Scuola e futuro in Campania

Renzi scuolaNuovo Governo, nuovo Premier: Matteo Renzi. Come suo primo obiettivo, il rilancio della scuola, la sua prima visita come Presidente incaricato è stata proprio una scuola, la “Luigi Coletti” di Santa Bona, per ribadire la priorità delle politiche sul futuro della scuola.
Un’ostinazione che ha fatto risonanza non tanto per la scelta di sottolineare l’importanza della scuola nel futuro di un Paese, quanto per il fatto che Renzi  ha dichiarato di voler destinare miliardi per la scuola attraverso l’allentamento del patto di stabilità tra Stato ed Enti locali.
Secondo l’annuale Rapporto di Legambiente Ecosistema Scuola, il 37,6 % degli edifici necessita di manutenzione con estrema urgenza, il 40% non ha il certificato di agibilità, al 60% manca quello di prevenzione incendi. Come al solito si nota la disparità di trattamento fra nord Italia e sud Italia, con una diminuzione della spesa per i lavori di manutenzione dal 2011 al 2013.
La Presidente dell’Age Campania Rosaria D’Anna, asserisce in merito alla questione che, in questi ultimi anni si è avuto una serie di azioni sulla Scuola che ne hanno determinato in molti casi un potenziamento, nel senso che si è molto “innovato”.
Le scuole sono piene di lavagne LIM, Laboratori informatici e scientifici, ma, nel frattempo, non esistono supporti necessari a favorire queste attività.  Di fatto, se a fronte di Fondi Europei, i cosiddetti PON, si potenzia  il miglioramento tecnologico da un altro lato, finiti i fondi le Scuole sono sprovviste di mezzi per continuare e si finisce così per aggravare le Famiglie di oneri e spese che non sono assolutamente previsti – i cosiddetti contributi volontari – è pur vero che i nostri ragazzi debbano essere al passo con l’Europa in senso innovativo ma si è perso molto quello che è il vero senso dell’insegnamento inteso come trasmissione dei saperi.
I Governi dovrebbero iniziare ad essere più vicini alla Scuola prima di emanare nuovi piani straordinari, si dovrebbe iniziare a capire veramente cosa succede quali sono i veri bisogni degli alunni, dei docenti, del personale e non attuare continui cambiamenti che hanno portato solo ad un impoverimento culturale dei ragazzi.
L’emergenza prioritaria è sotto gli occhi di tutti : ci sono edifici scolastici poco sicuri e se si aggiunge l’innalzamento del numero di alunni per la formazione delle classi ( fino a un massimo di 28) ci troviamo di fronte anche alle cosiddette aule pollaio, alunni costipati in aule in cui per la loro incolumità potrebbero solo esserci un minimo numero, considerati i parametri legislativi di sicurezza.
L’emergenza primaria dovrebbe essere la coerenza, nel senso che non si possono fissare parametri per la sicurezza e poi stravolgerli in nome della “Scuola dell’autonomia”.
Si deve cominciare a far rispettare i parametri e a provvedere a mettere in sicurezza gli edifici: basterebbe che qualcuno si occupasse seriamente di verificare lo stato delle scuole.
Un’altra emergenza è la continua soppressione delle ore di materie che, risultano poi essere fondamentali per la nostra storia culturale, come ad esempio Storia dell’Arte,  che vengono relegate a Cenerentole dell’istruzione; andrebbero invece potenziate proprio per la valorizzazione del nostro Paese.
La Scuola della Campania soffre molto del fenomeno della dispersione e dell’abbandono scolastico che in alcune zone ha tassi elevatissimi. Tutto ciò scaturisce soprattutto dal contesto sociale in cui si vive ma troppo spesso è anche la sfiducia in un futuro che non da aspettative.
Oggi si assiste ad un piano di ridimensionamento delle Istituzioni Scolastiche che ha contribuito a deteriorare il futuro della Scuola; alcuni Istituti sono stati soppressi non prevedendo gli inevitabili contraccolpi che ne potevano derivare, stravolgendo la continuità didattica degli alunni e il loro diritto allo studio.
Si è  assistito ad una mera incombenza di riorganizzazione numerica e basta, tralasciando gli aspetti fondamentali quali la cultura della partecipazione e dell’appartenenza prioritari in alcuni quartieri dove le Scuole rappresentano l’unico presidio di legalità  cui i bambini fanno riferimento.
Non basta che il Governo vari delle iniziative a favore della Scuola ma serve necessariamente che provveda a far sì che tutto ciò venga posto in essere in piena responsabilità attivando controlli non solo a carattere regionale ma anche nazionale.

Marinella Paesano