Storia dell’Epifania tra religione e folklore

EpifaniaLa festa dell’Epifania del 6 gennaio tradizionalmente conclude il periodo festivo invernale iniziato col Natale.
Pur avendo antichissime origini religiose che nascono dal paganesimo per poi innestarsi nel cristianesimo, nella società moderna anche questa festività è progressivamente diventata l’ennesima occasione per dar luogo a manifestazioni consumistiche caratterizzate da scambio di doni, feste di piazza, oltre che dalle immancabili calze della tradizione ricolme di dolciumi appese di notte nelle camerette dei bambini.
Le antiche origini di questa festa, caratterizzata da alcune principali figure allegoriche che si perdono nella leggenda: la Befana, i re Magi e la stella cometa che indicava loro il cammino.
Le origini del nome epifania derivano dal greco antico: il verbo epifàino ovvero “mi rendo manifesto”, da cui il sostantivo femminile epifàneia che significa “manifestazione”, “apparizione”, “avvenuta della divinità”, e starebbe ad indicare appunto il fenomeno della manifestazione di una divinità mediante visioni, miracoli e segni di vario tipo.
Successivamente il cristianesimo ha associato il sostantivo alla rivelazione di Gesù Cristo appunto attraverso tre segni: l’adorazione dei re Magi, il battesimo di Gesù adulto nel fiume Giordano impartito da Giovanni Battista e il suo primo miracolo avvenuto a Cana (la tramutazione dell’acqua in vino).
Infatti nei primissimi secoli dopo Cristo è sempre stata l’Epifania la principale festa ad esser celebrata dai cristiani, considerata segno di rivelazione della natura Divina di Gesù, così come il Natale che celebra la Natività di Nostro Signore venne adottata come festività religiosa a partire dall’anno 336, collocandola convenzionalmente nella data del 25 dicembre per assimilare e “cristianizzare” la festa pagana del Sol Invictus, il culto pagano del Dio Sole.
All’Epifania è la figura dei re Magi ad essere particolarmente rappresentata dalla tradizione cristiana, proprio perché l’adorazione dei tre re  è il primo  dei tre segni rivelatori della natura Divina del Bambino. I Re Magi – dal greco magos – secondo le scritture del Nuovo Testamento erano dei nobili sacerdoti esperti di astronomia provenienti dai regni del lontano Oriente, probabilmente dall’antica Persia, che intrapresero il lungo viaggio verso la Giudea per andare ad adorare Gesù bambino spinti da un particolare evento astronomico – ulteriore “segno” del cielo – che viene identificato nella stella cometa onnipresente in tutti i presepi. Essi erano Gasparre, Melchiorre e Baldassarre (evidente “italianizzazione” di nomi esotici che probabilmente dovevano corrispondere al persiano Jasper “signore del tesoro”, Baltasar e Melchéhor), che portarono a Colui  che consideravano “re dei Giudei” i doni dell’oro come simbolo della sua regalità, l’incenso per  la Sua sacra natura, e la mirra simbolo di estrema unzione come presagio della sua futura morte in terra.
Quanto all’evento astronomico che indirizzò il cammino dei re Magi verso la Giudea, molti studiosi si sono interrogati sulla natura del fenomeno. In effetti la definizione di stella cometa indica una improbabile fusione di due fenomeni astrali che non possono coincidere: la stella che in genere resta fissa in cielo situata al di fuori del nostro sistema solare, e la cometa che invece è un copro astrale mobile che avviene all’intero del sistema solare.
Alcuni hanno ipotizzato che i tre re Magi abbiano visto in cielo una supernova, evento astronomico di tali proporzioni che agli occhi dei Magi può esser sembrato come un fenomeno stupefacente che stava sicuramente ad annunciare l’essenza Divina della nascita del Re dei re. Ma tale ipotesi è alquanto improbabile dato che in quell’epoca era praticamente impossibile avvistare un così remoto fenomeno di supernova senza le più avanzate attuali tecnologie esplorative dello spazio profondo.
Ciò che appare invece più probabile e su cui concorda la maggior parte degli studiosi, è il fenomeno della congiunzione astrale tra Giove e altri pianeti vicini che avrebbe generato la visione di una stella particolarmente luminosa in cielo. Secondo i calcoli astronomici fatti da alcuni esperti, il fenomeno sarebbe realmente avvenuto in quel periodo ed è uno dei tanti elementi che hanno contribuito ad identificare in qualche modo l’anno presunto della nascita di Gesù.
La collocazione della festa dell’Epifania al 6 gennaio è probabilmente dovuta ad un’altra operazione di “cristianizzazione” di un preesistente culto pagano, legato sempre al culto solare di Mitra, e sarebbe una sorta di “prolungamento” della celebrazione del Sol Invictus di fine dicembre. Secondo l’antico calendario romano pre-cristiano la “dodicesima notte” dopo la fine del solstizio d’inverno – il 6 gennaio, appunto – si celebrava la festa della morte e della rinascita della natura attraverso la Madre Terra, il cui suolo, passato il culmine dell’inverno, si preparava lentamente a ritornare fertile.
Gli antichi romani credevano che durante queste dodici notti (il cui numero avrebbe rappresentato i “dodici mesi” dell’anno secondo il nuovo calendario romano) entità femminili ultraterrene volassero sui campi per propiziare i futuri raccolti, associate alla figura della dea Diana, divinità lunare protettrice della cacciagione e della vegetazione.
Successivamente, con l’avvento del cristianesimo, in uno dei tanti tentativi di ripudiare i vecchi culti pagani, le principali cariche ecclesiastiche a partire dal IV secolo d.C. cominciarono a diffondere nella popolazione l’idea della natura satanica di queste figure volanti associandole alle streghe, portatrici di sventure e malefici. Questa figura dotata di scopa volante ha poi preso le fattezze della bonaria Befana da noi conosciuta, ma in origine si trattava secondo la tradizione cristiana dell’epoca di una befana malefica
Per la difficoltà nel cancellare definitivamente certi culti pagani infine il cristianesimo ha dato nuova prova di capacità di “integrazione” dei culti agresti riuscendo successivamente a “cristianizzare” anche questa particolare figura, diffondendo il mito ella figura di una misteriosa anziana signora legata in qualche modo ai re Magi.
Secondo questa leggenda cristianizzata i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia signora che dimorava solitaria in terra di Giudea. Malgrado le loro insistenze  nel spingere la vecchia a seguirli a far visita al Bambin Gesù, la donna  si ostinò a non uscire di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirvi.
Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.
Ecco dunque la tradizionale Befana, volante portatrice notturna di doni belli e brutti, nonché di qualche colpo di scopa, che tutti conosciamo.

Francesco Bartiromo