Se non ora quando: Il ruolo delle donne nel cambiamento sociale.

 

Le donne e il cambiamento sociale

NAPOLI – La lotta per l’affermazione dei pari diritti tra uomo e donna è un processo lento che può dirsi, almeno in Italia, formalmente concluso.
Ma ciò che è istituito democraticamente, non sempre risponde alle ideologie individuali e può capitare che il modello condiviso di donna diventi quello che ha maggiore visibilità.
Si tende a dimenticare, che al di là del mondo edulcorato, interpretato così bene dai reality show, dove i valori fittizi abbondano, c’è un mondo reale dove la gente si sveglia ogni mattina per andare a lavorare.
Così la donna che non compare sui rotocalchi è eclissata dal mondo delle soubrette, mentre donne intraprendenti, riservate, fiere della propria individualità, ma rispettose della loro privacy, occupano uno spazio sempre minore.
Oppresse da una società in crisi e sempre più maschilista, queste donne hanno tuttavia una grande peculiarità: si indignano.
La risposta all’indignazione è la manifestazione, la presa di posizione collettiva.
Eliana Esposito, fotografa napoletana, nella sua mostra Se non ora quando immortala i momenti più significativi della manifestazione del 13 febbraio scorso, dal titolo omonimo, che ha coinvolto migliaia di donne partenopee, e non solo.
«C’erano migliaia di donne a dare la loro adesione, ma molto consenso è arrivato anche da parte degli uomini, consapevoli della difficoltà dell’attuale situazione sociale», chiarisce Eliana Esposito in occasione della conferenza stampa dell’8 settembre al Pan di Napoli.
La fotografia è un mezzo potente ed immediato e quello che si evince dalla sua mostra è la forte finalità espressiva degli scatti: venti istantanee che ritraggono volti di donne che manifestano un profondo dissenso nei confronti del sistema il quale, a sua volta, etichetta la discesa in piazza di febbraio quale «manifestazione faziosa, una grande vergogna».
Parole che destano sconcerto, che offrono uno spunto di riflessione sulla vera libertà d’espressione.
L’intento della mostra, dunque, quello che un visitatore percepisce, è la volontà di rompere il muro del silenzio, di richiamare l’attenzione su valori reali, quotidiani e rendere le donne le vere protagoniste di una rivoluzione sociale.
«Uno dei miei soggetti preferiti sono le donne, la parte più viva del cambiamento sociale», sottolinea la fotografa.
La mostra si potrà visitare fino al 20 settembre 2012.

 

Francesca Mancini