furono Palumbo e Lavitrano che nel 1936 donarono la villa alla Curia.
Dal 1997 la proprietà è passata al Comune di Portici.
La grandiosità originaria di Villa Mascolo si evince dalla Mappa del Duca di Noja del 1775: si trovava a monte di un grande parco all’incirca di 30.000 m²; a sud si estendeva fino alla Strada Regia, l’attuale corso Garibaldi, terminando con due costruzioni più piccole, come risulta dal rogito del 1833.
La fabbrica ha un’impostazione planimetrica inusuale rispetto a quella tipica delle ville vesuviane; l’ingresso principale si trova a via Scalea, mentre sulla Strada Regia si apriva quello secondario.
Il monumentale portale d’accesso in piperno di via Scalea si apre verso la zona giardino che un tempo si estendeva fino ad includere una zona destinata alla coltivazione: non era soltanto dunque casino di delizie ma anche azienda agricola.
L’edificio aveva un cortile ad emiciclo che conduceva al parco e quindi alla tenuta; una grande esedra, con un pozzo centrale, raccordava parco e palazzo.
Originariamente l’esedra «… era costituita da otto arcatelle e pilastrini sagomati, oggi completamente tompagnate, concluse da un fregio in cui si alternavano volute e statue montate su piedistalli».
E ancora «… resti di stucco ci fanno facilmente immaginare che questo insieme, ornato dall’ alternarsi di busti e di volute, formava uno scenografico effetto d’ architettura e di verde».
Un tempo la facciata riportava pilastri ed arcate, mentre oggi sono ancora presenti solo gli stucchi che ornano le finestre.
Dal lato di via Paladino i balconi erano ornati da decorazioni in stucco, mentre sui timpani di quelli che affacciano su via San Cristoforo erano presenti mascheroni.
Disposta su più livelli, la fabbrica ha anche ambienti sotterranei, da cui un tempo si poteva raggiungere una rete di camminamenti o canali che convogliavano acqua alle varie ville, presenti già in epoca romana, come nel caso della cinquecentesca Villa Leucopetra, oggi Villa Nava, dove sono state rinvenute evidenti tracce di una costruzione preesistente.
Le scale interne con balaustra in ferro e piperno e la volta affrescata dell’androne, molto danneggiate, sono state restaurate dopo l’acquisizione del 1997 da parte dell’ Amministrazione Comunale.
La destinazione d’uso è quella di “Museo Multimediale Interattivo dell’Area Vesuviana”, inserito in progetto più ampio di riutilizzo a fini culturali e scientifici ma anche di intrattenimento.
Il progetto denominato “Regal Villa di Portici” si articola nella realizzazione di un unico polo collegato alla gestione del Distretto turistico-culturale composto dai Comuni di Portici, San Giorgio a Cremano ed Ercolano.
Si tratta di una vera innovazione, la prima in Italia.
Il progetto, predisposto dalla Fondazione Idis, è stato realizzato su indirizzo della Soprintendenza Archeologica di Pompei e della Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici di Napoli e provincia, con la collaborazione del Comune di Portici, che più volte ha sollecitato l’integrazione di diverse attività culturali e produttive.
L’Amministrazione comunale, puntando sull’integrazione tra pubblico e privato non solo mirò alla diminuzione della spesa pubblica complessiva e a preservare il Bene mettendolo a disposizione di cittadini e turisti, ma anche al coinvolgimento di imprenditori che rafforzassero la gestione di entrate e favorissero reinvestimenti per il miglioramento, la promozione, l’ampliamento e il rinnovo delle collezioni.
A questo proposito il Comune bandì una gara pubblica che si concluse con l’individuazione di un gruppo misto composto da operatori del settore economico, della ricerca, della formazione, dell’organizzazione di eventi e della gestione di musei.
Consolidati in un unico soggetto economico, i partecipanti al bando sono oggi Gepagrup Scarl, una società cosortile finalizzata non solo alla gestione ma anche alla fornitura di una serie di servizi.
Attualmente i lavori di restauro del parco sono in via di ultimazione, come pure il grande teatro all’aperto, la Cavea, la cui apertura è prevista per il mese di luglio.
All’interno del parco si trovano alcune opere degli artisti Bianco e Valente. Oltre ad una scultura luminosa, a breve termine sarà ultimata un’installazione ambientale, dove le armonie sonore diffuse da circa sessanta altoparlanti varieranno in relazione ai piccoli movimenti tellurici del Vesuvio, misurati tramite la rete di rilevamento dell’Osservatorio Vesuviano.
Il programma futuro della Gepagrup Scarl prevede in ogni caso di avviare una serie di attività anche con la realizzazione di strutture temporanee in alternativa a quelle eventualmente non pronte per la prossima estate.
In definizione inoltre l’organigramma funzionale della società per i settori che riguardano gli eventi, distinti in organizzazione spettacoli e organizzazione mostre.
Per il settore degli spettacoli sono previsti quattro direttori artistici rispettivamente per Teatro, Danza, Cinema e Musica.
Per il settore mostre sono invece previsti tre direttori artistici: Arte antica, Arte contemporanea e Arte figurativa e organizzazione di mostre tematiche.
Ognuno dei due settori sarà strutturato con coordinatori e segreterie specifiche.
Direttori artistici e coordinatori verranno selezionati tra i massimi esperti nazionali nelle singole discipline.
Alcuni registi, musicisti e direttori di musei hanno già confermato la loro collaborazione. I nomi saranno comunicati in una prossima conferenza stampa.