Sciame sismico: Ecco i terremoti più significativi dal 1900 ad oggi

Mappatura delle zone italiane a rischio sisma (foto: web)

Lo sciame sismico che da più di un anno interessa il massiccio del Pollino a confine tra Basilicata e Calabria comincia a destare qualche preoccupazione. Più di 600 scosse con un magnitudo variabile dai 2.5 ai 3 di magnitudo e le popolazioni del luogo temono che prima o poi la terra possa intensificare il movimento. La penisola italiana è stata spesso interessata da forti movimenti tettonici e, talvolta, legati anche a movimenti vulcanici. Non solo il terremoto che anticipò la distruzione di Ercolano e Pompei del 79 d.C., forti testimonianze della terra che trema arrivano da manoscritti e dipinti del tempo che ritraevano distruzione e terrore.
Ecco una lista dei terremoti più significativi che hanno colpito la penisola italiana dal 1900 ad oggi:

DATA

ZONA

M

NOTE

30.10.1901 SALO’ 5.7 Epicentro a sud di Salò, la città più colpita. Interessata la sponda orientale del lago di Garda. Nessuna vittima
24.02.1904 MARSICA 5.6 Epicentro a sud-ovest di Rosciolo, tra i paesi più colpiti assieme a Magliano. Nessuna vittima
08.09.1905 CALABRIA 6.9 Sisma notturno, epicentro vicino a Vibo Valentia (ancora chiamata Monteleone). Grandi distruzioni a Vibo, Aiello, Pizzo, Piscopio. Alcuni paesi saranno ricostruiti in altri siti. L’area circostante Capo Vaticano geograficamente sconvolta: frane, voragini, liquefazione, fiumi deviati. Circa 600 morti. Tsunami da Nicotera a Scalea dove il run-up raggiunge 6 metri
23.10.1907 CALABRIA
IONICA
5.9 Epicentro ad ovest di San Luca. Devastato Ferruzzano, ingenti danni a San Luca e Platì oltre che sul litorale ionico, colpito poi da tsunami tra Capo Bruzzano e Bianco. Lesioni anche a Motta S. Giovanni, Radicena, Brancaleone, S. Ilario, Gerace Marina, Siderno, Sinopoli. Almeno 150 morti
28.12.1908 STRETTO DI MESSINA 7.1 Il terremoto più grave del Novecento in Italia, il più forte degli ultimi 200 anni. Messina e Reggio rase al suolo. Gravissimi danni anche a Ganzirri, Pace e Villa S. Giovanni. Scosse avvertite fino a Napoli e Campobasso. Mai accertato con esattezza il numero dei morti, certamente superiore a 60mila e prossimo a 80mila. Ancora dibattuta la questione dell’epicentro: o in terra, tra Archi e Gallico, oppure nello Stretto, davanti a Reggio. Associato un violento tsunami, con run-up fino a 12 metri, dovuto principalmente ad una frana sottomarina originatasi davanti Giardini Naxos. Tsunami che colpisce sia la costa siciliana che quella calabrese, con danni ingenti ma numero di vittime limitato
07.06.1910 IRPINIA 5.8 Epicentro nei pressi di Calitri dove crolla il 30% degli edifici, con diverse vittime. Una sessantina i comuni interessati. Altri centri colpiti Sala, Bagnoli, S. Angelo dei Lombardi e la parte più occidentale della Basilicata. Una cinquantina i morti
27.10.1914 LUCCHESIA 5.8 Epicentro nei pressi di Ponte a Moriano. Colpita la media valle del Serchio e la piana di Lucca, ben avvertito anche in Versilia ed in tutta la Toscana. Crolli a Barga, Porcari, Massarosa, Camaiore, Pietrasanta, Montecatini, Pescia. Danni lievi a Lucca, Viareggio, Carrara. I morti non superano la decina
