Gino Paoli al Ravello Festival

Gino Paoli

RAVELLO – Gino Paoli, reduce dal successo del concerto di venerdì17 agosto, che lo ha visto protagonista sullo straordinario palco proteso sul mare del Belvedere di Villa Rufolo, accompagnato da un grande Danilo Rea.
Intervistato dal direttore artistico del Ravello Festival, Stefano Valanzuolo, nei giardini della Villa durante il consueto incontro mattutino, il cantautore ligure è sembrato perfettamente a proprio agio, parlando a ruota libera, come del resto fa da sempre.
Gino Paoli ha ripercorso la sua incredibile carriera, ha raccontato  tante cose, “stregato”dal «luogo magnifico e dalla straordinaria atmosfera di Ravello».
Ha detto, poi, Paoli: «Il mio jazz nasce nel ’45 con la tromba di Louis Armstrong che viene fuori da un carro armato americano posteggiato davanti casa mia, a Genova. Poi, dieci anni fa, l’opportunità, il sogno che avevo a 18 anni si avvera: quello di diventare il cantante di un gruppo jazz».
L’importanza della televisione nella sua carriera?
«La televisione non mi piace. Non la guardo anche se sono convinto del suo straordinario potenziale. Purtroppo lo strumento non è utilizzato come dovrebbe. Per questo non mi piace andarci, e faccio un’eccezione solo quando è qualche amico a chiedermelo».
Poi,  rivelando la sua partecipazione del Festival di Sanremo, Paoli ha proseguito: «Fabio Fazio mi ha chiesto di andare al prossimo Festival. Lui, appunto, è un amico.
Le idee ci sono ma sono solo emozioni, per ora. Il difficile, in un periodo come questo, durante il quale mi sembra di essere sott’acqua e di non avere speranza di luce, è tradurle in qualcosa di concreto come una canzone. Dall’acqua però, prima o poi bisogna riemergere.
È necessario intravedere un orizzonte anche in un momento brutto: per quanto questo orizzonte sia difficile da trovare, oggi, io mi ostino a cercarlo. Tutti mi reputano un pessimista: io, al contrario penso, di essere un ottimista. Credo, cioè, ci sia sempre un amico al bar pronto a cambiare il mondo».
Redazione