Serata finale del Premio Gill

Premio-GillGROTTOLELLA (AVELLINO) – Anche le tammorre di Romeo Barbaro all’VIII edizione del Premio Armando Gill in programma il 31 agosto: il Maestro di tammorra dell’orchestra Scarlatti di Napoli riceverà il premio insieme allo studioso tradizioni popolari di Guido Marena per la sua ricerca musicale su uno strumento tanto antico.
Barbaro nel corso della serata proporrà la sua ultima composizione “Senza radici non si vola”.
Nella soirée di gala vi sarann inoltre il ritorno in concerto di Peppino Gagliardi, le macchiette di Lucia Cassini, il cabaret e l’intrattenimento di Gaetano De Martino e Salvatore Misticone, la melodia di Antonio Siano e le magiche corde della chitarra di Claudio Carluccio. Premio per lo sportivo dell’anno all’Avellino calcio ed al tecnico Massimo Rastelli.
Per la sezione cinematografia il riconoscimento è andato al regista Nando De Maio e quello per la cultura e l’informazione al responsabile della redazione spettacoli del Roma, Diego Paura.
Menzione speciale al pianista Roberto Aita ed all’artista di casa PinoPino .
«Quella del Maestro Barbaro è una presenza che arricchisce il parterre di questa edizione del premio Gill – ha dichiarato il direttore artistico Mario Da Vinci – la serata di gala diventa una rassegna di spettacolo he contiene canzone, risate, cultura ed innovazioni sonore. Il maestro Marena da anni porta avanti un lavoro di studio e ricerca su uno strumento che gli antichi Greci portarono in Italia e che si è radicato nella nostra cultura, in quel luogo geografico che non a caso chiamiamo anche Magna Grecia. La musica napoletano ha poi circondato questo strumento con quelle danze libere ed anche sensuali».
Guido Marena, autorevole studioso della lingua e del dialetto, ha precisato: «Ringrazio gli organizzatori per questo riconoscimento. Per lunghi anni ho compiuto ricerche nel campo musicale e della canzone napoletana, che secondo me è diversa da dentro e fuori le mura. Mentre la musica popolare è energia della terra in un rapporto animistico con la fede, l’animale e la collettività, nella canzone classica trovo la solarità sentimentale di un romanticismo intimistico che porta all’espressione più profonda di emozioni, talvolta gioiose, talvolta malinconiche, che comunicano ciò che ogni persona può sentire in un amore che può innalzarti estaticamente o distruggerti con la delusione».