"Il genoma del Pomodoro", l'evoluzione dell'oro rosso

 

"Il genomo del Pomodoro" alla Facoltà Agraria di Portici

L’oro rosso e la sua evoluzione. Questa mattina nella sala cinese della Reggia di Portici è stata presentata la conferenza stampa “Il genoma del Pomodoro” direttamente dal prof. Luigi Frusciante, docente e coordinatore della ricerca unitamente a Giovanni Giuliano dell’Enea e Giorgio Valle dell’Università di Padova . Un itinerario evolutivo sul primo prodotto vegetale campano riconosciuto e rinomato in tutto il mondo.
La ricerca, che recentemente ha conquistato la copertina della rivista “Nature” spesso preda di ricerche mediche, ha fornito notizie importantissime sui geni del prodotto volte a migliorarne sensibilmente la qualità. “Il progetto è iniziato a cavallo tra la fine del ‘900 e i primi anni 2000 – ha dichiarato il prof. Luigi Frusciante – e a quel tempo le tecnologie prevedevano investimenti fortissimi. Oggi, invece, i costi sono più ridotti e la velocità è aumentata. Questo ha permesso ai nostri ricercatori di effettuare la ricerca in modo più accurato e sensibile per individuare il cromosoma 12 ovvero il più piccolo e importante nel DNA del pomodoro“. Nella sala della Reggia, oggi Facoltà di Agraria, facevano bella mostra di se anche sei tipologie diverse del prodotto che testimoniava l’evoluzione genetica portata avanti in questi anni: “Abbiamo iniziato da un tipo di pomodoro selvatico con bacche molto piccole e leggermente velenose, da quel punto in poi siamo riusciti a trovare la componente genetica per arrivare al classico pomodoro dolce. Questo vede un esportazione di 130 mila tonnellate ogni anno specialmente verso gli Stati Uniti e l’Inghilterra. La qualità è assoluta e si può notare sia dal colore rosso fuoco che dalla consistenza. Non è un mistero che dalla seconda metà del ‘700 questo prodotto gode di grande mercato fin dai tempi di Francesco Cirio, imprenditore agricolo piemontese emigrato al Sud, che fece le sue fortune proprio con questo prodotto“. I sei esemplari mostrano diverse qualità strutturali: le prime tre specie (foto 1), originarie del Messico, vedono uno stelo piuttosto riccio e spinoso mentre la loro evoluzione presenta uno stelo liscio e bilanciato con un prodotto ben più consistente e dal colore intenso (foto 2).
Insomma, l’evoluzione dell’oro rosso conquista sempre più considerazione per un prodotto in constante crescita anche sui mercati internazionali.
 

Fabio D’Alpino