V.I.T.R.I.O.L., il ritorno

DCIM100MEDIANAPOLI – Davanti a un eterogeneo e foltissimo pubblico mercoledì 15 gennaio nella sede dell’associazione Gren di via Mazziotti adiacente piazza Carlo III si è tenuto un interessante evento culturale per ricordare l’uscita del film V.I.T.R.I.O.L. del regista porticese Francesco Afro De Falco, uscito nelle sale il 15 novembre 2012 e in seconda visione il 26 agosto 2013, con un grande successo di pubblico non solo Italia ma anche in Francia, Gran Bretagna, Spagna e Portogallo e disponibile in dvd on line e in tutti gli store specializzati italiani e stranieri.
La serata è iniziata con la proiezione di alcune scene salienti di V.I.T.R.I.O.L.; poi De Falco ha raccontato del suo lavoro con l’equipe under 30 anni che lo affiancava nel film, grandemente coinvolta dal tema ermetico e iniziatico della Napoli dell’antico centro storico, una vicenda che si dipana attraverso i secoli fino all’epoca attuale.
È stata poi proiettata la precedente opera cinematografica di De Falco Giordano Bruno e i Rosacroce (febbraio 2012); il regista ha poi detto al pubblico di quanto questo lavoro l’avesse preso, di quanto l’avesse aiutato a maturare artisticamente instillando nella sua anima un’evoluzione verso l’iniziazione ad ideali più sublimi, senza però distaccarlo dalla razionalità. Anzi, accrescendo e affinando i suoi dubbi nei confronti del Tutto e dell’Uno.
Ptoprio dopo questa forte esperienza, De Falco cominciò ad approfondire i suoi studi leggendo e appassionandosi ai libri del Kremmerz, di Pasquale de Servis e naturalmente del massimo filosofo nolano Bruno, di Giustiniano Lebano e dell’incredibile scienziato Raimondo de Sangro.
Francesco ha parlato poi delle difficoltà affrontate durante la lunga preparazione del film, iniziata nel dal 2010 , ma anche di quelle avute dopo l’uscita del film – dopo ben due anni – ma soprattutto della soddisfazione per gli elogi e gli incoraggiamenti di un pubblico di tutte le età, sebbene le critiche siano state molte.
Poi è stata la volta dell’intervento di Salvatore Forte, sceneggiatore di tutti i film di De Falco: Forte ha avuto anche il ruolo di ricercatore appassionato sui Rosacroce e su Giordano Bruno, sulla filosofia ermetica e sul Santo Graal, sulla simbologia ermetica nell’architettura di Napoli e provincia, nonché di Castel del Monte in Puglia.
Infine il regista ha sollecitato l’intervento di Michele Di Iorio, fonte storica ed esoterica della vicenda raccontata nel film V.I.T.R.I.O.L.
Il Di Iorio ha dapprima elogiato il regista e l’equipe del film; poi è partito con un’interessante e minuziosa panoramica storica, partendo dall’Ordine egizio osirideo e le mummificazione praticata nell’Egitto dei Faraoni, fino alla nascita della comunità egizio-alessandrina di Napoli, che fiorì nel 67 d. C. nel centro storico, regnante l’imperatore Nerone, proprio attorno al teatro greco romano di Neapolis, vicino alla scuola delle Sibille di Apollo, l’attuale zona dell’Anticaglia dove adesso sorge la Chiesa di San Gregorio Armeno.
Parlando della fondazione ad opera dei greci di Napoli e di Cuma la Celeste tra Pozzuoli e Miseno lungo il lago d’Averno, nel territorio sacro dei Campi Flegrei, ha spiegato le origini delle preesistenti popolazioni locali, in parte osche e in parte atlantidee, risalenti alla colonia merope del Tirreno in tempi remotissimi.
Infatti le grandi e squadrate grotte cumane – che circa 12 mila anni fa furono sommerse dal mare per lungo tempo – e delle ricerche sul continente scomparso di Atlantide fatte da Platone e dal filosofo greco Teopompo.
