La Scuola di Resina a Villa Mascolo

PORTICI –  L’Associazione Communitas Vesuviana giovedì 7 marzo ha presentato alla Villa Vesuviana Mascolo di via Scalea “Esperienze artistiche a Portici tra Ottocento e Novecento”, un itinerario artistico-culturale che attraverso tre seminari sulle esperienze artistiche a Portici che partirà dalla fine dell’Ottocento ad oggi, dalla Scuola di Resina o Repubblica di Portici, passando per il periodo delle due guerre fino alle espressioni artistiche dei movimenti degli anni ’70 fino alle ultime espressioni contemporanee.
Il dibattito, introdotto dall’arch. Umberto Piezzo di Gepagroup, la società che ha in gestione il complesso storico, è stato presentato da Carlo De Luca dell’associazione Communitas Vesuviana, mentre la specificità di ciascun seminario è stata descritta da Flora Girosi.
Il compito di illustrare il contesto storico del ‘700-‘800 nel quale s’innesta la Scuola di Resìna è toccato a Salvatore Marciano di Marciano Arte, che si è inoltre soffermato sul complesso mercato dell’arte e sullo spazio che i trovano gli artisti del territorio.
Le tre giovanissime storiche e critiche d’Arte Pasqualina Pasquetti, Roberta Avilia e Manuela Torre hanno invece fatto una profonda disanima sui vari aspetti della Scuola di Resìna.
Tutti gli interventi sono stai affiancati da supporto video.
La scuola di Resina era una libera unione di pittori provenienti da diverse esperienze ma ugualmente insofferenti alla pittura accademica dell’epoca che si dibatteva tra pittura epico-celebrativa, influenze greco-latina e gli ultimi echi del neoclassicismo del secolo precedente.
Fiorì a Portici, al confine di Ercolano, un tempo chiamata Resìna, tra il 1863 e il 1867 quando il pittore Marco De Gregorio cominciò a riunirsi altri artisti, come Federico Rossano e il fiorentino Adriano Cecioni, cui in seguito si aggiunsero Giuseppe De Nittis, Francesco Lojacono, Alceste Campriani, lo scultore Raffaele Belliazzi e, in periodi diversi, Enrico Gaeta, Edoardo Dalbono e il pittore e letterato Francesco Netti, Paolo Michetti, Antonino Leto.
I giovani artisti erano tanto insofferenti che il Morelli ironizzò definendo la loro Scuola Repubblica di Portici, proprio per il loro percorso di rottura con gli schemi pittorici che, partendo dal realismo e dal verismo dei Macchiaioli, fece scaturire una corrente artistica originale e del tutto nuova.
Come per la Scuola di Posillipo, la Scuola di Resina con occhio quasi fotografico scelse come soggetti paesaggi rurali e marini, lavoratori ovvero ritrassero una quotidianità che già aveva in nuce la suggestione, esaltando i colori mediterranei, esprimendo quasi i profumi di una terra generosa.
L’iniziativa, frutto esclusivamente di un appassionato volontariato,  è stata organizzata dall’associazione Communitas Vesuviana e Marciano Arte e in collaborazione con: Società Gepagroup – Villa Mascolo, Associazione Mi.Mi.A.rts. e Associazione Miglio d’Oro Art.
(Foto: quadro di Antonino Leto “Marina Grande”)