La compagna d’’o cantante

Tra i 20 arresti del 4 luglio 2012 tra Torre Annunziata e Boscoreale  dei successori del Clan Gionta, e del clan Aquino-Annunziata, spicca quello del cantante  Ciro, in arte Tony, Marciano, ma a me ha colpito la sua compagna Maria Nasto: di cui riportiamo un monologo immaginario.
«Gliel’avevo detto di non fidarsi , specialmente al telefono… Di non sparare tutte quelle cazzate su quello che si “sentiva” di fare, soprattutto dopo che aveva preso a’ sustanza …. E quello niente. Pensava che fosse tutto facile; che fosse come nelle canzoni o int’a quei film che lui vede e che rivedeva e rivedeva.. E mica sol’isso. Tutti quanti e’ guagliuni che lavorano per noi li vedono… E quando ne parlano tra loro sembrano eccitarsi e mettersi a fare come i bambini che giocano alla guerra finta: a fa’ le scene che conoscevano a memoria. Ecco qua: sembrano proprio dei guagliuncielli …
Peggio di quando parlano del Napoli o di Maradona: embé, quello lo capisco: almeno le partite se le vedono, sul satellitare e perfino allo stadio, o parlano del Savoia (la squadra di Torre A.), é ‘na cosa reale, gente che corre annanze e areta (avanti e indietro), e c’anno pure scommesso sopra; o Maradona, che davvero era un dio, ma almeno esisteva overo …                                                                                                           Ma di questi film … Io cercavo di dire che “Gomorra” era solo ‘nu film e che non parlava mica bene ‘e noi…ma quelli niente … Vedevano solo chelle cose che a loro piacevano ‘e fa’ vedere: la vita che facevano o che avessero voluto fa’.
Pur’o nomme se l’era cambiato per questo. Da quando aveva visto ‘o film con Al Pacino (“Scarface”), s’era fissato che doveva fare come lui, che quello là doveva essere il suo modello… Perciò da Ciro se l’era cambiato in Tony, cu tanto di ypsilon finale…neh: e ci teneva, quando firmava gli autografi.
Il cognome rassomigliava a quello  del protagonista del film (Montana), perciò diceva lui che faceva il suo effetto a sentirlo… Sé sé … Io avrei voluto ridere: tu ‘nu cantante sei … ma non potevo, perché si sarebbe incazzato, e m’avesse messo e’ mane addosso, se avesse potuto … Ma con me non si sarebbe mai permesso, perché, innanzitutto, io l’avesse sparato ; e po’  i miei se l’avessero saputo s’o’  magnavano.
Ma chillo sbraitava e s’allumava, ma  faceva solo  abberé (vedere) d’essere un’ e nuie; ma poi era ‘na pasta d’ommo: era un artista, accussì mi diceva quando stavamo da soli e mi baciava e diceva pure che mi voleva bene e che non aveva mai avuto una donna come me (e ce mancava!…), e poi diceva  che  io ero la sua musa: sì sì, proprio accussì diceva …
Io capivo: ma facevo vedere e nun capì, per non dargli troppa soddisfazione o farlo sentire troppo ‘nu re ‘ncuollo a me. E diceva che tutte ‘e canzoni le aveva dedicate a me, dopo che sentiva i discorsi tra i miei parenti, doveva dire qualcosa sugli infami. Quando diceva che “Nun c’amma arrennere”, ch’è il titolo di una delle sue più belle e più conosciute canzoni, metteva in musica parole che dicevamo tra noi.
E certamente io lo invogliavo a scrivere e a cantare queste canzoni: e p’ammore mi stava a sentire…Però gli piaceva pure a isso, e comunque  capiva che solo così si poteva creare nu’ spazio per lui, e poteva presentarsi alla gente che gira attorno a noi, comme ommo ‘e conseguenza. Chello che nun sapeva era che io l’avevo messo in mezzo. E quanti cose mi sono sentita dire dai miei: chillo è più vecchio ‘e te; è stato già sposato, tene ‘e figli, nun è nisciuno … Ma io ho tenuto il punto: mi piaceva assaje, era innamorato di me, diceva belli cose, con me ci sapeva fare, mi portava rispetto  e poi ci stava il fatto che nisciuno dei gauglioni che mi facevano la corte mi piaceva: mi sembravano tutti quanti gente che si montava la testa; insomma insistevo.
E poi, dicevo, anche che tenere  ‘nu buono cantante tra noi poteva essere utile, perché alla gente piace assaje ‘e fa’ festa e vuole che gli procuriamo le feste più splendide; è anche un modo per far vedere che noi vogliamo bene al popolo nostro, e questo lo diceva assai forte Valentino (Gionta); e se noi teniamo un cantante di rispetto avremo un modo in più di farci avere rispetto…E poi possiamo chiedere soldi in più ai negozianti, con la scusa della festa di piazza per la Madonna della Neve …
Insomma, tanto feci che li convinsi; e poi io voglio fare di testa mia, parenti o non parenti: Ciro mi piace  ed è diventato l’ommo mio…                                                                             E poi uscì sta cosa dei pentiti: ‘na specie di manifesto pubblicitario: embé ‘o fanno loro contro di noi, e non possiamo farlo anche noi? E poi io gli pagai il video della canzone: riuscì troppo bene…
E là si convinsero tutti , anche i Gionta e tutti gli altri mi fecero capire che gli era piaciuto: anzi mi dicevano che dovevo continuare. E comunque, grazie agli spettacoli in cui stavamo noi in mezzo, con lui si facevano anche i soldi : e lui per rispetto della famiglia, ma anche come investimento, sempre su mia indicazione, comprava le “quote” dei “carichi” che venivano nelle nostre “piazze”: ‘o soldo girava e ‘na bella parte veniva pure a noi…
L’unica cosa che non andava era l’uso d’’a sostanza: a me fa schifo; ma siccome tutti o quasi tutti i nostri guagliuni la usano, anche lui, per stare in mezzo, se la piglia, e ne è diventato dipendente .
Mò stamm’ arinto: spero solo che,per questo, non diventi un infame pur’isso, perché lo schiferei, e non sarebbe più l’uomo mio…»

Francesco “Ciccio” Capozzi