Maldacea, il non plus ultra della Macchietta

Descrivere l’Arte di Nicola Maldacea (foto) è alquanto arduo, visto la poliedricità artistica del personaggio; attore, cantante e scrittore, era figlio d’arte: il padre Eugenio fu un discreto poeta di fine ’800.
Rivale di Maldacea, a Napoli, fu Peppino Villani, mentre a livello nazionale il suo alter ego fu il famosissimo Leopoldo Fregoli.
Nicola, fu allievo di Carmelo Maroccelli, e studiò dizione e trucco.
Alla prova d’esame di recitazione suscitò ilarità e sorrisi compiaciuti da parte di coloro che lo esaminarono: ironia della sorte, al giovane Nicola era stato assegnato un brano drammatico!
Fu proprio da quell’episodio che ebbe inizio la sua fortuna carriera artistica; presa coscienza della sua bravura come cantante comico, debuttò a 19 anni al Teatro Partenope come attore buffo; successivamente venne messo sotto contratto dal grande capocomico Gennaro Pantalena.
Prese  anche lezioni di musica dal compositore Vincenzo Valente.
Quando Eduardo Scarpetta lo accolse nella sua Compagnia, il giovane dimostrò di essere all’altezza del compito, interpretando classici digiacomiani e composizioni dello stesso Scarpetta, che di solito non facevano parte del suo repertorio.
Altra sua specialità artistica fu l’improvvisazione, sulla falsariga stilistica dell’indimenticabile  contemporaneo Armando Gill.
L’incontro fatale e il suo meraviglioso percorso artistico si realizzò attraverso l’amicizia col “mito” Ferdinando Russo; l’illustre  poeta, creò per Maldacea un nuovo genere canzonettistico, ideato apposta: la Macchietta.
Questo nuovo repertorio creò finanche problemi perché la censura dell’epoca era severissima: più di una volta gli fu impedito di esibirsi in spettacoli dove rappresentava in scena, irridendole,figure legate al clero.
La più incisiva fu  Pozzo fa ‘o prevete, dello stesso Ferdinando Russo, musicata dal già citato Vincenzo Valente:
Pe’ bia d’’o nonno ch’era Cardinale, / guardate ccà, papà s’è ‘ncaponito! / Ma s’io me ‘mperro, ccà fernesce  male! / ‘o faccio muzzecà ‘nfaccia a ‘stu dito!
Ma ve pare ca so’ fatto/ pe’ diune e ‘e penitenze, / pe’ fa ‘a vita d’’o pecuozzo / e penzare all’indulgenza? / Io so’ giovane! Io so’ nato / pe’ fa amoore e me spassà / so’ chiammato p’’o peccato / pozzo fa ‘o prevete? / Bbù bbà!  
Ancora, sullo stesso tema, Il parroco del villaggio, versi di Rocco Galdieri, musica di Enrico Cannio, e ‘O bizzuoco fauzo, scritta da Pasquale Cinquegrana, musicata da Giuseppe De Gregorio.
Una delle sue macchiette più famose rimane ‘O sciuglimento d’ ‘o cuorpo; l’esecuzione lo vedeva nelle vesti di una  Guardia Municipale, accusata di accettare mance; i versi, molto espliciti di Ferdinando Russo, vennero musicati anch’essi da Vincenzo Valente:
Chill’assessore Scoppola, / parola mia, ch’è pazzo! / Chillo nce vo’ distruggere, / ‘nce vo’ fa’ a tanto ‘o piezzo! / Le vene mo ‘stu sfizio / ch’aggià passà sergente, / e me cumbina ‘a zeppula / prepara ‘o sciuglimento!
Nicola Maldacea lavorò in coppia con l’attraente Amelia Faraone, sposandone la sorella Elvira,e successivamente con le bellissime Eugenie Fougère ,  ConsueloTortajada, Lucy Nanon  e tante altre. Il suo repertorio raggiunse il considerevole numero di 80 opere  canzonettistiche, quasi tutte macchiette.
La sua  carriera artistica durò oltre trent’anni, durante i quali  contrasse due matrimoni ed ebbe ben sei figli.
Nel 1933, con l’ausilio di Federico Petriccione, scrisse un libro di memorie, edito delle Edizioni Bideri: “Vita e morte di un lazzaro del XIX Secolo”.
In tarda età girò alcuni film che ebbero scarso successo.
Morì nel 1945 a Roma, alquanto povero; a spese del Comune di Napoli, la sua salma venne trasferita nel cimitero di Poggioreale .
(Foto gentilmente concesse dall’Autore)

Ciro Daniele

Amelia Faraone

 
Una caricatura d'epoca di Maldacea