L'amore. Madre di tutte le emozioni.

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Avete mai provato a scrivere una lettera d’amore?
Ogni volta che nel passato ho deciso di scrivere l’amore, poi quando ho riletto dopo tempo quelle lettere,  mi sono reso conto che  tutte le immagini possibili che volevo mettere su carta avevano  tutte quante lo stesso identico messaggio, tutte quante sintetizzate in quella unica piccola  frase, vissuta come un’unica parola: Io-Ti-Amo.
È difficile de-scrivere l’amore. È  difficile, perché   perché si vuole rappresentare con una forma conclusa una cosa che vive in uno spazio indefinito senza alcun tempo.
È difficile rappresentare in uno spazio limitato qualcosa che è illimitato, misurare con il tempo della scrittura  il tempo di qualcosa di impalpabile ed estremamente soggettivo, ma allo stesso tempo comune a tutti e che vive nell’eternità, lo può fare solo un artista.
Si deve essere capaci di dare una forma leggibile all’emozione madre di tutte le emozioni.
Una  forma che, oltre a comunicare l’emozione stessa alla persona amata, deve evocare altri sentimenti e  altre emozioni ancora, tale da arricchire e innaffiare con linfa vitale sia la persona che la legge che quella stessa persona che l’ha scritta.
Si deve creare una forma capace di arricchire l’amore.
Chi non è artista quello che dice con gli occhi, le mani, la bocca, le carezze, i silenzi, non può dirlo in nessun altro modo.
L’amore è un mistero difficile da raccontare.
Forse è vero quando si dice che  il mistero dell’amore è più grande del mistero della morte.
La morte la sappiamo raccontare tutti, l’amore no, per raccontare l’amore si deve essere artisti.
Gabriella Di Luzio nel suo libro Rapsodia degli amori perduti, che presenteremo al salotto letterario Antichità Scippa a Napoli il 31 ottobre, insieme all’attrice Sandra Milo e al giornalista e critico teatrale Giuseppe Giorgio, racconta l’amore, e lo racconta da artista, ovvero da chi ha tra le mani quello strumento che ci permette di andare oltre i confini del sensibile, in quel territorio libero dove è possibile rintracciare la bellezza e vivere con leggerezza.
Il tempo del libro è cadenzato dalla emozione madre di tutte le emozioni, dall’Eros che vince Thanatos e che fa sentire veramente viva e piena la nostra esistenza.
È cadenzato dal tempo dell’amore nella vita di una donna che vive la sua vita intensamente, senza farsi scivolare addosso il tempo che inesorabilmente scorre.
L’autrice ci tiene sempre a dire che non è un libro autobiografico. E’ la verità. Anche se Mara, la protagonista del libro, per quel poco che ho avuto modo di conoscerla, posso dire, senza ombra di dubbio, che le somiglia molto.
Ma è dal mio punto di vista, un particolare insignificante discutere se è o non un libro autobiografico.
Sono convinto che ogni scrittore che ha una urgenza narrativa, qualsiasi sia la storia che si inventa, non fa altro che narrare se stesso: ciò che è stato, ciò che sarebbe potuto essere stato, ciò che non è mai stato, ciò che sarà, ciò che ha sognato o desiderato di essere.
Insomma, ogni scrittore non fa altro che raccontare sempre se stesso visto da angolazioni sempre diverse, così come ha fatto Gabriella Di Luzio, che narra la vita di Mara scegliendo come struttura portante di quella vita alcuni momenti, punti fermi intorno ai quali quella esistenza costruisce nel tempo la sua ricca e sensibile personalità: i momenti della vita segnati dall’amore.
Mario Scippa
Appuntamento il 31 Ottobre alle ore 18.00, al SALOTTO LETTERARIO ANTICHITA’ SCIPPA
Interverranno l’autrice Gabriella Di Luzio, l’attrice Sandra Milo, il giornalista e critico teatrale Giuseppe Giorgio, l’attrice Silvana Vaio, il maestro Carlo Molinelli e Mario Scippa.