13.01.1915 MARSICA 7.0 Evento fortemente distruttivo, paragonabile a quello di Messina del 1908. Epicentro nella conca del Fucino, a sud-est di Paterno. Avvertito dalla Basilicata al Veneto, 370 i siti colpiti, una cinquantina i paesi rasi al suolo. Avezzano il centro più colpito: scompare più dell’80% degli abitanti! In totale almeno 30mila morti, forse 35mila: il 25% dell’intera popolazione abitante nell’area interessata. Gravemente colpita anche la valle del Liri, nel Lazio. Tra i paesi distrutti: Capistrello, Celano, Cese, Collarmele, Paterno, Scanno, Gioia dei Marsi, Magliano, Pescina (50% degli abitanti scompaiono), Sora (3000 morti), Arpino, Pescosolido, Isola Liri. Grandi sconvolgimenti nel territorio, con frane e voragini. Un’ipotesi, mai verificata, pone come possibile concausa di questo evento il prosciugamento del Fucino
17.05.1916 ROMAGNA 5.8 Prima scossa importante di una sequenza che durerà sei mesi (vedi sotto). Epicentro nei pressi di S. Lorenzo in Strada. Crolli importanti a Rimini, Riccione e Cattolica. Mille edifici lesionati a Rimini. Danni anche a Santarcangelo e Savignano, lesioni in tutta la Romagna e nella valle del Metauro
16.08.1916 ROMAGNA 5.9 Scossa appartenente alla stessa sequenza sismica della precedente. Il sisma accentua i danni provocati il 17 maggio. Epicentro nei pressi di Scacciano. Parecchi crolli a Riccione, ulteriori danni a Rimini, Pesaro, Cattolica, Fano, Saltara. Una decina i morti totali della sequenza che finirà a dicembre
26.04.1917 VAL TIBERINA 5.9 Epicentro nei pressi di Lippiano. Area più colpita a cavallo di Toscana ed Umbria, in particolare la valle del Cerfone. Distrutti Monterchi (90% degli edifici inagibili) e Citerna, gravi danni a Sansepolcro, Città di Castello, Petretole, Lippiano, Lugnano, Padonchia, Anghiari. Avvertito anche in Lazio e Romagna. Una trentina i morti
10.11.1918 APPENNINO ROMAGNA 5.8 Epicentro nei pressi di Santa Sofia, il paese più colpito. Danni anche a Galeata, Bagno, Civitella. Lesioni a Predappio e Verghereto. Avvertito in tutta la Romagna, in particolare a Bertinoro. Una ventina di vittime
29.06.1919 MUGELLO 6.1 Epicentro nei pressi di Santo Stefano. Colpiti l’intero Mugello, la Val di Sieve ed il Casentino. Il sisma più violento della storia nella provincia di Firenze. Il paese più colpito Vicchio dove crolla il 50% delle abitazioni (compresa la casa natale di Giotto) e si registrano alcune decine di morti. Gravi danni anche a S. Godenzo, Scarperia, Borgo S. Lorenzo, Casaglia, Barberino, Dicomano (crolla la torre dell’orologio), Firenzuola, Bibbiena e Poppi. Almeno 100 le vittime totali, migliaia i senzatetto
07.09.1920 LUNIGIANA – GARFAGNANA 6.4 Epicentro a Nicciano. Sisma all’alba. Interessate Garfagnana e Lunigiana, a cavallo delle province di Massa Carrara e Lucca. Devastato Fivizzano (30 morti), distrutti Vigneta e Villa Collemandina. Gravi danni a Piazza al Serchio, Castelnuovo, Sassalbo, Villafranca, Filattiera, Pontremoli. Un centinaio i siti in cui si riscontrano lesioni, comprese la Versilia e Pisa. Avvertito dalla Costa Azzurra al Friuli. Almeno 200 vittime (molta popolazione, “avvertita” da scosse precedenti, non dormiva in casa)
07.03.1928 CALABRIA CENTRALE 5.8 Epicentro a sud di Mileto. Colpita l’area circostante Capo Vaticano e la piana di Gioia Tauro dove si contano numerosi crolli. A Gioia Tauro gravemente danneggiata la cattedrale. Danni anche a S. Onofrio, Seminara, Mileto, S. Calogero
27.03.1928 CARNIA 5.8 Epicentro nei pressi di Pusea. Gravi danni in Val d’Arzino. Tra i paesi più colpiti Alesso, Marins, Tramonti, Vito d’Asio, Chiaicis, S. Stefano, Pusea. Una decina le vittime
23.07.1930 VULTURE – IRPINIA 6.7 Sisma notturno, importante per sviluppo areale e danni. Epicentro nei pressi di Lacedonia, il paese più devastato (crolla il 70% delle abitazioni). Danni ingenti anche nel Vulture, lesioni a Napoli e Salerno. Paesi più colpiti: Aquilonia, Villanova, Barile, Ariano, Atella, Rapolla, Rionero, Accadia, Villanova, Trevico, Vallesaccarda, Scampitella e Melfi. Incerto il numero dei morti, almeno 1400. Ricostruzione efficiente e veloce ad opera del regime fascista
