Malattie legate all’alimentazione: l'ipertensione arteriosa

L’ipertensione arteriosa è una malattia cronica in cui si registrano valori pressori del sangue elevati nelle arterie, ciò comporta conseguentemente un aumento di lavoro per il cuore.
La pressione sanguigna si divide in sistolica, con valori compresi tra 100 e 140 mmHg a riposo, e diastolica, con valori compresi tra 60 e 90 mmHg, dipendenti dalla contrazione o dal rilassamento del muscolo cardiaco. Viene considerato un caso di ipertensione un soggetto con una pressione constantemente pari o superiore ai valori di 140/90 mm Hg.
Questa condizione è un fattore di rischio per malattie più gravi come ictus, infarto e insufficienza cardiaca; inoltre a moderate condizioni della pressione sanguigna viene associata una riduzione delle aspettative di vita.
L’ipertensione arteriosa è aggravata da una serie di fattori che sono comunque un rischio per la salute tra cui:
· Sovrappeso
· Fumo
· Mancanza di attività fisica
· Stress
Cambiamenti nella dieta e nello stile di vita quindi sono il modo migliore per controllare questa patologia e ridurre il rischio di complicazioni per la salute.
In particolare il fattore dietetico svolge un ruolo fondamentale nella gestione dell’ipertensione ed uno dei primi consigli che viene dato ai pazienti è quello di ridurre l’apporto di sodio cioè del sale, quindi sia gli alimenti che ne contengono un’elevata quantità sia le aggiunte durante la preparazione dei cibi.
La principale fonte di sale nella nostra alimentazione è rappresentata da pane e prodotti da forno tra cui crackers, grissini, biscotti ecc. non considerati di solito come dei possibili apportatori di sale ma che invece ne posseggono più di quanto pensiamo. Ridurre la quantità di consumo di sale  è dunque molto importante.
Non è difficile farlo soprattutto se la riduzione avviene gradualmente giorno dopo giorno.
(Fonte foto: web)
Sofia Di Lorenzo