Rifiuti tossici tra dimenticanze e responsabilità

Rifiuti tossici, tra dimenticanze e responsabilitàERCOLANO (NAPOLI) – Alla Parrocchia Santa Maria della Consolazione lo scorso venerdì 30 gennaio si è svolto l’incontro-dibattito dal titolo “Rifiuti tossici: dimenticanze, mala coscienza, connivenze, ignoranza e responsabilità”.

All’incontro, moderato da Pino Ciociola, giornalista del quotidiano nazionale “L’Avvenire”,  ed introdotto da don Marco Ricci, sono intervenuti il  sostituto procuratore della Repubblica Dda Napoli Liana Esposito, il comandante regione Campania del Corpo Forestale dello Stato, Sergio Costa,  S.E. monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, e Marianna Ciano, del gruppo “Ambiente Vesuvio Ercolano”.

Il dibattito è stato fortemente voluto nella sua parrocchia da don Marco Ricci, che già da alcuni anni si batte in prima linea contro lo smaltimento di rifuti tossici ad Ercolano, ed in generale nella “Terra dei fuochi” insieme ad altri giovani preti, definiti “preti di frontiera”.

Del resto, in questi anni, molte persone, con profonda sfiducia nei confronti delle istituzioni, si rivolgono alle parrocchie per trovare un conforto ed una risposta ai dubbi che li attanagliano in merito all’accresciuta mortalità prodotta dai tumori provocati dall’inalazione delle fibre di amianto e di altri rifiuti tossici.

I “parroci di frontiera” si sono ritrovati direttamente implicati nell’ignominiosa vicenda a causa di alcune segrete confessioni ricevute da alcuni concittadini, che li hanno esortati ad indagare personalmente.

Le segnalazioni,  pervenute a Don Marco e a Don Giorgio Pisano, parroco della chiesa Sacro Cuore di Portici, da persone anziane, al riparo dal segreto del confessionale, riguardavano la presenza di rifiuti tossici, in massicce quantità, presso “Cava Montone” a Ercolano, in via della Barcaiola.

Il terreno era adibito ad una vera e propria discarica a cielo aperto, in cui sono stati ritrovati migliaia di rifiuti tossici, grazie all’intervento delle Forze dell’Ordine, cui i due sacerdoti hanno esposto denuncia.

Tra i  molti scarti di materiale edilizio, la plastica, gli pneumatici e rifiuti di ogni genere, sono stati rinvenuti anche quelli che sembrano i resti di una antica villa romana. Le denunce hanno condotto all’immediato sequestro del terreno.

Durante il dibattito, il giornalista Pino Ciociola ha mostrato ai molti presenti i servizi che lui stesso ha realizzato sul territorio, insieme ai “parroci di frontiera” ed ha esortato gli ospiti ad esporre il proprio punto di vista sulla questione dell’inquinamento causato dai rifiuti tossici.

Ne è emerso un dibattito animato ed estremamente interessante, che partendo da una prospettiva macroscopica sull’inquinamento globale e sulla Terra dei Fuochi, si è focalizzato, come con una lente di ingrandimento, sulla cittadina di Ercolano, protagonista dei recenti avvenimenti.

Per quanto riguarda i tentativi di risoluzione del problema dello smaltimento nelle zone agricole, alle cui pendici c’è un forte problema di omertà contro cui intraprendere una prima battaglia, il Comandante Sergio Costa, ha così commentato: «È chiaro che gli uomini che vigilano su questo territorio sono pochi, così come sono pochi i magistrati. Per affrontare in modo rigoroso la vicenda dell’inquinamento e della contaminazione, non è sufficiente la denuncia da parte di un cittadino. Dobbiamo essere concreti. Quello che è  necessario è un’operazione di opportuna prevenzione: un coordinamento che parta dagli enti territoriali e salvaguardi la salute del singolo cittadino».

Com’è ovvio la questione dell’inquinamento ambientale mette in moto più attori, tra cui la criminalità organizzata, che vede nel traffico illecito relativo agli sversamenti dei rifiuti una miniera d’oro. Non si parla, dunque, dei rifiuti connessi al singolo utente, ma dei monumentali depositi tossici, prodotti dalle grandi imprese commerciali. Per cui è quanto meno essenziale, da parte del cittadino, non acquistare prodotti che derivino da aziende illegali, contribuendo in questo modo ad incrementare l’entità dei rifiuti smaltiti illegalmente.

«La camorra risponde alla domanda di un servizio efficiente a costi bassi. Sa di poter contare sul controllo del territorio, e sa di poter contare sull’omertà dei cittadini. Inoltre, ci sono i dirigenti pubblici che seguono quello che è solo un loro tornaconto economico», ha dichiarato Liana Esposito.

Il dibattito si è concluso con l’auspicio che possa maturare una maggiore consapevolezza civica e si risvegli il senso di responsabilità che presiede l’intervento dei cittadini. La denuncia, anche in forma anonima, non basta, come si è detto, a ridimensionare la problematicità dell’emergenza ma è un punto di partenza per ovviare ad una situazione di profondo disagio, in cui letteralmente non è più possibile respirare.

Poco prima della conclusione, la dottoressa Marianna Ciano ha invitato la cittadinanza a sottoscrivere la lettera aperta: «Stop al Biocidio! Dissotterriamo i fusti e interriamo i tralicci, scavando nei cuori e bonificando le coscienze».

Non si tratta di una petizione, ma piuttosto di un invito agli organi in causa, ai soggetti, e alle istituzioni di competenza di operare sinergicamente per il risanamento del territorio. È possibile leggere il documento ed apporvi la propria firma, rivolgendosi alle parrocchie di Ercolano.

Francesca Mancini