Partono i saldi invernali: la guida per il corretto acquisto

NAPOLI – Partiti i saldi invernali 2013. Da mercoledì 2 gennaio tutti a fare shopping a prezzi stracciati in Campania, Basilicata e Sicilia, mentre nel resto d’Italia bisognerà attendere qualche giorno: s’inizia sabato 5 gennaio.
Secondo la Confcommerci ogni famiglia spenderà in medio 359 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento e accessori, per un valore complessivo di 5,6 miliardi, pari al 18 percento del fatturato. I saldi invernali rappresentano il 18 percento della spesa totale del settore abbigliamento e calzature
L’Ufficio Studi di Confcommercio, inoltre, calcola che saranno 15,8 milioni le famiglie italiane, su un totale di 25,5 milioni, che approfitteranno delle compere scontate, e l’acquisto medio per persona sarà di 150 euro.
«I saldi – spiega Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia e Vice Presidente di Confcommercio – rappresentano un appuntamento annuale irrinunciabile e anche uno straordinario rito collettivo capace di attrarre l’interesse di quasi 16 milioni di famiglie italiane e di numerosissimi turisti stranieri affascinati dal made in Italy. Ma, in questo periodo – sottolinea Borghi – speriamo possano rappresentare una chance per i negozianti del settore moda dopo una stagione come quella di quest’autunno/inverno partita col freno tirato e per i consumatori per soddisfare una necessità e/o un desiderio con l’acquisto di un capo di qualità a prezzo più accessibile. I saldi di quest’anno saranno caratterizzati da qualità, ampiezza di assortimento e soprattutto prezzi, con percentuali di sconto veramente allettanti».
Oltre a soldi per comprare, bisogna ricordarsi di portare sempre con sé in giro per lo shopping il vademecum per il corretto acquisto degli articoli in saldo, diffuso dalla Confcommercio.
Innanzitutto, la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è  lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme, così come stabilito dall’articolo 1519 ter del Codice civile introdotto dal decreto legislativo numero 24/2002. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Anche per la prova dei capi bisogna fare appello alla discrezionalità del negoziante, mentre per quanto riguarda i pagamenti,  le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione.
Inoltre, i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia, nulla vieta di porre in vendita anche capi non appartenenti alla stagione in corso. Infine, il negoziante è obbligato a indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.
(Fonte foto: web)