Il libro: E dopo venne ieri

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Frammenti di una generazione polverizzata dalla storia.
La storia di Nina, proprietaria di un’osteria, e di Rey, uno studente con cui nasce un’intesa che è più di un’amicizia e meno di un amore, diviene occasione per riflettere sui temi dell’appartenenza a un luogo, del disagio di non riconoscerne le regole.
Il racconto di Nina e Rey trova nell’epilogo il suo significato di rottura insanabile tra volontà e destino.
Ecco, queste sono le parole che presentano il libro Carlo Pellegrino nel retro copertina.
Lo sfoglio, inizio a leggerlo. Intanto già è un piacere leggere un libro scritto bene, poi quando alla buona scrittura si accompagna una storia narrata con una sottile vena poetica e condita da una malinconica atmosfera che rende i personaggi, i luoghi e gli eventi leggeri come le immagini di una poesia allora la lettura di un libro lascia qualcosa.
Lascia una leggerezza che l’autore ci regala pur raccontando di fatti verosimili, di luoghi reali che conosco bene, in una storia che ha anche dei tratti duri e che si svolge in un periodo storico particolare per il nostro paese, il periodo dove la politica e quindi il sentirsi parte integrante  in una società, era caratterizzato da forme estreme di espressione che in maniera diretta o indiretta, hanno coinvolto chi la politica la frequentava vivendola criticamente e tante volte vivendo una vita ai margini.
Tutto lascia pensare ad una idea di voler costruire una storia su un territorio di margine.
Nina, come una danzatrice elegante nella sua semplicità tra i tavoli e gli avventori, occasionali e abituali. della sua osteria. Una persona sola che vive costantemente la sua giornata in mezzo al mondo che le va incontro.
In quel suo mondo, nell’osteria, nasce il  rapporto con Raimondo, Rey.
Un rapporto che è, come dice l’autore, un po’ più dell’amicizia un po’ meno dell’amore.
Un rapporto che vive su un territorio di margine, di confine tra due dimensioni esistenziali;  e come accade n tutti i territori di confine, anche quelli spaziali, in quel territorio si può incontrare l’universo intero e tutto può accadere.
Il margine, il confine, diventa ancora più visibile quando la protagonoista per una serie di circostanze viene accusata di terrorismo e quindi messa in carcere e continua il suo rapporto con l’amico Rey per via epistolare, con la parola scritta.
E non solo, quella fascia di demarcazione spaziale tra due realtà, tra due dimensioni, nel libro prende forma, metaforicamente con la fascia di contatto tra il mare e la terra, la costa, la costa dei territori di appartenenza dei protagonisti del libro e anche dell’autore stesso, quella che sta tra il territorio napoletano e i primi comuni vesuviani, Napoli, San Giorgio a Cremano, Portici.
Il mare. Il libro si apre con una immagine del mare, si chiude circolarmente con un’immagine del mare. Il mare diventa anche per Carlo Pellegrino, il custode della memoria, dove ogni volta lo scrittore compie una sua personale immersione per riportare a galla frammenti di esperienze, di ricordi, di sensazioni, di umori, vissuti o solo sognati, per poi ricostruirli e ridare a loro una nuova forma, fino a che dopo non venne ieri.

Mario Scippa

Il libro E dopo venne ieri, di Carlo Pellegrino, sarà presentato il giorno 8 febbraio alle ore 18.00 al Salotto Letterario Antichità Scippa a Napoli in via Vannella Gaetani 21 (0817642922)
Interverranno Carlo Pellegrino, Scrittore; Silvio Perrella, scrittore, già presidente del Premio Napoli; Carlo Molinelli, Musicista; Silvana Vajo, attrice; Mario Scippa, scrittore.
(Foto: copertina)