30.10.1930 SENIGALLIA 5.9 Epicentro nei pressi di Senigallia dove vengono distrutti 2000 edifici e si contano una ventina di vittime. Danni anche nella valle del Metauro. Siti più colpiti: Mondolfo, S. Costanzo, Montemarciano, Marotta, Fano ed Ancona nel cui porto si verifica un leggero tsunami con numerosi ormeggi divelti e danni ai moli
26.09.1933 MAIELLA 5.7 Sisma notturno. Epicentro nei pressi di Lama dei Peligni, tra i centri più distrutti. Altri paesi devastati: Taranta Peligna, Fara S. Martino, Civitella Messer Raimondo, Salle, Popoli. Soltanto una dozzina i morti perché la popolazione, a seguito di scosse precedenti, aveva già abbandonato le abitazioni
18.10.1936 CANSIGLIO 6.0 Epicentro ad est di Fadalto. Interessata la zona circostante l’altipiano del Cansiglio ed il territorio di tre province attuali (Belluno, Treviso, Pordenone). Principali paesi con gravi danni: Stevenà, Fiaschetti, Cornei, la conca d’Alpago. Crolli vari a Sacile, Belluno, Vittorio Veneto, Conegliano, S. Vito. Lesioni pure a Bolzano e Venezia
03.10.1943 MARCHE 5.9 Epicentro nei pressi di Castignano. Sequenza sismica iniziata alcuni mesi prima. Colpite le Marche meridionali, nella zona di confine con Abruzzo e Lazio. Gravi danni ad Offida, Castignano e S. Venanzo. Lesioni ad Ascoli. 2 morti
11.05.1947 CALABRIA 5.7 Epicentro macrosismico ad est di Satriano, spostato in mare a 15 km dalla costa secondo studi più recenti. Colpito il versante jonico della provincia di Catanzaro (golfo di Squillace). Gravissimi danni a Isca sullo Jonio dove crolla il 60% delle abitazioni e si segnalano due vittime (le uniche). Crolli pure a Badolato, Cenadi, S. Caterina, Gasperina, Sant’Andrea, Satriano. Lesioni a Catanzaro, Soverato, Bivongi
05.09.1950 GRAN SASSO 5.7 Epicentro nei pressi del lago di Campotosto. Sisma all’alba. Interessati Abruzzo, Marche e Lazio nell’area dei Monti della Laga (Accumoli, Amatrice). Danni ingenti ad Isola del Gran Sasso d’Italia, Pietracamela, Campli, Penne. Lesioni a l’Aquila ed Ascoli Piceno. Sequenza sismica durata un anno
21.08.1962 IRPINIA 6.2 Epicentro nei pressi di Apice. Ariano e Melito i paesi più colpiti. Sisma popolarmente definito “signore” perché ha danneggiato gli edifici ma provocato pochi morti (una quindicina). Ben avvertito ad Avellino e Napoli. Crollo di un ponte sulla ferrovia Avellino-Foggia. 10mila senzatetto
15.01.1968 VALLE DEL
BELICE
6.1 Epicentro nei pressi di Salaparuta, praticamente distrutta. Evento notturno, con sequenza sismica. Colpite le province di Trapani ed Agrigento, in particolare la valle del fiume Belice. Devastate Montevago e Gibellina dove crolla il 90% degli edifici. Numerosi crolli a Poggioreale. Gravi danni a Salemi (crollo chiese), S. Margherita, Santa Ninfa, Partanna, Sciacca, Calatafimi. Lesioni a Palermo. Sisma inizialmente sottovalutato e ritardo nei soccorsi in una zona ritenuta “non sismica”. Effetti delle scosse amplificati dalla pessima qualità edile dei fabbricati. Ricostruzione poco efficiente, bloccata a lungo da burocrazia e politica. Alcuni paesi ricostruiti altrove, in una sorta di “laboratorio architettonico”. Quasi 400 morti, 70mila senzatetto: soprattutto anziani, donne e bambini perché molti uomini adulti già emigrati
