Violenza sulle donne, in scena "Rompiamo il silenzio"

NAPOLI – Abbandona i guanti di velluto della letteratura dedicata alla sua amata Napoli il noto saggista Edmondo Capecelatro (foto), e indossa guantoni da pugile per combattere contro il silenzio. Complice  il rumore del teatro. Il suo ultimo lavoro come regista teatrale e autore “Rompiamo il silenzio”, andrà in scena il 23 novembre alle 21 al Teatro vomerese Salvo D’Acquisto con la compagnia teatrale “Il Teatro degli oziosi”, che ha già debuttato con grande successo e tanti consensi lo scorso marzo a Milano, città dove vive l’autore, colpita da numerosi e dolorosi episodi di femminicidio. Ha voluto scrivere uno spettacolo teatrale che affrontasse con un forte impatto emotivo, il drammatico tema della violenza sulle donne, scandalo del nostro tempo per i diritti umani. In molte società questo problema si scontra con la mancanza di interesse, il silenzio appunto e l’apatia dei governi.
Sia in tempo di pace che in tempo di guerra, le donne subiscono atrocità semplicemente per il fatto di essere donne: vengono picchiate, aggredite, stuprate, mutilate, assassinate, in qualche modo private del diritto all’esistenza stessa. Una vera e propria emergenza di genere. «Il teatro, almeno per come lo intendo io – dice l’autore napoletano Edmondo Capecelatro, deve saper scrutare la realtà, impadronirsi di essa, e quindi restituirla alla società sotto forma di un messaggio» e così, dopo soltanto un mese dalla nascita dell’idea, ecco impacchettato uno spettacolo che muove le coscienze. L’intento è infatti quello di stimolare il pubblico alla riflessione, attraverso storie e testi di forte impatto emotivo, come un pugno nello stomaco.
«Per poter realizzare storie che avessero contenuti realistici –  afferma il regista, ho prima esaminato e studiato una serie di casi veri. Il problema della violenza sulle donne è essenzialmente di carattere culturale; è allora non solo importante, ma doveroso, per un teatro che voglia essere degno di fregiarsi di tale nome, affrontare queste tematiche».

Cristina Coppa