Modugno e la serialità tv

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Come due vecchietti, anche se non ancora anagraficamente, i due pensionati Mario G. e Giggi E. avevano preso  l’abitudine di fermarsi alla stessa panchina sul viale che porta ai Giardino della Villa Comunale, ogni giorno, all’incirca alla stessa ora della mattina.
Giggi E. era un docente in pensione, mentre Mario era stato un ferroviere.
Anche se non c’era un appuntamento stabilito oralmente, era come implicito l’incontro, la chiacchierata, e la passeggiata per prendere un caffè al bar, per poi salutarsi. Una routine confortevole, che veniva tralasciata, con un certo qual dispiacere, solo nelle giornate di pioggia: come era avvenuto ieri e l’atro ieri, per esempio. Oggi, che ha fatto un bel sole, dopo un paio di giorni di pioggia e freddo, era molto piacevole incontrarsi.
«Caro don Mario, già qui? ».
«Eh, ho fatto un po’ prima…Come va? tutto bene? Ieri siete passato?… ».
«Nooo, pioveva e faceva freddo…E voi, prufessò?».
«Tale e quale a voi…».
Subentrò una fase di silenzio, mentre si mettevano comodi. Nel frattempo si guardavano attorno: osservavano il poco traffico, qualche passante, i diversi tizi e tizie che si dirigevano con passo di corsa verso gli ingressi dei Giardini, in abbigliamento ginnico: per lo più firmato, altre volte un po’ trasandato.
Già ne avevano discusso ampiamente e approfonditamente: e anche per questo, sulla base di un sostanziale accordo sulle visioni di fondo di vita che avevano riscontrato,  avevano stretto quel rapporto se non di amicizia almeno di ampiamente tollerata vicinanza.
Fu Mario a interrompere, graditamente, il silenzio: «Prufessò, avete visto ieri sera Modugno in televisione? ».
Giggi E. rispose con una riflessione che voleva essere  umoristica: «Eh, ne so’ passati gli anni quando vedevo Domenico Modugno in televisione: Volare, Ciao bambina … ».
Mario abbozza un sorriso di cortesia: «Sempre a pazzia’!…No, dicevo la fiction di Rai 1 con Fiorello chill’ato (quell’altro, per distinguerlo dall’entertainer, Rosario) ».
«Sì che l’ho vista e m’è pure piaciuta…Beppe Fiorello non solo è davvero bravo, ma è entrato dentro il personaggio: anzi, lo ha detto proprio che era un cosa a cui teneva moltissimo, sia l’interpretarlo che diventarne parte, perché l’ha amato e ammirato tantissimo … ».
«È proprio vero … Ma, a proposito della battuta che voi avete fatto, io davvero mi sono sentito trasportato in quegli anni … Quando ascoltavo la voce, che poi, mannaggia!, era proprio la stessa di Modugno – ma comm’a’fatt’? – mi pareva di stare a casa mia con la mia famiglia, io ero assai piccirillo, a sentirlo; ad applaudire perfino, come se fossimo stati al teatro insieme a lui … ».
«È vero, è vero. Mi ricordo pure – soggiunge con gli occhi fissi su un punto lontano, quasi rapito Giggi, come se fosse stato trasportato dall’onda dei ricordi – che davanti al televisore c’era tutta la famiglia, e intendo l’intera famiglia presente nei paraggi: zii, nonni, cugini, “fidanzati in casa” della varie cuginotte da maritare, ecc.,vicini di casa, perché allora mica tutti avevano la tv in casa.
Ma per tutti quelli che stavano casa mia, Sanremo era un evento gioioso, tipo le partite del Napoli di oggi, che si doveva condividere, perché poi a commentare le canzoni erano tutti, perché a tutti piaceva la canzone melodica italiana …  ».
«Anche napoletana, se è per questo, aggiunge Mario: a quei tempi c’era pure il Festival della Canzone Napoletana … Che si viveva allo stesso identico modo … ».
«È così: perché questo capitava anche agli altri, per quello che mi ricordo: a tutti gli altri con i quali avevamo a che fare: dal salumiere, dal macellaio, in merceria, dappertutto quando accompagnavo  mammà a fare la spesa, c’era gente, intere famiglie, come la nostra, che vivevano il Festival allo stesso modo, con la stessa intensità.
E tutti avevano i loro favoriti , e ci si tirava delle questioni!… che non finivano mai, specie dopo che il Festival aveva dato i vincitori. Erano dei referendum collettivi, e tutti vi partecipavano … Un po’ com’è anche oggi, anche se con minore intensità affettiva, forse escludendo i giovanissimi che seguono i loro favoriti dei vari talent show: ma lì il discorso è diverso perché c’è tutta un’organizzazione diversa dello spettacolo tv … ».
«Ma – interloquisce Mario – mi ricordo perfettamente che tutti erano d’accordo su Modugno…Nessuno pensava che non fosse o’masto (il migliore di tutti): era un’ovazione popolare … La sua canzone trascinava veramente il cuore e la fantasia degli italiani, in quegli anni difficili … ».
«Sì, sì: e Fiorello e il regista Milani, hanno reso perfettamente quell’atmosfera comune che circolava attorno a lui, e di cui era perfettamente consapevole, dal punto di vista diciamo così culturale … ».
«E pur la guagliona è brava, pur non essendo italiana, ha reso bene il personaggio di una donna non solo innamorata, ma che  ha compreso e aiutato la grandezza e la ricchezza del talento del suo uomo … ».
«Ma quella (l’attrice Kasya Smutnyak) – riprende Giggi – è polacca: ha fatto teatro ed ha già lavorato molto nel cinema italiano…Comunque, erano i dialoghi ad essere veloci e chiari: quelli che hanno scritto il copione (gli sceneggiatori Stefano Rulli e Sandro Petraglia), hanno fatto un lavoro di qualità: proprio di cinema… ».
«Si ma ormai, la tv, specie quella delle Serie, e non solo italiane, fa più cinema del cinema stesso … ».
«È vero: però, peccato. Ma così funziona … La Rai anzi si è specializzata in queste storiche  che ha fatto, e sulle altre prossime: ce ne sta una su Trilussa, con Michele Placido … ».
«Quello che ha fatto Padre Pio?…Una volta ste cose le faceva il cinema popolare: quello di Yvonnesansò-Amedeonazzari ( Yvonne Sanson e A. Nazzari nei film di R. Matarazzo) o su Santa Mariagoretti (“Cielo sulla palude” di A. Genina, 49): oggi invece è la tv che copre tutti questi spazi di fantasia popolare …  ».
(Foto: web)

Francesco “Ciccio” Capozzi