06.05.1976 FRIULI 6.4 Evento intorno alle ore 21. Ancora scientificamente discussa l’esatta sede dell’epicentro, dal punto di vista macrosismico situata tra Gemona ed Artegna, completamente distrutti. Sisma devastante che travolge un’intera regione, in particolare l’area a nord di Udine. Una settantina i comuni colpiti, 45 dei quali “rasi al suolo” secondo la definizione ufficiale. Gravi danni anche in Slovenia orientale. Segue una lunga sequenza sismica (vedi sotto)
15.09.1976 FRIULI 6.0 Epicentro ad est di Osoppo. Scossa appartenente alla sequenza sismica del precedente. Ciò che era rimasto ancora in piedi, crolla definitivamente. Particolarmente colpiti Trasaghis, Osoppo, Gemona, Buja, Venzone. La ricostruzione, coordinata da Zamberletti, risulterà efficiente e completata in una decina di anni. Il conto definitivo delle vittime consta di 989 unità, 45mila i senzatetto
15.04.1978 GOLFO DI PATTI 6.0 Epicentro nel golfo di Patti. Scossa poco prima della mezzanotte. Danni ingenti a Patti dove crollano 70 edifici, diversi feriti ma nessuna vittima: la ricostruzione porta al progressivo abbandono del centro storico. Danni anche a Vulcano e lesioni nella costa settentrionale siciliana fino a Milazzo: Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale, Ficarra
19.09.1979 VAL NERINA 5.9 Epicentro nei pressi di Colmotino. Sisma avvenuto poco prima della mezzanotte. Crolli e danni a Norcia, Cascia e zone limitrofe, soprattutto nelle abitazioni più antiche. Tra i paesi più colpiti Chiavano, Atri, Civita, Trimezzo. Lesioni anche nell’area dei Monti Sibillini. 5 morti
23.11.1980 IRPINIA 6.9 Sisma devastante. Epicentro tra Teora e Castelnuovo. Scossa principale alle 19.34. Coinvolti Irpinia e Vulture ma anche l’intera Campania, la Basilicata e la Puglia occidentale. Distrutti Conza, Laviano, Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi (80% degli edifici crollato e 482 decessi), Teora, Santomenna, Castelnuovo di Conza. A Balvano crolla la chiesa durante la messa (77 morti). Danni ingenti anche ad Avellino (82 vittime) e Napoli dove crolla un intero palazzo a Poggioreale (52 deceduti). 30 città dichiarate ufficialmente “disastrate” mentre il 75% dei comuni dell’area interessata risulta “danneggiato”. Coinvolti 5 milioni di persone. Strade e ferrovie bloccate, l’Italia divisa in due. Gravi ritardi nei soccorsi per sottovalutazione dell’evento, confermati dal Presidente Pertini in diretta tv. Circa 3000 morti, 250mila senzatetto. Scandalo della ricostruzione con gravi speculazioni (“Terremotopoli”)
07.05.1984 ABRUZZO 5.9 Epicentro nei pressi di Pizzone. La zona interessata compresa tra Isernia-Frosinone-Avezzano. Una settantina i comuni colpiti tra cui Alfedena, Pescocostanzo, Opi, Rivisondoli, Castel di Sangro, Teano, Mignano, Sessa. Danni anche a Caserta ed Isernia dove parecchi edifici risultano inagibili. Avvertito anche a Napoli ed Ischia. L’11 maggio un’altra scossa importante provoca ulteriori danni. 7 morti, 6000 senzatetto. Ricostruzione molto lenta, non ancora ultimata
05.05.1990 BASILICATA 5.8 Epicentro nei pressi di Colliano. Colpita l’area a cavallo di Campania e Basilicata. Avvertito da Benevento a Matera. Sciame sismico durato mesi. Tra i paesi più colpiti: Paupisi, Pietragialla, Vaglio, S. Angelo delle Fratte, Ruoti, Avigliano, Tito. Danni e lesioni anche a Potenza. Molti edifici, non ancora risistemati dopo il 1980, ulteriormente danneggiati ed abbattuti. 2 morti
13.12.1990 AUGUSTA 5.7 Sisma notturno. Definito il “terremoto dei silenzi” perché spesso dimenticato dai media. Epicentro a sud di Castelluccio. Colpiti Augusta, Lentini, Carlentini, Melilli e Militello. 17 i morti, 10mila i senzatetto. Segue uno tsunami che invade il viale a mare ed il porto di Augusta, con danni comunque limitati
