Recuperato l’Adone ferito

Adone_ferito - CopiaPOMPEI (NAPOLI) – Ancora buone notizie per il sito archeologico: un altro restauro portato a compimento dopo i recentissimi interventi che hanno visto protagonista la famosa Villa dei Misteri, riaperta al pubblico solo di recente.
Questa volta si tratta dell’affresco “L’Adone ferito”, che dà il nome alla casa pompeiana in via Mercurio dove è stato rinvenuto. Il restauro ha avuto una durata di ben tre mesi ed un costo complessivo di circa ventimila euro, al quale si è potuto fare fronte grazie al contributo del ricavato delle vendite del libro di Alberto Angela “I tre giorni di Pompei”, messi a disposizioni dall’autore stesso e dalla casa editrice Rizzoli.
Ed è nuovamente una forma di sponsorizzazione privata a contribuire alle attività di salvaguardia e valorizzazione del sito archeologico colpito incessantemente da crolli e furti. Gli ultimi risalgono proprio a poche settimane fa, dovuti alla cattiva gestione, alla noncuranza delle Istituzioni e dello scarso rispetto del pubblico.
Questa volta ad essere salvata è stata una splendida megalografia di IV stile, raro esempio rinvenuto a Pompei, raffigurante l’Adone morente tra le braccia di Afrodite. Il mito richiama il concetto di amore e morte: Adone viene ferito fatalmente da un cinghiale scatenatogli contro da Ares geloso della sua amante Afrodite, che si era innamorata del bel giovane.
L’affresco, per quanto dotato di apposita copertura, presentava distacchi dal supporto murario, sollevamento della pellicola pittorica e presenza di sali. Necessitava pertanto di un tempestivo intervento di consolidamento generale.
La Domus che ospita l’affresco venne riportata alla luce tra il 1838 e il 1839 e sarà interessata a breve da ulteriori interventi di restauro degli apparati decorativi che si riallacceranno ai lavori di realizzazione del percorso “Pompei per tutti”, un itinerario facilitato per persone con difficoltà motorie, già in opera nell’area antistante la casa ed entrambi previsti dal Grande Progetto Pompei.

Melissa De Pasquale