“Pixel”: la recensione

PixelGli anni ’80 sono stati un decennio pieno di grandi novità che hanno segnato la storia e che ancora oggi vengono ricordati con molta nostalgia dalle persone che li hanno vissuti in prima persona.
Una delle cose che resero quegli anni così importanti fu il grande successo generato dai videogiochi arcade come Pac-Man, Space Invaders, Donkey Kong, ecc. che sono conosciuti ed apprezzati ancora al giorno d’oggi.
Il film “Pixels” trae ispirazione da un cortometraggio francese di 5 anni fa di Patrick Jean in cui la città di New York viene attaccata da enormi copie dei videogiochi anni ’80, anche se a diverse persone questa idea potrebbe ricordare un vecchio episodio del cartone animato “Futurama”.
Lo scopo di questo lungometraggio, diretto dal veterano dei film per ragazzi Chris Columbus, era quello di creare un ottimo mix tra l’effetto nostalgia per la cultura anni ’80 ed una commedia allegra-avventurosa. Purtroppo questo risultato non è stato per niente raggiunto, nonostante il buon materiale presente in partenza.
Sam Brenner (Adam Sandler), il protagonista di questa storia, nel 1982 era uno dei tanti ragazzini che amava andare nelle sale per cimentarsi nelle avventure che i cabinati per videogiochi proponevano in quell’epoca.
Sam era molto bravo in questo tipo di attività e il suo migliore amico William Cooper (Kevin James) gli propose di partecipare al campionato mondiale di videogiochi di quell’anno. Sam accetta, ma la sconfitta in finale ad opera del bulletto Eddie Plant (Peter Dinklage) lo segnerà per tutta la vita.
Nel frattempo, questo campionato mondiale verrà registrato dalla NASA ed inviato in orbita sia per testimoniare la cultura terrestre di quel periodo che per tentare di contattare un’altra forma di vita nell’universo. Trentatré anni dopo una razza aliena intercetta questo videomessaggio e scambia quel campionato mondiale per una dichiarazione di guerra.
Gli alieni decidono allora di attaccare la Terra trasformando le proprie truppe nei personaggi dei videogiochi visti nel videomessaggio. Sam, che nel frattempo è diventato un semplice installatore di tv, verrà coinvolto da presidente degli USA, ovvero il suo amico Cooper, nel piano per combattere questa minaccia aliena.
Sam userà finalmente il suo grande talento per qualcosa di utile che potrebbe anche riscattarlo come persona e formerà una piccola squadra composta ai vecchi videogiocatori che tenteranno di salvare la Terra.
Questa squadra composta da vecchi videogiocatori – che a prima vista può sembrare uno strano ed improbabile gruppo di eroi – userà anche degli speciali fucili per sconfiggere i nemici. È tra l’altro un omaggio ad un film cult degli anni ’80: “Ghostbusters”.
Le cose migliori che vengono mostrate in questo film sono indubbiamente le scene d’azione, molto vivaci e ben girate, e i buonissimi effetti speciali. I coloratissimi e pixellosi alieni di questo film non sono certamente molto realistici, ma comunque belli da vedere.
Oltre alla trama piatta ed estremamente lineare, è l’umorismo una delle cose che funzionano di meno in questo lungometraggio. Le battute non sono sempre azzeccatissime e talvolta danno la sensazione che siano state piazzate lì soltanto per mancanza di idee migliori.
L’espediente comico del presidente USA imbranato sarebbe potuto essere più divertente ed interessante se fosse stato approfondito meglio, visto che questo personaggio ha lo scopo di fare un po’ di satira politica.
Un’altra cosa che avrebbe meritato un maggiore approfondimento è la differenza tra i videogiochi di trenta anni fa con quelli di oggi. Durante un dialogo con un ragazzino, Sam rimane abbastanza deluso dal gameplay proposto da questi giochi che si basa in apparenza soltanto sulla casualità di alcune azioni.
Quando lui era un ragazzo seguiva uno schema che si basava sulla ripetitività di alcuni movimenti che gli permettevano di non perdere le partite. Questo lungometraggio è stato realizzato quasi esclusivamente per un pubblico che ha maggiore dimestichezza con gli usi e costumi degli anni ’80, a discapito dei più giovani che non conoscono perfettamente quell’epoca.
Questa scelta narrativa non è stata decisamene una buona idea, visto che è importante al giorno d’oggi approcciarsi almeno un po’ al mondo dei più giovani in un film del genere. Nel film ci sono perciò diversi momenti che avrebbero potuto innalzare il livello di qualità. se ci fosse stato una maggiore intraprendenza. Non basta perciò utilizzare la classica morale dello sfigato che dopo tanto tempo riesce a prendersi la sua rivincita verso coloro che imbrogliano e la società che prima lo derideva per risollevare le sorti di questo lungometraggio.
Alla fine sembra proprio che questo film sia stato girato senza troppe pretese e con una maggiore attenzione rivolta all’effetto nostalgia, piuttosto che verso la creazione di una storia più originale ed interessante.
Voto: 5,5

Sabato Gianmarco De Cicco