Napoli città mezza e mezza


In origine città per metà osca e per l’altra  greca, nasce sul mito della sirena Parthenope. La famosa  creatura per metà donna e per l’altra uccello, che voleva ammaliare con il suo canto Ulisse e non riuscendoci si suicidò, annegando nel golfo.
Il suo corpo fu ritrovato sulle rive dell’isolotto di Megaride. Fu seppellita lì. Nei secoli successivi fu costruito il castello sul mare, il Castel dell’Ovo, un  mito sul mito.
Nei sogni, nelle leggende, nelle storie e nelle fiabe, il castello è sempre stato caricato di un forte valore simbolico. Il Castel dell’Ovo, Castrum Ovi, il castello in mezzo al mare a Napoli, è il più antico castello della città, ed è carico di un forte significato simbolico che ha le sue radici nella mitologia.
Spesso nel passato, in particolare nel medioevo, i poeti, coloro che riuscivano a inventare da niente con le parole, storie, eventi, luoghi, a suscitare emozioni e a viaggiare in altri universi senza alcun limite di tempo e di spazio, erano considerati maghi.
La leggenda vuole che Virgilio, considerato un mago nel medioevo, nascondesse nelle fondamenta del castello un uovo magico che manterrebbe in piedi la fortezza. Se quest’uovo si dovesse rompere non solo il castello crollerebbe ma tutta la città ne subirebbe un effetto catastrofico.
L’immagine dell’uovo magico, da cui il nome Castel dell’Ovo, contiene anche un’ evocazione esoterica, perché uovo o meglio uovo filosofico è il nome esoterico dell’Athanor ovvero il piccolo forno alchemico che trasforma le rozze pietre in metalli preziosi.
La magia, l’alchimia, l’esoterismo, sono  importanti e fondamentali componenti dell’immagine di Napoli  originatesi nell’antichità, con radici profonde nel tessuto cittadino.
Sullo stesso scoglio del castello in mezzo al mare si dice sia stata sepolta la sirena Partenope, e in quello stesso luogo  è  custodito  un altro mito, quello di Santa Patrizia. La quale nel VII sec., fuggendo dall’imperatore Costante che la voleva in sposa, per non sottrarsi ai voti religiosi, nel tentativo di rifugiarsi  a Costantinopoli, per giungere poi in Terra Santa, morì annegata sugli stessi lidi di Partenope.
Fu anche lei seppellita su quell’isolotto, sotto il castello. Santa Patrizia, è patrona di Napoli insieme al più famoso San Gennaro. Con il santo ha in comune il miracolo del sangue che si scioglie.
La chiesa dedicata a Patrizia, guarda caso, è a San Gregorio Armeno, dove il mito e la leggenda vuole si trovasse il tempio di Cerere.
Negli stessi luoghi delle origini della città, nel centro antico, un altro mito è legato al mistero, è quello di Cerere, la versione napoletana della dea greca Demetra. Nel suo tempio si svolgevano misteriosi riti tenuti segreti e, ai quali potevano partecipare solo  gli iniziati.
La promessa di salvezza per gli affiliati era garantita da una divinità che morendo e rinascendo avrebbe protetto gli adepti.  Concetti poi ripresi  dalla  religione cristiana.
Il mistero, l’esoterismo, a Napoli è fin dalle sue origini stanziato nel cuore della città; al centro di quelle strade ortogonali c’è l’antico Egitto, la statua del Nilo, la presenza di Iside, di Osiride. Iside, per gli antichi egizi è il principio femminile universale.
Una visione fondamentale dell’immagine della donna mantenuta nei secoli. È la donna il centro delle aggregazioni sociali spontanee nei vicoli dei quartieri popolari di Napoli. Aggregazioni sociali che fanno sempre riferimento ad una o a poche famiglie, e sempre di tipo matriarcale.
Ogni palazzo, ogni cortile, ogni vicolo ha sempre avuto la sua donna di riferimento. La donna di Napoli è il culto di Iside. La dea che regna sul mare, sui frutti della terra, sui morti, la dea della magia, dell’alchimia, con il suo grande potere sulla materia che accoglie tutte le forme e può diventare luce e tenebra, giorno e notte, fuoco e acqua, vita e morte, inizio e fine.
Napoli, le origini contrastanti. Il mito della sirena e quello della santa. La magia alchemica dell’uovo e quello dei riti iniziatici per risorgere a nuova vita dopo la morte. Il culto nella antichità di dee come Iside e tanti altri miti sono le vere basi su cui è fondata l’immagine della città,  tutte  accomunate dagli stessi identici elementi:
Amore, morte, vita, eros, sangue, alchimia.
Napoli è la città delle opposizioni. Gli ingredienti fondamentali delle immagini della città,  sono il bene e il male, la luce e il buio, il fuoco e l’acqua, il cielo e la terra, l’amore e l’odio. 

Mario Scippa