26.09.1997 UMBRIA – MARCHE 6.0 Epicentro nei pressi di Colfiorito. Colpite Umbria e Marche. Sciame sismico iniziato a maggio e proseguito per un anno. Prima scossa notturna, la più forte alle 11.42. Danni maggiori a Foligno (dove il 14.10 crolla il campanile della cattedrale in seguito ad altra scossa), Nocera Umbra (85% degli edifici inagibili e crollo della famosa torre cittadina), Preci, Sellano, Fabriano, Camerino, Serravalle, Visso, Matelica. Ad Assisi crolla la volta della basilica superiore, uccidendo 4 persone che stavano eseguendo un sopralluogo. Morti totali 11, 32mila senzatetto
09.09.1998 POLLINO 5.7 Epicentro nei pressi di Castelluccio Superiore. Crolli e lesioni in tutti i paesi attorno al massiccio del Pollino, al confine tra Basilicata e Calabria. Paesi più colpiti: Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore, Rivello. 2 morti
06.09.2002 PALERMO 5.8 Scossa principale notturna. Epicentro in mare, 35 km a NE di Palermo. Interessata la Sicilia settentrionale. A Palermo lesioni nel centro storico, lievi danni anche a Ficarazzi. 2 morti per infarto a Palermo
31.10.2002 MOLISE 5.7 Epicentro nei pressi di Bonefro. Danni principali a S. Giuliano dove nel crollo di una scuola muoiono 27 bambini ed una maestra. Lesioni anche nella provincia di Foggia. 30 le vittime totali, 5000 senzatetto
26.10.2006 TIRRENO MERIDIONALE 5.6 Epicentro nel Mar Tirreno, a largo di Stromboli. Sisma avvertito fino in Puglia, nessun danno di grave entità
06.04.2009 L’AQUILA 5.9 Epicentro prossimo alla frazione Collefracido del comune di L’Aquila. Lunga sequenza sismica, evento principale notturno, alle 03.32. Colpita l’intera provincia di L’Aquila il cui centro storico è completamente evacuato ed ancora inagibile a 3 anni di distanza. Gravissimi danni a L’Aquila e nel suo circondario, in particolare nella valle dell’Aterno. Altri centri duramente colpiti: S. Demetrio, Paganica, Pizzoli, Onna, Villa S. Angelo (crollato il 90% degli edifici), Poggio Picenze, Rocca di Cambio. Nel Lazio danni ad Amatrice, Accumoli, Borgorose. Avvertito anche a Roma, con lievi lesioni. 308 morti, almeno 50mila senzatetto. Evento scientificamente considerato “gemello” di quello del 1461
20.05.2012 EMILIA 6.0 Sisma notturno, alle 4.03. Ipocentro a circa 6 km di profondità. Epicentro nei pressi di Finale Emilia che subisce numerosi crolli e gravi lesioni. Ingenti danni anche a S. Felice sul Panaro (in particolare nel centro storico) ed a Mirandola. Crollati chiese e capannoni industriali. La zona più interessata tra le province di Modena e Ferrara. 7 morti. Avvertito in tutto il nord Italia
29.05.2012 EMILIA 5.8 Epicentro nei pressi di Medolla, geograficamente più ad ovest del precedente. Evento accaduto alle 9.00. Ancora discussa l’ipotesi se sia collegabile o no al sisma del 20.05 (altra faglia?). Ipocentro a circa 9 km di profondità. Nuovi danni nelle aree già colpite il 20.05 (Mirandola, S. Felice) ma soprattutto in altri centri: Medolla (crollo di capannoni industriali), Cavezzo (75% degli edifici lesionati), S. Prospero, Novi di Modena (dove il 03.06 crolla la torre dell’orologio). Lesioni rilevanti anche a Carpi, Cento, Ferrara, Poggio Rusco, Mantova, Modena. 19 morti, in particolare tra i lavoratori di alcune aziende industriali. Circa 15mila i senzatetto causati dallo sciame sismico. Rilevati fenomeni di liquefazione del terreno oltre a fagliazione superficiale. Secondo la classificazione ufficiale, l’area interessata dalle scosse ricadeva in “zona sismica 3” soggetta a “scuotimenti modesti”

(da Meteoweb.eu)
 

Fabio D’Alpino