Terra di Confine, una luce nel buio

I ragazzi dell'associazione Terra di Confine

PONTICELLI (NA) – Domenica 28 ottobre è stata inaugurata in via Fratelli Lumière la sede dell’associazione di volontariato Terra di Confine.
Ponticelli, terra di confine, quartiere della periferia est di Napoli: 4 mesi di lavori di ristrutturazione, rigorosamente svolti da volontari, utilizzando per il 70% materiali riciclati, destinati alla discarica.
Terra di Confine  è un’associazione fatta e voluta da giovani per i giovani del quartiere, un seme di speranza e legalità in un territorio che poco offre in termini di cultura e di aggregazione.
Ha detto Vincenzo Luca Bossa, presidente dell’associazione: «Terra di Confine è uno spazio aperto a tutti i giovani e i cittadini di Napoli, un luogo dove incontrare persone che si rimboccano le maniche, dove fare cultura, arte, educare al rispetto, diffondere il messaggio di legalità e giustizia, un rifugio in cui trovare amici pronti ad aiutarti e dove ritrovarsi per pianificare eventi e anche battaglie».
« Il Centro Terradiconfine – ha continuato – è grande 160 m²: è costituito da due grandi sale, uffici, una sala insonorizzata (che renderemo una sala prove).
Affacciamo su una via privata, al centro delle traverse di Via Bartolo Longo, il cuore della “Terra di Confine” tra i territori di Ponticelli, Barra, San Giorgio, al confine tra la grande metropoli napoletana e l’hinterland degradato e abbandonato del vesuviano, tutto rigorosamente autofinanziato dai soci dell’associazione, di una età media di 19-20 anni.
Questa spontanea aggregazione giovanile è iniziata nel 2008 con il supporto ai bambini rom sfrattati da Ponticelli con i roghi dei loro campi, che in quel periodo fecero parlare la nazione intera e riempirono le prime pagine di tutti i giornali».
Da allora, l’associazione, che, Vincenzo ci tiene a precisare, non è legata a nessun partito, movimento e, tantomeno, alla Chiesa, è cresciuta sempre di più fino a volersi imporre come l’inizio di un reale cambiamento in positivo di quel territorio.
Vincenzo è un ragazzo  con una grande  forza di volontà, una serietà e una grande gioia di vivere e  non accetta compromessi con organizzazioni partitiche di alcun tipo, rispecchiando fedelmente il sentimento che muove tutti i componenti dell’associazione.
La gente del posto li vede come una speranza, e le parti politiche che dovrebbero naturalmente appoggiarli e sostenerli, invece, dice Vincenzo:
«Molti ci vedono come una speranza, ma i politici ci temono, pensa che una volta ci volevano denunciare per aver pulito un parco!
Il nostro obiettivo è essere un punto di riferimento, per l’arte, la cultura, l’anticamorra e la creatività a Ponticelli e Napoli est in generale. Siamo autonomi al 100%, non ci appoggiamo a partiti, movimenti, alla Chiesa; anzi, ci autofinanziamo».
Le attività proposte nella sede dell’associazione sono tante e varie: dai dibattiti su temi di problematiche sociali e giovanili con incontri in sede, ai laboratori artistici e creativi, al  supporto scolastico e alla organizzazione di eventi musicali e mostre d’arte e di artigianato, tutte attività che hanno come finalità l’aggregazione giovanile, in modo che possano emergere ed essere espressi gli specifici interessi dell’individuo e dei gruppi.
Terra di confine ha appena aperto i battenti e già ha in calendario un’importante manifestazione.
Di cosa si tratta, Vincenzo?                                                                                                            
«Il prossimo evento è la marcia anticamorra in memoria delle vittime innocenti della strage del’89 a Ponticelli: 4 persone morirono solo perché erano sedute al bar sbagliato al momento sbagliato. Abbiamo dato appuntamento ai cittadini il 12 novembre, alle ore 9.30, in Viale Margherita, per arrivare a piazza Egizio Sandomenico, dove ci sarà il palco su cui parleranno Don Tonino Palmese dell’Associazione Libera e il PM che ha arrestato gli esponenti del clan Sarno, il giudice D’Onofrio».
Un confine può essere il punto d’incontro tra due diverse entità: non deve mai rappresentare un muro.
È su questo presupposto che quest’associazione nasce come  Terra e non come Linea di confine.
Perché per questi ragazzi il vivere in un territorio di margine, di confine, è interpretato come una grande occasione di incontro e di scambio tra diverse realtà.
La città è fatta molto più dagli uomini che non dagli edifici, e la diversità di vedute degli abitanti la città è ciò che rende vitale un territorio.
La vitalità di un territorio è data dalla diversità di usi in quel luogo.
Terra di Confine può essere un seme, da custodire, proteggere, sostenere, salvaguardare, perché è il futuro delle nostre periferie.
Solo con realtà del genere, che, senza condizionamento alcuno, tendono ad aggregarsi spontaneamente  con il grande desiderio di migliorare la qualità della vita del proprio territorio, si può sperare in una rivoluzione culturale che porterebbe ad un vero cambiamento del rapporto cittadino-città.
Grazie, Vincenzo Luca Bossa, grazie, ragazzi di Ponticelli.
http://www.terradiconfine.napoli.it

Mario Scippa