Una guerra asiatica in Italia per salvare il castagno

Il Torymus sinesi, flotta alleata contro il Cinipide per salvare il castagno (foto: web)

L’autunno 2012 dovrebbe finalmente riportare un frutto che da qualche anno sembrava andato perduto: La castagna.
Fin dal 2002, in Italia si è registrata l’affluenza di un insetto originario della Cina del Nord che devasta la crescita delle gemme sin dal periodo primaverile. Il cinipide gallideno, una vespa iniettore, è stata la causa principale della sottoproduzione di castagne di questi ultimi anni anche in Campania, ma la situazione sembra arrivata ad un punto di svolta. Per combattere l’insetto parassitario, infatti, sono state usate inizialmente varie tecniche dalla potatura radicale all’innesto di pesticidi, ma per debellare definitivamente l’intruso è necessario ricorrere alla batteria aerea che la natura stessa propone: il Torymus sinesis.
Un po’ come per le coccinelle che alla base della propria dieta prevede grandi quantità di Afibi, il Torymus sinesis, anche questo proveniente dei territori asiatici perlopiù tra Corea e Giappone, è praticamente ghiotto del cinipide e l’idea di trovarsi in un luogo dalla grande disponibilità non lo renderà certo triste.
Nei boschi di castagno del Campano il problema relativo al cinipide iniziò due anni fa, ma solo l’anno scorso i letali danni furono davvero visibili con un calo di produzione di quasi l’80%. Nel 2011, però, il Ministero delle politiche agricole avanzò un piano per la salvaguardia del castagno e dell’economia da milioni di euro che porta con se. Già 135 lanci in varie regioni sono stati effettuati mentre alcuni centri, tra cui anche in Campania, hanno iniziato la produzione del Torymus in modo da garantire maggiori unità da combattimento in una guerra biologica tutta asiatica nel territorio italiano. Ultimi dati confermano i primi risultati positivi ottenuti a tal punto da riconsegnare il castagno ai boschi già per l’autunno prossimo, ma la guerra non è ancora finita…
 

Fabio D’Alpino