Questione Meridionale?

Perché il punto interrogativo? Perché se ne è parlato sempre, ma non si è mai giunti ad una effettiva soluzione. La questione è stata sempre affrontata in linea teorica e mai, ad eccezione di pochissime volte, in linea pratica.
Citiamo  le eccezioni: Guido Cortese con l’istituzione della Cassa del Mezzogiorno, Amintore Fanfani con l’autostrada Salerno – Reggio Calabria, Aldo Moro con miglioramenti alle strade della Puglia; dovrei citare il porto di Gioia Tauro, ma voglio evitare di entrare in un vicolo cieco, da cui, poi, sarebbe difficile uscirne.
Sono centinaia e centinaia le questioni che potrebbero essere messe in discussione ma   a me ne sta a cuore una di  cui, per la verità, cerco risposte chiare e precise.
Mi domando: come mai le industrie del Nord trasferiscono le loro aziende nell’Est europeo e tralasciano completamente il Sud d’Italia?
La risposta è quasi ovvia: nell’Est europeo il lavoro costa meno e di conseguenza il guadagno è maggiore. Il denaro non conosce patria, il denaro conosce soltanto una parola, guadagno.
Ma perché nel meridione il lavoro non costa di meno?
Beh, questo occorrerebbe domandarlo ai cosiddetti protettori del lavoro.
Non c’è chi non sappia che, in realtà, nell’Italia meridionale si vive con spesa minore, un po’ perche si è abituati a maggiore parsimonia , un po’ perché il cibo, quello che ti fa vivere, costa di meno.
Allora, un aspirante lavoratore si accontenterebbe di una paga inferiore che gli consentirebbe di mantenere una famiglia alla stessa stregua di un lavoratore del nord.
Perché ciò non accade? Ci sono gli statuti da rispettare, quelli, per essere  più chiari, che servono a preservare il lavoratore occupato.
Non mi si dica che non è vero, perché è chiaro come il sole , è una verità tangibile in tutti i modi ed è un privilegio per cui gli interessati, che preferisco non nominare, si battono fino alla morte.
È vero, esistono anche altri problemi, piccoli e grandi , ma potrebbero essere risolti come conseguenza di un lavoro esistente che produrrebbe non ricchezza ma possibilità di vita.
Le vie di comunicazione sono uno dei problemi, e ce ne sono altri, ma si cominci a risolvere quello da cui poi scaturirebbero tutte le soluzioni possibili.
Alcuni, i cosiddetti studiosi, affermano che il problema è “globale”; il problema è qui e non occorre cercare la soluzione in Cina o in Australia.
Certo, se non saremo capaci di risolverlo noi, troveranno loro la soluzione, ma a modo loro.
La camorra? È una malattia che deve e può curarsi, almeno che non si voglia uccidere l’ammalato per eliminare la malattia.
Non si dimentichi che noi meridionali siamo italiani, con un occhio al Borbone e un orecchio all’indipendenza.
Ma siamo italiani: i nostri padri hanno combattuto.
Mio padre è stato ferito combattendo con il 94° Regg. Fanteria sui ruvidi anfratti del Carso, e molti sono morti per salvare il mondo del Nord dove vedo scritto, vergognosamente: “ Prima il Nord”.
Vi saluto, cari amici , vostro

Sante Grillo