Pasticca? No, grazie!

pasticcheNon mi stancherò mai di dirlo e di scriverlo: ragazzi abbiate il coraggio di dire: No, grazie!
In quel momento siete voi i veri alternativi, in quel momento siete voi le  teste pensanti.
Quando si parla di droga, i miei coetanei nelle loro argomentazioni continuano a confondere l’erbetta che si fumava nelle piazze 30-40 anni fa con le schifezze che girano oggi, Se all’epoca lo spinello era il simbolo di un modo di essere alternativo al sistema, oggi quei miei coetanei sembrano non rendersi conto che tutto ciò che gira  è frutto di una volontà distruttrice di ideali, di pensiero critico che potrebbero nascere nei giovani.
Il drogarsi oggi è parte integrante di quel sistema che 30-40 anni fa proprio chi fumava lo spinello diceva di combattere. Un sistema che negli ultimi 20-25 anni ha creato falsi riferimenti e  modelli sociali, creati a tavolino per le giovani generazioni, tra i quali “lo sballo” è solo uno dei tanti. Riferimenti e modelli che hanno tutti un unico obiettivo: il giovane non deve pensare.
Oggi chi si droga non è contro e non è alternativo a niente. È solo un ingranaggio di un sistema e si muove, parla, soprattutto spende, in modo programmato, con il cervello sempre più lobotomizzato con quelle  sostanze chimiche dai nomi affascinanti.
La lobotomia è la pratica psichiatrica di tagliuzzare il cervello per rendere le persone più docili e meno pericolose per la società. Nel ventennio 1935-1955 centinaia di psichiatri si sono specializzati in operazioni che avevano l’obiettivo di riportare il paziente alla “Sanità mentale”. Una barbarie prima tenuta segreta con sperimentazioni fatte su donne e bambini, poi pubblicizzata e infine sostituita dagli psicofarmaci.
Oggi, nel terzo millennio, le tecniche si sono ulteriormente raffinate. e tale pratica è sistematicamente riprodotta sulle masse, in particolare sui giovani, con il controllo psicologico dei comportamenti, mettendo davanti a loro stili di vita, falsi modelli omologati e omologanti.
Il giovane è convinto, per esempio, che drogandosi è fuori dal sistema, senza rendersi conto  che ne è parte integrante. Non si rende neanche conto che il controllo di questo sistema è operato dai poteri, economici-politici-mafiosi, che hanno come obiettivi oltre a quelli strettamente economici, quelli di rendere innocue “docili”, le nuove generazioni, che potenzialmente potrebbero essere i più pericolosi per la loro destabilizzazione.
Allora sono attaccate tutte le forme sociali che potrebbero portare ad una vera  crescita personale e collettiva come  la cultura, l’aggregazione spontanea, l’informazione, il lavoro.
E allo stesso tempo sono proposti stili di vita irraggiungibili per tutti come l’arricchimento, il successo, la televisione, il calcio. Uno ce la fa, il resto (milioni di giovani) deve sognare-
Per sognare viene proposto anche lo sballo. Sempre più potente, sempre più studiato a tavolino chimicamente per produrre effetti anestetizzanti, con micidiali sostanze che creano una forte dipendenza.
Il discorso sulla droga oggi è lungo, complesso e difficile, e non si può ridurre nel dire  «Questa esperienza i ragazzi comunque la fanno», come dicono tanti miei coetanei “alternativi”  e nostalgici dell’epoca post-figli dei fiori, oppure con quelli politicizzati che riducono tutto il dibattito a “liberalizzazione sì, liberalizzazione no”.
Si corre il rischio di ridurre ad una questione banale, una trasformazione socio-antropologica  che è stata studiata a tavolino negli ultimi 20-25 anni e che sembra essere la naturale evoluzione delle tecniche di lobotomia operate nella prima metà del secolo scorso, con effetti ancora più devastanti di allora.

 Mario Scippa