Napoli Teatro Festival Italia 2012

NAPOLI – Giunto alla sua quinta edizione e dopo il successo ottenuto nel 2011, il Napoli Teatro Festival Italia prosegue la sua programmazione autunnale.
Gli ultimi giorni di settembre vedranno sette teatri napoletani inaugurati da sette prime teatrali previste per il Napoli Teatro Festival 2012: se quindi fino adesso il festival era stato caratterizzato anche dalla scelta di insoliti e affascinanti luoghi, talvolta anche en plein air, si torna ora al chiuso, dando inizio alle stagioni teatrali autunnali.
Il filo conduttore della seconda parte della rassegna teatrale sarà Il mito di Napoli
L’Antigone è il primo spettacolo al Teatro Mercadante, il 25 e 26 settembre, per la regia di Luca Fusco, che, attraverso un testo ri-scritto da Valeria Parrella, tenta l’attualizzazione della tragedia sofoclea, riflettendo ancora una volta sullo scontro immortale Natura-Polis attraverso i personaggi di Antigone e Creonte.
Il mito greco sarà protagonista anche del secondo spettacolo in programma, Odissea Napoletana, al Teatro Bellini il 26 e 27 settembre, per la regia di Gabriele Russo, che mette in sena una satira grottesca su Napoli e le sue contraddizioni.
’O Paparscianno: ancora un mito, prettamente napoletano, sarà protagonista dello spettacolo Tai-Ka-Ta presentato da Enzo Moscato in prima assoluta al Teatro Nuovo, il 27, 28 e 29 settembre. Il lavoro, per la regia di Laura Angiulli, sarà rappresentato alla Galleria Toledo e vedrà  protagonista la più famosa maschera napoletana, quel Pulcinella immortalato in questo caso da un testo di Antonio Petito e dall’interpretazione di Mariano Rigillo.  Accanto a lui in un divertente affresco della Napoli di fine ‘800 altre maschere come Tartaglia, Pantalea, Frongillo.
Ta-kai-ta (eduardo per Eduardo) al Teatro Nuovo di Napoli 27, 28 e 29 settembre, è un omaggio sentito e originale di Enzo Moscato, uno spettacolo che ruota tutto intorno a Luisa De Filippo, interpretata da Isa Danieli, secondogenita del grande drammaturgo Eduardo, morta giovanissima alla fine degli anni ’50: attraverso di lei Moscato intende raccontare quella breve corrente di rinnovamento che bagnò Napoli dopo la seconda guerra mondiale.
Ha affermato l’autore napoletano:  «Ritengo sia dall’epoca del grande Leo de Berardinis che un’operazione del genere non è stata più osata. Per di più, mentre la sua bellissima rivisitazione si proponeva in chiave esclusivamente scenica, la mia si spinge – e lo dico con tutta l’umiltà – fino a tentare una sorta di riscrittura per frammenti della stessa anima del nostro più importante drammaturgo del secolo scorso ».
Linapolinapolinapolinapolinapoli al Teatro Diana il 27e 28 settembre, sarà invece uno spettacolo musicale presentato, drammatizzato e diretto da Lina Sastri. Accompagnata in scena da musicisti e danzatori, Lina interpreterà canzoni napoletane, fino ad arrivare al fado, al tango, al flamenco, in una sorta di ideale giro del mondo.
Al Teatro San Ferdinando, il 28, 29 e 30 settembre, ancora Napoli e il suo mito sono protagonisti di uno degli spettacoli forse più attesi di questa seconda tranche del festival, ovvero C’è del pianto in queste lacrime, per la regia di Antonio Latella.
Partendo da un workshop decembrino tenuto insieme alla drammaturga Linda Dalisi, con questo nuovo progetto si cerca di analizzare il rapporto che sussiste tra la sceneggiata e il popolo partenopeo.
Latella e Dalisi hanno spiegato: «In questa nostra sceneggiata i personaggi si aggirano e vivono in una ferita, sono come un virus all’interno di una piaga, sono automi, macchine senza tempo che agiscono, vivono e parlano per quello che rappresentano e non per quello che sono, esseri senza una verità individuale, senza libertà».
 Ultimo ma non ultimo, lo spettacolo presentato il 29 settembre dall’associazione Arrevuoto nell’Auditorium di Scampia, Il rubacuori dell’Ovest: in una sorta di incontro Irlanda-Napoli, 108 studenti napoletani partiranno dalla commedia satirica scritta da John Millington Synge per affrontare le contraddizioni che stanno a metà tra la lotta alla malavita e il fascino del crimine.