Smart drugs: un mondo migliore?

smart_drugs - CopiaNegli ultimi anni si parla sempre più di farmaci nootropi o smart drugs, sostanze psicostimolanti che aumentano il rilascio di alcuni neurotrasmettitori. Tramite il loro meccanismo d’azione, questi farmaci sono in grado di alleviare i sintomi di molte malattie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson e l’Alzheimer. Alcuni di questi, però, vengono utilizzati per altri scopi.
Miglioramento dell’attenzione, dei processi decisionali e del pensiero creativo: a detta degli studiosi di Oxford e Harvard, sarebbero questi i vantaggi di una di queste sostanze, il Modafinil. Il farmaco, normalmente prescritto per la cura della narcolessia, prende il nome commerciale di Provigil. A questo proposito, la nota rivista scientifica Nature, ha reso pubblici i risultati di un suo sondaggio: un lettore su cinque avrebbe assunto smart drugs per migliorare la concentrazione e quasi la metà di questi ha scelto il Modafinil.
L’effetto principale del farmaco è stato individuato nella capacità di risolvere problemi e di pensare in maniera creativa. Inoltre, il farmaco è conosciuto come capace di ridurre la sonnolenza. Gli effetti collaterali sono in alcuni, seppur rari casi, gravi: sindrome di Stevens-Johnson, tachicardia, palpitazioni, diminuzione dell’appetito e altri. Più o meno, come l’Aulin e molti altri farmaci di comune utilizzo.
Diversi studiosi hanno commentato la notizia, tra cui Peter Morgan della Scuola di Medicina di Yale, che avverte che non sono conosciuti effetti a lungo termine, secondo lui paragonabili a quelli della caffeina o della nicotina. Anche Guy Goodwin, presidente dell’Europeam College of Neuropsychopharmacology, ha detto la sua: come si può vietare un farmaco che aumenta le prestazioni cognitive?
In definitiva, in una società che esige dagli uomini una somiglianza sempre maggiore a quella delle macchine, con orari di lavoro sempre più intensi, che vede anche molti studenti “doparsi” a causa di un perverso gioco di competizione e di rincorsa al futuro migliore, perché non sdoganare questa “marcia in più”?
La risposta ovvia potrebbe essere che un mondo così non è giusto, che si può cambiare in meglio. Ma ci crediamo davvero?

Adelaide Borrelli