EST: fotografie di Antonio Coppola

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Est. Torri di fumo, spente. Scheletri di ferro arrugginito dal tempo. Immensi cattedrali senza pareti. Donne africane, con austero ed elegante passo, coloravano quel grigiore coi loro vestiti da principesse.
Il  paesaggio.
Mattoni e carcasse di macchine volanti e montagne  intere di ciò che non si usa più delineavano lo skyline su un cielo azzurro terso. Muri di ferro imbottiti di merce che nascono nel mare dell’Oriente che arrivano e si fermano a Napoli per poi invadere l’intero Occidente. Est.
Napoli Est. Città di porto e di puttane. Luogo di fabbrica, dimenticato da Dio. Regno di topi, di affamati cani randagi, di sesso venduto. Una giovane, bella, elegante e principesca figura.
Era  appoggiata ad un muro graffiato con tracce di colore, forse da giovani uomini senza passato che cercavano il futuro urlando in silenzio coi colori spruzzati nel grigio di quel luogo.
Davanti a sé aveva un cerchio di fuoco. Fumo nero, rosso fuoco. Richiamo per i clienti. Fuoco eterno che rischiara la sua lucida pelle nera donandole un dorato e prezioso colore.
Nei suoi occhi l’Africa, tra le sue mani  plastica. Sola. Elegante figura tra mostri di ferro e di carne.
Est. Napoli Est. Nelle fotografie di Antonio Coppola è un paesaggio postmoderno, svuotato dei simboli della società moderna, industriale, e in attesa di essere riempito. Un paesaggio che  vive nella nullità.
Acqua, muri graffiati , presenze di antiche civiltà che vagano, nel vuoto, nel degrado, che lasciano segni visibili e tangibili. Il futuro che tarda ad arrivare. Nelle immagini di Antonio Coppola è ri-evocato il sogno visionario di Blade Runner.
Non è Los Angeles, è Napoli e l’Est di Napoli, l’incubo è lo stesso, la visione è la stessa. Il replicante vaga in questo territorio morto per cercare segni di vita con la bellezza. Con la parola. Il libro. Gli occhi, splendidi azzurri, illuminati dal sole e dalla luce della bellezza. Cantano. Intonano antiche ed eterni canti d’amore e speranza.
Luogo senza memoria, senza la memoria collettiva, di tutte quelle manifestazioni collettive legate ai luoghi che contaminano continuamente le nostre immagini. Un luogo senza tempo. Senza la forma dei ricordi del vissuto. Per raccontare questi luoghi la storia deve lasciare il posto alla poesia. Il tempo il posto allo spazio.
È immagine, in particolare l’immagine fotografica che acquista in questi luoghi un importante potere sulla storia.
Napoli Est,  nella fotografia dell’autore, così come nella visionaria Los Angeles di Blade Runner, dove fanno ritorno i replicanti, non è una utopia.
La deindustrializzazione e la decadenza postmoderna aspetta la salvezza, il ridisegno di un luogo, che può avvenire e attuarsi solo ed esclusivamente con la bellezza, con la cultura.
(Foto by Antonio Coppola)

Mario Scippa

Est. Fotografie di Antonio Coppola, in mostra dal 28 dicembre 2012 al 28 gennaio 2013 al Salotto Letterario Antichità Scippa a Napoli, in via Vannella Gaetani 21 nell’ambito della rassegna Cum finis 13 fotografi con uno sguardo dal margine per Napoli.
Il vernissage 28/12 alle ore 18.30 con la partecipazione straordinaria del maestro Marco Gaudino, flautista.