La parrocchia di San Ciro a Portici diventa santuario

 

La facciata della chiesa di San Ciro a Portici

PORTICI – È un giorno tanto atteso a Portici. Perché, domenica 6 maggio, in occasione della processione di San Ciro, santo Patrono della città vesuviana, la parrocchia di Santa Maria della Natività e San Ciro sarà canonizzata e diventerà ufficialmente santuario. Ma cos’è nella fattispecie un santuario? Cos’è che lo differenzia dalle semplici parrocchie? A queste domande ha risposto il parroco, monsignor Raffaele Galdiero, il quale ha incontrato i giornalisti a pochi giorni dall’evento cittadino e ha voluto spiegare le ragioni di questa scelta.
Una scelta figlia di una convinzione, perché “tutti già pensavano che fosse un santuario e, del resto, era considerato tale da molti, ma finalmente arriverà il decreto ufficiale e verrà il nostro Arcivescovo Crescenzio Sepe, ad inaugurare questo che per la parrocchia di San Ciro può considerarsi un nuovo battesimo da cui prendere nuovo slancio e nuovo vigore”, ha precisato monsignor Galdiero.
Ma la conferenza ha avuto come tema centrale proprio questa nuova identità della parrocchia che si staglia in piazza San Ciro a Portici, e il parroco ha illustrato un po’ cosa significa santuario: “Innanzitutto quando una parrocchia diventa santuario è come se venisse investita di un’altra missione, che è quella di accogliere tutti i discepoli che si radunano nel nome di un santo. E San Ciro, dal lontano 16 luglio 1776 è stato proclamato patrono di questa città da Pio VI. Un santuario è la casa del Signore e ne incarna la presenza, e la testimonianza di un uomo di cui si è servito Dio può aiutare in questa missione. E poi la nostra parrocchia è situata nel cuore della città e, quindi, un santuario è anche un luogo di riposo per chi vi entra e ritrova la forza per proseguire il proprio cammino”.
Quando si parla di processioni e di santi che irrompono per le vie di una città in mezzo ad un’immensa folla di fedeli, il richiamo alla “pietà popolare”, la fede delle persone più umili, sale alla ribalta, e mons. Galdiero ne ha fatto oggetto di riflessione: “Dio ha un rapporto privilegiato con tutte le persone che ha creato, e non solo con teologi e persone di cultura, ma anche e soprattutto con le persone semplici che manifestano la loro fede proprio in occasione delle processioni”.
Persone di tutti i ceti, comunque, attendono l’uscita della statua di S. Ciro, un evento vissuto con trepidazione e grande partecipazione dalla città che potrà anche ammirare la nuova facciata della parrocchia di p.zza San Ciro, un’iniziativa promossa proprio da mons. Raffaele Galdiero alle prese con una nuova realtà da valorizzare e che, domenica 6 maggio, vivrà una giornata memorabile. L’elevazione a santuario e la processione che tutti gli anni trasuda una profonda spiritualità.

Maurizio Longhi