Concluso il torneo di Rugby 6 Nazioni

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ROMA – Sabato 16 marzo si è conclusa l’edizione 2013 del 6 Nazioni, il più importante torneo continentale di Rugby, che si tiene ogni anno a cavallo dei mesi di Febbraio e Marzo.
Le migliori 6 compagini europee si sono sfidate in quello che è anche il torneo per rappresentative nazionali più longevo fra tutti gli sport di squadra.
La prima edizione risale addirittura al 1883, vi partecipavano solo le 4 rappresentative delle federazioni anglosassoni, l’Inghilterra, il Galles, la Scozia e l’Irlanda a cui si aggiunse la Francia nel 1910.
Solo recentemente il torneo è stato aperto ad una sesta squadra, l’Italia, che dopo diversi anni di buoni risultati a livello internazionale, nel 2000 è entrata ufficialmente nel gotha del Rugby mondiale facendo il suo debutto nella competizione.
Quest’ultima edizione del 6 nazioni ha visto la squadra del Galles bissare il successo dello scorso anno, battendo, nell’ultima giornata e sonoramente, quella che era considerata la favorita del torneo, l’Inghilterra.
Un 30-3 che non ammette repliche, una superiorità schiacciante contro i bianco-crociati inglesi, che dopo aver impartito delle dure lezioni a Scozia, Irlanda e Francia nelle prime tre partite, aveva avuto già qualche problema a contenere la voglia di riscatto degli azzurri nella penultima gara, rischiando seriamente negli ultimi minuti di subire la meta di quello che sarebbe stato uno storico pareggio per l’Italia.
La nostra compagine ha disputato un buon torneo, il quarto posto finale (a pari punto con la Scozia che però aveva migliore differenza punti e si era imposta nello scontro diretto); eguaglia il miglior piazzamento di sempre del 2007. Si portano a casa due bellissimi successi, il primo nella partita inaugurale con la Francia (23-18) e l’altro in quella conclusiva contro l’Irlanda (22-15), intervallate però da due brutte figure con Scozia e Galles, dove la squadra è apparsa confusa, con poche idee e soprattutto senza il necessario impeto agonistico ed un’altra sconfitta, più sfortunata, in terra d’Albione, di cui già si è detto.
Un bilancio, dicevamo, tutto sommato positivo, anche per la qualità del gioco espressa in alcuni frangenti dagli azzurri, che al secondo anno sotto la guida di Brunel, il tecnico francese che in poco tempo ha fatto dimenticare l’opaca gestione del sudafricano Mallet (un mondiale giocato ben al di sotto delle potenzialità della squadra e nei quattro anni di preparazione allo stesso più bassi che alti), ha dimostrato di avere assimilato le novità tattiche volute dal transalpino, con una difesa più aggressiva ed maggiore rapidità nello sviluppo del gioco al largo.
In particolare, nella partita conclusiva, il quindici azzurro ha stupito per l’autorità con cui ha giocato e che ha permesso di portare a casa una vittoria non tanto larga quanto il campo ha effettivamente mostrato.
Un degno addio, tra l’altro, alla nazionale per uno dei giocatori più rappresentativi di sempre del rugby italiano, il pilone siciliano Andrea Lo Cicero, detto il “barone”, non solo per le origini nobiliari della sua famiglia, che con la partita con il Galles ha raggiunto la presenza n.103 in nazionale, record di sempre per un giocatore in maglia azzurra.
Un colosso per il Rugby italiano, che a 37 anni suonati, e per un pilone il termine vale ancora di più, conclude una carriera splendida, in Italia e Francia, dove tutt’ora gioca, vissuta da autentico protagonista negli ultimi quindici anni.
Buone notizia sono arrivate anche dai giovani schierati dal tecnico azzurro, un nome su tutti, Tommaso Benvenuti che a soli 22 anni ha mostrato di avere una maturità, che solitamente gli appassionati sono abituati a vedere solo nei promettenti giovani dell’Australia o della Nuova Zelanda, ma anche dalla mediana formata da Gori ed Orquera, che quando ha girato ha dato una marcia in più alla squadra.
Anche nei calci, storicamente un nostro punto debole da quando il cecchino Diego Dominguez si è ritirato, la squadra ha mostrato netti miglioramenti, diversificando soluzioni con più calciatori.
Splendida sorpresa  è stato il calcio piazzato in mezzo ai pali da Gonzalo Garcia da quasi metà campo nella vittoria conclusiva contro l’Irlanda che ha fatto letteralmente esplodere l’Olimpico. Insostituibili, poi, le terze linee Zanni e capitan Parisse, che insieme all’estremo Masi, sono dei giocatori di livello assoluto che non sfigurerebbero in nessun’altra grande nazionale.
In definitiva si è assistito di sicuro ad un’evoluzione della squadra italiana, che sembra completare alcune  lacune del passato e guardare avanti al futuro con ottimismo.
Daniele Belli