Pizze avvelenate?!?…

pizza-supermargherita-cottura-Sforno-Roma-600x399Fumi neri e residui di farina bruciata incriminati per avvelenamento della pizza: sarebbero loro, secondo i giornalisti di Rai3 “Report”, i responsabili della contaminazione di uno dei prodotti più amati nel settore alimentare con benzo(a)pirene e benzoantracene, sostanze consideratebcancerogene e quindi potenzialmente dannose se assunte in dosi eccessive.
La denuncia mossa dal reportage di Bernardo Iovine “Non bruciamoci la pizza” colpisce anche i cartoni da asporto,  prevalentemente realizzati con materiali riciclati e perciò illegali, perché per alimenti sono ammessi solo quelli in pura cellulosa e semichimici.
E gli ingredienti: pare infatti che la maggior parte dei pizzaioli preferisca l’olio di semi al più pregiato extravergine d’oliva, farina con più glutine, lievitazioni troppo brevi e mozzarelle non sempre italiane.
La conduttrice del programma, Milena Gabanelli, ci tiene a rassicurare: non è un attacco alla pizza, o meglio, non a tutte le pizze. Sì, perché considerando una differenza di appena 40 centesimi tra una pizza “DOC” e una fatta “al risparmio”, obiettivo primario dell’inchiesta mandata in onda domenica 5 ottobre è stato quello di intimare ai pizzaioli maggiore coscienza, e ai clienti maggiore attenzione.
Ma Gennario Salvatore, consigliere regionale campano del gruppo “Caldoro Presidente”, fa l’offeso: “Distribuiremo ai colleghi consiglieri e ai giornalisti alcuni tranci di pizza margherita”, annuncia su Twitter, riferendosi alla prima seduta utile del consiglio regionale dove saranno invitati “associazioni e oncologi a tutela dell’eccellenza campana”.
E così conclude indignato: «Sarà l’occasione per chiarire una buona volta che il problema non è la pizza, la mozzarella o il caffè – anch’esso sotto il mirino di Report – ma la qualità dei prodotti e dei processi di preparazione degli stessi. […] Una questione, questa, che non può rivenirsi, come sta accadendo da un po’ di tempo a questa parte, sempre con le stesse coordinate geografiche».

Fabiana Stornaiuolo