Non molti anni fa queste ricerche vennero approfondite dall’avvocato Lebano, che si soffermò in particolare sui legami tra greci e antico Egitto attrverso il culto comune delle misteriose e affascinanti Sibille.
Di Iorio è passato dunque ad analizzare i tentativi etruschi di invasione graduale della Campania, l’anello cosiddetto osirideo o nodo di Napoli, fino al Medioevo e Rinascimento ricchi di accademie e cenacoli, tra cui quella del Panormita e la sezione kabalistica di Abulafia di Capua, per arrivare al pensiero di Della Porta e Campanella.
L’intervento si è soffermato poi sul massimo filosofo del Proegitto e del Culto Solare Osrideo, l’immortale Giordano Bruno, arrivando in pieno ‘600 a quello del marchese Santinelli dei filosofi e letterati della famiglia dei principi Caetani, di San Tommaso d’Aquino, sottolineando i ferventi scambi culturali tra Roma e Napoli, una città meta ambita di viaggiatori illustri come Francesco Petrarca.
Nel secolo dei lumi a Napoli, con un sovrano illuminato come Carlo III di Borbone, con il barone Tschudy e il principe Raimondo de Sangro, in un clima anticlericale fiorì infatti la prima Loggia massonica.
La massoneria vi mise radici, rimanendo presente in anni successivi anche negli ambienti giacobini e repubblicani e poi napoleonici e murattiani, poi carbonari, trasformandosi in massoneria egizia, più spiritualista di quella di rito scozzese.
Napoli fu sempre ospite di culture diverse, patria di profughi ermetici di varie nazioni e regioni in epoche diverse egizi, greci, romani, fenici; quest’ultimi introdussero nelle nostre provincie il culto di Astarte, trasfromatosi poi in quello della Madonna dell’Arco.
E ancora Catari e Albigesi, gnostici, eretici vari, come i giansenisti nel ‘700: una Città viva e piena di segreti di ermetico-iniziatici e spiritistico-popolari come quello del munaciello, presenza imprescindibile dai vicoli di Napoli, gli stretti camminamenti dalle pietre grondanti di storia, tra cui i radianti marmi di Cappella Sansevero, forse una sorta di stargate verso l’utradimensionale senza tempo.
Michele Di Iorio riconducendo poi il discorso alla trama di V.I.T.R.I.O.L., come i giovani attori protagonisti principali del film, è andato alla ricerca di stilemi ermetici attraverso la simbologia degli edifici, dei cimiteri, della Napoli sotterranea, villa Lebano, e tutte le personalità a loro legate.
Ha poi raccontato un episodio curioso accaduto durante le riprese di V.I.T.R.I.O.L. girate a Villa Lebano di Trecase; abbandonata nel 1990 anche dai custodi, versava in uno stato tale, in un degrado spaventoso con una giungla al posto dell’antico e bellissimo giardino, per cui era impossibile girare le scene previste. Poi, un fulmine provvidenziale provocò un incendio … e non a caso …  permettendo così di girare le riprese.
Michele Di Iorio ha poi parlato del Santo Graal, di Castel del Monte, dei Cavalieri Teutonici e della presenza Templare nel Sud, evidenziano gli stretti legami con la famiglia del Sangue – o de Sangro … – fin da tempi remoti.
Il regista De Falco ha dunque concluso l’incontro con i saluti e i ringraziamenti rivolti agli ospiti e al pubblico, molto interessato e attivo nel porre domande ai relatori.
Il prossimo appuntamento annunciato da Francesco è in programma la presentazione del cortometraggio La voce del sangue, uscito in anteprima nel novembre del 2013, sull’episodio storico ricco di simbolismi della statua del Cristo velato, realizzata nel 1753 dallo scultore napoletano Giuseppe Sammartino commissionata dal principe Raimondo de Sangro, un’opera unica al mondo, di cui si conta solo una copia esistente, ri-creata appositamente dal giovane scultore napoletano Luca Nocerino.