Un amore di vino

DCIM100MEDIAQuando lui passò, bello e imponente, ancora vigoroso, lei corse dall’uscio sogguardandolo con gli occhi viola e gli porse una piantina di grano.
Napoli: era il 23 giugno 1448, giorno che precedeva festa di San Giovanni Battista. Per tradizione, le ragazze nubili offrivano agli innamorati in pegno una pianticella d’orzo o di grano, raccogliendo così un’offerta per la processione del santo.
18 anni lei, Lucrezia d’Alagno, 53 lui, re Alfonso V D’Aragona detto il Magnanimo. Alfonso le donò una borsa piena di “alfonsini”, le monete d’oro in corso nel suo regno. L’audace Lucrezia però ne accettò solo uno dicendo con un sorriso: «Di alfonsino me ne basta uno». Alfonso, rapito, le chiese il suo nome e la scortò alla funzione religiosa nella chiesa di San Giovanni a Mare.
Da quel momento non si lasciarono più. Un amore grande, ma casto: i due amanti per potersi unire inutilmente tentarono di far sciogliere dal papa Callisto III il matrimonio che legava Alfonso alla sterile Maria di Castiglia, da cui era separato da tantissimi anni e che non amava.
Lucrezia fu regina di Napoli de facto, ma il trono e il suo Alfonso rimasero per lei sempre un sogno.
Alfonso le donò non solo il suo cuore, ma il potere. Le fece costruire palazzi, castelli, la ricoprì d’oro e di gemme per lenire il dolore dell’inconsolabile amata. Offrì infine a Lucrezia una preziosa pianticella in cambio di quella di grano che che lei gli diede quel giorno di giugno del 1448: una barbetella di catalanesca, l’uva dorata della Catalogna, che venne trapiantata e coltivata nel podere del Castello di Somma Vesuviana. Un atto d’amore semplice ma prezioso, così come fu la loro lacerante storia d’amore.
Alfonso morì nel 1458, proprio nel mese di giugno. Lucrezia si allontanò dal Regno per vivere un’esistenza riservata fino alla sua morte.
E di quel grande amore è rimasta una malinconia sottile, un profumo appassionato: si ritrova ancora oggi nell’uva catalanesca. Si leva dal vino che se ne ricava, ‘a catranesca d”o Monte Somma.
Quasi perso quel profumo nel corso dei secoli, quell’aroma d’amore, oggi però si sprigiona inconfondibile ancora nel vino “Sommaellier” dell’Azienda Agricola Punzo.
Domenica 10 maggio nella tenuta dell’Azienda in via degli Astronauti a San Sebastiano al Vesuvio verrà offerta una giornata all’aria aperta sulle pendici del Vesuvio per celebrare la Catalanesca e per presentare il grande “Sommaellier” a denominazione IGT (Indicazione Geografica Tipica), dove si rivivrà l’amore e il gusto per il buon vino e la sua cultura. E ancora tanto sport, degustazioni di olio e di pizza, altre eccellenze gastronomiche campane.
La giornata inizierà alle ore 10 con una gara di corsa lungo le vigne dedicata ai ragazzi dai 6 agli 11 anni a cura dell’allenatore Gianni Cangiano.
Seguirà una dimostrazione di scherma con gli allievi del Maestro Mauro Barionovi del “Clubscherma Portici”.
Sarà poi la volta di una simpatica ed istruttiva lectio della nutrizionista dottoressa Eleonora Iodice.
Ancora, l’agronomo Sergio Fiorenza accompagnerà in una passeggiata tra i filari d’uva, una full immersion nella cultura del vino.
L’associazione “Terronian” farà dunque scoprire tutti i gusti dell’Oro di Napoli grazie all’arte del Maestro pizzaiolo Salvatore Di Matteo.
La giornata si concluderà con Sarah Ancarola e Salvatore Di Matteo che presenteranno in collaborazione con “Associazione Terronian” il progetto “Eccellenza del Sud”.
L’ingresso alla manifestazione offerta dall’Azienda Agricola Punzo è gratuito.
L’evento si può seguire sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/events/461971897298569/
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Michele Di Iorio