A Roma "Desaparecidos: Italia-Argentina, una ferita ancora aperta"

ROMA – “Desaparecidos: Italia-Argentina, una ferita ancora aperta”: questo il titolo dell’incontro che si svolgerà venerdì 14 dicembre alle 17 nell’aula Oriana della facoltà di Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione dell’Università di Roma.
L’iniziativa, coordinata con l’Ambasciata argentina in Italia, rientra in una campagna di comunicazione finalizzata al rinvenimento di 394 scomparsi all’epoca della dittatura militare di Videla (1976-1983).
In quel periodo in Argentina i militari, oltre ai 30.000 desaparecidos, fecero scomparire centinaia di bambini. Il loro atroce protocollo stabiliva che quando sequestravano una donna incinta la mantenevano in vita finché partoriva. Poi gli si toglieva il bimbo, che veniva dato in adozione con documenti falsi o venduto ad altri militari o complici. La madre era uccisa o gettata viva in mare.
Oltre cinquecento bambini hanno seguito questa strada: 106 sono stati recuperati dal perseverante lavoro delle Abuelas (Nonne) de Plaza deMayo. Ma ne restano ancora molti da ritrovare e alcuni di loro potrebbero risiedere oggi in Italia.
L’iniziativa sarà aperta dai saluti di Antonello Biagini, Prorettore per la Cooperazione e i Rapporti internazionali, Sapienza Università di Roma.
Introdurrà e modererà Mario Morcellini, Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale, Sapienza Università di Roma.
Al dibattito interverranno Enrico Calamai, ex console italiano a Buenos Aires (1972-1977); Carlos Cherniak, Ministro dell’Ambasciata argentina in Italia per i diritti umani; Vincenzo Scotti, presidente di Link University; Claudio Tognonato, professore di Sociologia alla facoltà di Scienze della Formazione dell’ Università di Roma Tre; Vera Vigevani Jerach, Madre de Plaza de Mayo, Linea Fundadora; Claudio Zanghì, professore emerito di Diritto internazionale della Sapienza Università di Roma.