"Operazione U.N.C.L.E.", la recensione

uncleNAPOLI – “Operazione U.N.C.L.E.” è un film che ha dovuto affrontare un percorso un po’ difficoltoso, prima di vedere la luce al cinema. Nel 2011 il progetto, che si basa su una serie tv andata in onda dal 1964 al 1968, era stato affidato al duo Steven Soderbergh/George Clooney. In seguito però il regista Soderbergh si dimostrerà dubbioso verso questo adattamento e verrà sostituito da Guy Ritchie, mentre Tom Cruise sostituirà Clooney a causa di un infortunio. Quest’ultimo abbandonerà il progetto nel 2013, a causa delle riprese del film “Mission: Impossible – Rogue Nation”, e il suo posto verrà preso dall’attuale Superman cinematografico: Henry Cavill. Nonostante queste difficoltà, il risultato finale di questa spy story vintage è più che soddisfacente.

La storia, che è ambientata nel 1963 in piena guerra fredda, ha per protagonisti l’agente della CIA ed ex ladro Napoleon Solo (Henri Cavill) e l’agente del KGB Illya Kuryakin (Armie Hammer). Il loro compito è quello di recuperare Gaby Teller (Alicia Vikander), figlia di un ex scienziato nazista scomparso nel nulla, nella Germania dell’Est. I due finiranno inevitabilmente per scontrarsi, ma dopo il loro accesso duello i loro due governi gli ordineranno di collaborare tra di loro per indagare su una misteriosa organizzazione criminale che ha rapito proprio il padre di Gaby. I due agenti, insieme a Gaby, si dirigeranno perciò verso Roma dove dovranno cercare di sventare i piani malvagi di questa organizzazione.

Una delle cose che funzionano maggiormente in questo lungometraggio è l’alchimia del trio Cavill/Hammer/Vikander. Il primo interpreta un agente della CIA dall’atteggiamento molto pacato e sexy che sotto certi aspetti può ricordare la spia britannica 007. Il secondo è un agente russo dall’aspetto duro e dall’animo un po’ bollente, che nasconde però un cuore d’oro. La Vikander invece può sembrare in apparenza la classica damigella in pericolo, che però in seguito si rivelerà più brava e furba del previsto. Nonostante questi personaggi siano un po’ stereotipati, i loro atteggiamenti e le loro azioni sono ben amalgamati con il clima allegro e scanzonato di questo film. Elizabeth Debicki invece interpreta la villain Victoria Vinciguerra che grazie alla sua interpretazione riesce a conferirle molto carattere e fascino, nonostante sia anch’essa un personaggio abbastanza bidimensionale. Non si può dire lo stesso del villain Alexander Vinciguerra, interpretato da Luca Calvani, che risulta troppo macchiettistico in certi momenti e risente molto dello scarso minutaggio che gli è stato conferito.

Gli scambi di battute sia nelle scene calme che in quelle più movimentate funziona bene e non sono mai fuori posto. Le scene d’azione, che in certi momenti assumono dei toni quasi surreali, sono ben realizzate e riescono a tenere sempre vivo l’interesse dello spettatore. In questi film, inoltre, si avverte spesso la volontà di non prendersi troppo sul serio e di cercare anche ridere di certe situazioni usate spesso nei film del passato: gli spettacolari inseguimenti, le sparatorie, la presunta inferiorità dei servizi segreti americani e la presunta superiorità di quelli sovietici. Un’altra cosa piacevole che si può apprezzare in questo lungometraggio sono indubbiamente le belle locations (il film è stato girato tra Londra, Roma, Pozzuoli e Baia) che restituiscono molto bene il fascino e l’atmosfera degli anni ’60.

Nonostante una storia dall’andamento abbastanza scontato e priva di clamorosi colpi di scena, il film scorre sempre in maniera fluida ed è piacevole da seguire. “Operazione U.N.C.L.E.” si può perciò considerare una spy story vintage senza troppe aspettative e dotata di un buon mix di humour e scene d’azione.

Voto: 7-

Sabato Gianmarco De Cicco