Io parlo Web, e tu?

Il web, e in particolare il socialnetwork, non è altro che un caleidoscopio della vita quotidiana.
Niente di assolutamente nuovo, solo moltiplicato all’ennesima potenza.
È la materialità della vita moltiplicata la velocità della luce al quadrato: energia, immagine.
Nel web mangiamo immagini, divorando tutto con una incredibile avidità e velocità.
È la nuova “cultura”, il nuovo linguaggio, e chi come me è alle soglie dei 50 anni non è abituato, perché ormai vecchio e fa fatica a comprendere.
La cultura di Google cavalca velocemente le onde.
Appare  profonda a chi non ne sa niente o poco. Surfing, ha detto qualcuno.
Chi fa surfing corre, corre senza muoversi da quel punto fisico dell’universo con gli occhi fissi sul monitor del computer con il pensiero proiettato in qualsiasi direzione possibile dell’universo .
L’importante è apparire: anche solo nell’arco di un clic tanti danno un senso alla vita.
Sembra tutto effimero, superficiale, inutile, ma non lo è.
Quando dal web tutta quella gente invade le piazze, si organizza, manifesta insoddisfazioni, occupa sedi tradizionalmente e secolarmente presidiate da caste privilegiate di apparati di potere, allora ci rendiamo conto che il  linguaggio del web è una vera rivoluzione culturale ed epocale che stiamo vivendo.
Una rivoluzione pari solo, nella storia dell’umanità, al passaggio dalla trasmissione della parola orale alla parola scritta, avuta con l’invenzione della stampa, settecento anni fa.
Se noi siamo rappresentati dal  linguaggio quello del web rappresenta la più grande e stravolgente rivoluzione che l’umanità sta affrontando nella storia della comunicazione.
È naturale che in questo periodo di transizione, dove tantissime certezze e dogmi acquisiiti, stratificatosi nei secoli, religiosi, politici, familiari, economici, culturali, li vediamo sgretolare velocemente davanti ai nostri occhi con la sensazione di impotenza.
Negli ultimi anni, sono accaduti fatti impensabili fino a qualche decennio fa, tanti dei quali riconducibili alla rivoluzione in attto del linguaggio.
Nel Mediterraneo i popoli insorgono contro i poteri dittatoriali; in America viene eletto il presidente di colore; il mio ultimo telefonino comprato in Giappone e arrivato dopo tre giorni direttamente a casa; il Papa nero gesuita coincide con il Papa dal colore dei domenicani, bianco; cittadini che non hanno mai fatto politica si organizzano, invadono con i loro svariati colori le piazze d’Italia per poi insediarsi nel Parlamento con un ampio consenso democratico e popolare.
Il mio libro che diventa un’opera non conclusa e che è continuamente aggiornata con i consigli e i suggerimenti anche di chi è oltreoceano in tempo reale.
La prima copia stampata, prima che la vedessi io, viene venduta in una provincia di Lille, nel Nord della Francia, in un paesino dove non c’è neanche una libreria e sicuramente, fino a dieci anni fa soltanto, chi lo ha acquistato non avrebbe avuto mai la possibilità di poter leggere una mia frase.
E un mio caro amico ha conosciuto una splendida ragazza, che vive in un paesino a nord della Germania; dopo alcuni mesi che hanno chattato, si sono incontrati, si sono sposati e hanno trovato la felicità.
Il linguaggio del web, un linguaggio potente, stravolgente.
(Foto: web)

Mario Scippa