Il volo della Befana

L’Epifania del Signore è una festa cristiana che si celebra dodici giorni dopo il Natale, ovvero dopo il solstizio d’inverno, cioè il 6 gennaio: segna la fine del periodo natalizio e l’ultima occasione per festeggiare.
È una ricorrenza sentita in molti Paesi.
In Inghilterra nella dodicesima notte viene spento il ”ceppo delle feste”, il serto di edera e agrifoglio acceso il giorno di Natale.
La ghirlanda è servita per addobbare le case ma si pensa che se non viene completamente bruciata nella notte del 6 gennaio gli spiriti degli alberi da cui provenivano i rami rimangono prigionieri in casa ritardando l’arrivo della primavera e portando disgrazie.
In Scozia, Irlanda e Inghilterra la dodicesima notte è anche quella dei mummings, la tradizione delle leggende che diventa occasione per riunirsi, cantare e ballare e raccontare storie popolari che hanno per tema la lotta tra la vita e la morte.
Per gli antichi romani il 6 gennaio simboleggiava la Natura, che ormai secca, spargeva nelle dodici magiche notti insieme con figure femminili volanti i doni per la terra, cioè i semi per la primavera.
Una tradizione cristiana con l’Epifania ricorda la visita dei Re Magi a Gesù Bambino.
La leggenda narra che un giorno i Re Magi si misero in viaggio insieme e partirono con i doni: oro, incenso e mirra.
In ogni villaggio gli abitanti si univano a loro recando con sé un regalo per raggiungere la grotta indicata dalla stella cometa.
Si racconta che ci fu solamente una vecchia nel villaggio di Beffania, vicino a Betlemme, che non volle seguire la carovana.
Il giorno dopo però si pentì e cercò di raggiungere i Re Magi, ma ormai erano troppo lontani e così non vide mai Gesù Bambino.
È proprio quella vecchia che da allora nella notte del 6 gennaio gira per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, sperando che uno di essi sia il piccolo Gesù.
Il nome di questa vecchina un po’ strega e un po’ fata, severa ma non cattiva, deriva da Epifania, che in greco significa “visibile”, ma è stato trasformato in Beffania e poi in Befana.
Lascia anche un po’ di carbone nero come l’inferno, ma il carbone simboleggia l’energia della Terra, quel gran calore che bruciando purifica.
In questo periodo infatti in diversi luoghi si eseguono riti col fuoco: il vecchio viene distrutto per far nascere il nuovo.
Come la tradizione del falò a Sant’Antonio Abate il 17 dicembre o il rogo del fantoccio di Carnevale il martedì grasso, tradizioni di origine contadina, legate in qualche modo alla terra e alla rinascita.
Ma la Befana, la vecchia che vola sulla scopa, sebbene sia stata soppiantata un po’ da Babbo Natale resiste, anzi oggi sta vivendo una nuova … giovinezza e rimane una ricchezza culturale del patrimonio ancestrale.
E se viene di notte, nonostante le scarpe rotte e le toppe alla sottana … Viva la Befana!

Tonia Ferraro