Valentina De Renzo, l'umiltà fatta voce

valentinaNell’entroterra napoletano, alle falde della montagna di fuoco, del Vesuvio, a Somma Vesuviana ho conosciuto una forza della natura, un ponte tra le antiche tradizioni del luogo e il futuro, una voce nuova, giovane, proiettata nel futuro con le parole e la passione antica del luogo in cui è nata e cresciuta: Valentina De Renzo.
La incontrai un paio di anni fa e nei miei occhi  c’è ancora il volto di quella ragazzina. All’epoca poteva avere sì e no quindici o sedici anni. Era vestita di bianco.
Aveva la vita fasciata d’azzurro e l’immagine della Madonna sul petto, appena abbozzato. Cantava, all’angolo di una strada del centro di Napoli. Era esile, dai lunghi capelli neri, sottili,  e dal viso allungato e arrossato. La frangetta copriva i suoi splendidi occhi.
E poi … la voce! Da quella splendida e fresca bocca rossa che si apriva sul viso, usciva da quel piccolo corpo con una inaspettata potenza una voce antica.
Al ritmo incalzante di una tammorra che aveva tra le mani, dalla gola uscivano  prepotentemente suoni millenari, canti della campagna, della montagna, del mare.
Quella ragazzina era l’umiltà. Era un frutto della terra che innalzava il suo canto alla luce. Il suono incalzante della sua potente voce era lava fatta parola, ritmo, era la vite che dava il frutto per il divino nettare degli Dei maturato al sole sulle pendici della montagna di fuoco. Era il rumore del mare che si infrangeva sul banco di tufo, giallo, come l’odore dei limoni.
Valentina è nata e cresciuta nel paese della tammorra, nel centro storico di Somma Vesuviana,  il famoso rione Casamale. In quelle stradine è cresciuta ascoltando gli anziani del quartiere suonare la tammorra e innalzare i loro antichi canti. Si incontravano nelle cortine tutti il pomeriggio dopo una giornata di lavoro e lei, bambina, era affascinata da quei canti e da quei ritmi suonati sul tamburo.
Piccolissima di età, imitava i grandi suonando sui piatti di plastica e i tamburelli giocattoli. La prima vera tammorra gliela regalò la nonna all’età di 6 anni. A quella età ha incominciato a cantare seriamente cimentandosi con un pezzo impegnativo:  “D’o scanusciuto” scritta dal maestro Stefano ‘o scummone, grande voce antica del quartiere dove è cresciuta.

Valentina con De Simone
Valentina con De Simone

Ormai Valentina anche se giovanissima è apprezzata dai cultori della musica tradizionale, invitata a tutte le grandi manifestazioni come ospite eccellente, per la passione con cui interpreta i canti antichi, come quando a suonato e cantato nella “Gatta Cenerentola” diretta da Fabio Fiorillo davanti al più grande dei cultori della tradizione canora napoletana il maestro Roberto De Simone.
Valentina ha un sogno: trasmettere con la sua voce la passione per il canto e la musica tradizionale, per far si che la fede e la passione per la Mamma Schiavona, la madonna di Castello e Montevergine, possa continuare per sempre, anche dopo di lei.
Valentina ci tiene a precisare che è una ragazza molto fedele e che crede  nella Madonna di Montevergine e di Castello. Per lei Mamma Schiavona e i canti tradizionali e il ritmo del tamburto, sono indissolubilmente legati.
La Madonna è la madre di tutti. È schiavona perché chi si affida a Lei, i suoi figli, sono tutti schiavi dell’amore per Lei e non ne possono fare a meno, devono onorarla.vale
E lei l’ha sempre onorata col canto. Ogni volta che canta ci ricorda che è a Lei che dedica il suo canto e la sua voce.
La voce. Sì!
La voce di quella ragazzina è come la schiuma del mare. Morbida bianca schiuma, la stessa dove nacque Venere, dea della bellezza.
La voce di Valentina De Renzo è un frutto della natura dal carattere divino.
 

Mario Scippa