Pomigliano Jazz, edizione winter con Hamid Drake e Pasquale Mirra

POMIGLIANO D’ARCO – Dopo il piano solo di Enrico Pieranunzi e Bobo Stenson e il live intimo di Richard Galliano, l’edizione winter di Pomigliano Jazz in Campania prosegue con l’esibizione di Hamid Drake (foto) e Paquale Mirra. Giovedì 31 ottobre alle 20.30 allo Spazio Ztl, Zurzolo Teatro Live, in via Giuseppe Piazzi 59 a  Napoli, va in scena il duo che unisce percussioni e vibrafono, melodia e ritmo. Un dialogo molto suggestivo che rapisce gli spettatori e li conduce verso sentieri musicali inaspettati. Sorpresa e imprevedibilità, la voglia di superare il limite della convenzione con una incessante ricerca sonora, questi gli  elementi rintracciabili in questo affascinante duo nato cinque anni fa.
La sinergia musicale e l’intenso scambio che Mirra e Drake riescono a creare ammaliano per la brillantezza delle idee che riescono ad esprimere, con una interazione strumentale impressionante. Le composizioni sono usate nel flusso improvvisativo per suggerire strade diverse, ma nello stesso tempo la creatività dei due musicisti ne determina cambiamenti – anche strutturali – che si caratterizzano di volta in volta, di incontro in incontro, come momenti unici, irripetibili, mai uguali a se stessi.
Le melodie si costruiscono da sole, grazie anche alle conoscenze musicali dei due interpreti, alla loro notevole apertura mentale, alla capacità di spaziare nei ritmi di Drake, vero maestro nel creare basi poliritmiche torrenziali su cui si inne­stano le sonorità poetiche ed impattanti di Mirra, senza mai farci perdere il filo. Il processo attraverso il quale si sviluppano i percorsi musicali è l’estemporaneità, dunque, attraverso un uso evocativo degli strumenti, e della voce di Drake, senza pregiudizi stilistici di sorta dove due culture di appartenenza così appa­rentemente lontane si ritrovano, si amalgamano, si fondono, creando un ponte immaginario tra l’onirico, l’ancestrale e le melodie sospese, a tratti quasi ipnotiche dove le pulsazioni africane e orientali dei tamburi sanno assorbire l’eclettismo del vibrafono e respirarci assieme in un caleidoscopico viaggio sonoro.